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Accusato di aver diffamato in tv l’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Luigi de Magistris è stato assolto in Cassazione. La Suprema Corte ha chiuso così una vicenda processuale, originata dalle dichiarazioni dell’ex sindaco di Napoli a Piazza Pulita su La7, risalenti al 2017. Nel mirino, secondo l’accusa, sarebbe finito il magistrato Salvatore Murone. De Magistris parlò di “indagini scippate” e “sistema criminale fatto di pezzi di magistratura“, richiamando le proprie inchieste Why Not e Poseidone.
Una coda al veleno dei rapporti tra l’allora pm de Magistris e la procura di Catanzaro, dove prestava servizio nei primi anni duemila. Dopo una condanna in primo grado, emessa dal tribunale di Lamezia Terme, e la conferma in secondo grado presso la Corte d’Appello di Catanzaro, la Cassazione ha ribaltato la sentenza, annullando senza rinvio i precedenti verdetti.
La Corte di Cassazione, su conforme richiesta del Procuratore Generale della Cassazione, oltre che del mio difensore avvocata Elena Lepre – annuncia de Magistris – ha annullato senza rinvio la condanna per diffamazione, emessa dal Tribunale di Lamezia Terme e confermata dalla Corte d’Appello di Catanzaro, nei miei confronti su querela dell’allora Procuratore Aggiunto della Repubblica di Catanzaro Salvatore Murone”.
L’ex pm afferma che “durante una puntata della trasmissione Piazza Pulita su La7 avevo raccontato del sistema criminale sul quale avevo lavorato da PM in Calabria, composto da pezzi di politica, magistratura ed altri apparati dello Stato, con il collante delle logge occulte e parlato della sottrazione di alcune delicatissime indagini, in particolare Why Not, impedendomi in tal modo di continuare a svolgere il mio lavoro”.
De Magistris però sottolinea: “Avevo descritto fatti ed inoltre riferito di sottrazione di indagini non da parte del Dr. Murone che non è stato mai citato durante il dibattito. Una condanna incomprensibile sul piano giuridico, cancellata dalla Corte di Cassazione”.
Il nodo, semmai, sarebbe stata la “sottrazione di indagini delicatissime che avevano ad oggetto soprattutto la criminalità istituzionale, il mio allontanamento dalla Calabria e l’impossibilità di svolgere le funzioni di pubblico ministero sono storia che nessuno può cancellare”. Tuttavia “il tempo in questi dieci anni ha messo a posto ciò che nel corso degli anni numerosi traditori delle istituzioni hanno cercato di cancellare”.