Ancona – Sette persone sono finite a processo per la morte di Pasquale Marigliano, un operaio di 49 anni, originario della provincia di Napoli, deceduto il 15 gennaio 2020 a Camerano (Ancona) nel cantiere per la costruzione di un ospedale (nuovo Inrca e nosocomio di rete Ancona Sud), in via degli Zingari, sulla direttissima del Conero.
La pala meccanica di un bobcat manovrato da un collega lo colpì alla testa, uccidendolo sul colpo. Erano da poco passate le 9 quando il 49enne finì a terra, con il cranio schiacciato. Con l’accusa di omicidio colposo si è aperto il dibattimento in Tribunale, ad Ancona, per sette persone legate a tre società che operavano all’epoca nel cantiere: la Blg Costruzioni srls di Napoli, con una sede nell’Ascolano, la Cmc Coop di Ravenna e la Conero Scarl, una ditta romagnola. Si tratta di sei uomini e una donna, compreso chi manovrava il bobcat, un albanese di 33 anni. Sei dei sette accusati, nel proprio ruolo, come responsabili dei lavoratori presenti nel cantiere, avrebbero omesso di vigilare sul corretto utilizzo dei mezzi e sulle qualifiche per farlo e per operare nel piazzale dove avvenne l’infortunio mortale. L’albanese che guidava il macchinario, stando al capo di imputazione, non avrebbe posseduto i titoli abilitativi per pilotare il bobcat e nemmeno le capacità operative.
Quella mattina il 33enne si sarebbe messo alla guida del bobcat modello s570, un mezzo di piccole dimensioni, per la pulizia del piazzale nord dove né lui né il collega morto sarebbero dovuti stare. “Senza avvedersi della contingente presenza nel raggio d’azione del macchinario della persona poi morta – sostiene la Procura – colpiva Marigliano con il braccio idraulico sinistro della banna durante la manovra di abbassamento della stessa, determinando lo schiacciamento del capo tra la banna e la macchina”. L’operaio deceduto è stato trovato con il casco da cantiere rotto dal peso del braccio idraulico del bobcat. In aula, davanti alla giudice Franceca Grassi, sono stati sentiti un carabiniere intervenuto sul posto dopo il dramma e un ingegnere dell’Asur per la sicurezza del posto di lavoro. I familiari di Marigliano si sono costituiti parte civile con l’avvocato Antonio Nerone. Prossima udienza il 6 giugno per sentire un testimone oculare.