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Napoli – Potrebbe essere la prima Pasqua napoletana senza il macabro spettacolo di agnelli e capretti esposti in strada e dietro le vetrine delle macellerie. Palazzo San Giacomo sta mettendo mano proprio in queste ore a un’ordinanza sindacale che, stando almeno ai rumors emersi dal Municipio, dovrebbe prevedere un inedito, drastico giro di vite.
Nessun divieto di vendita o limitazione al commercio, è bene precisarlo. Ma per la prima volta in città la Pasqua potrebbe assumere una sembianza quantomeno più etica. L’impulso è arrivato dal consigliere comunale Nino Simeone, capogruppo Agorà nell’assise di via Verdi, che in una nota inviata lunedì al sindaco Luigi de Magistris, all’assessore alle Politiche sociali Roberta Gaeta e all’Asl Napoli 1 Centro ha chiesto di accendere i riflettori «sull’esposizione all’esterno delle attività commerciali di animali da macello nel periodo di Pasqua». Durissimi i toni contenuti riportati nel documento: «Con l’avvicinarsi delle festività pasquali si ripresenta come tutti gli anni il fenomeno dell’esposizione all’esterno delle macellerie e degli esercizi commerciali di animali a testa in giù, in particolare di agnelli e capretti, a volte ancora sanguinanti. Questo barbaro rituale, oltre a essere di grande crudeltà, spesso vìola le principali regole di conservazione degli alimenti che andrebbero invece stoccati in celle frigorifere e non di certo all’interno dei locali o addirittura sui nostri marciapiedi». Per questo motivo il consigliere Simeone chiede a Giunta e Asl «di mettere in atto tutte le idonee procedure di controllo a garanzia delle norme igienico-sanitarie che la legge impone, affinché si possa scongiurare il pericolo di infezioni ma anche quello spettacolo crudele di questi poveri animali, in alcuni casi in età lattante, appesi a un gancio sul ciglio delle nostre strade». Una battaglia di buon senso e, soprattutto, di civiltà.