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NAPOLI – Più di un bambino su 4 abbandona la scuola prima di aver conseguito una qualifica o un diploma: è un triste record quello di Napoli. Gli ultimi dati sulla dispersione scolastica diffusi dalla Cisl rappresentano davvero uno schiaffo: in città, il 28% di bambini che non frequentano più le aule scolastiche fanno segnare di gran lunga un primato davvero preoccupante se si pensa che la media nazionale si ferma al 13%.

Ma perchè questo fenomeno così diffuso che, specialmente in alcuni quartieri, tocca vette da vero e proprio allarme sociale a tutto vantaggio della camorra che ha gioco facile per nuove affiliazioni?

Il Covid, negli ultimi due anni, costringendo alla didattica a distanza, ci ha messo senz’altro del suo. Fatto sta che un altro fattore di cui spesso si tiene troppo poco conto è quello di una mancata diagnosi di dislessia.

Che cos’è la dislessia? E’ una specifica difficoltà che può essere riscontrata nei bambini a leggere, scrivere o far di calcolo. A livello nazionale, ne soffre il 5% della popolazione in età scolastica (dai 2 ai 16 anni). Fatto sta che il Ministero dell’istruzione ha rilevato che in Campania solo l’1% dei ragazzi ha questo tipo di diagnosi.

Ma è una fotografia giusta quella che vede il Miur? Secondo Giovanna Gaeta, presidente regionale di Aid (Associazione Italia Dislessia), logopedista nonchè da 13 anni volontaria presso il carcere minorile di Nisida, no.

“A Nisida si ospitano circa una trentina di ragazzi. E ogni anno diagnostichiamo un tasso di dislessia del 70%”. Che significa quindi? Che sono moltissimi i casi di dislessia che sfuggono, che le Asl campane finora non sono riuscite a certificare.

Fatto sta che, per far fronte a questa problematica, Giovanna, assieme al neuropsichiatra infantile Goffredo Scuccimarra e alla psicologa Dora Riemma, ha organizzato una vera e propria squadra di specialisti che, in maniera del tutto volontaria, dalla prossima settimana, sarà a disposizione di tutti coloro, in Campania, ne avranno bisogno.

“L’idea – racconta Giovanna – è stata coordinata da don Gennaro Pagano, il cappellano di Nisida. Ed è stata realizzata grazie all’Asl Napoli 2 di Pozzuoli che ci ha dato l’autorizzazione a fare diagnosi che saranno riconosciute in tutto il territorio campano”.

Il lavoro dell’èquipe d’emergenza sarà gratuito. Per prenotarsi, a partire dal prossimo mercoledì 17 novembre, si dovrà chiamare il 3517540550 e prendere un appuntamento presso il Centro Clinico Regina Pacis di Pozzuoli.

“Io credo che la dislessia non diagnosticata sia un fattore che incide pesantemente sull’abbandono scolastico e che finora è stato sottovalutato con tutte le conseguenze del caso – dice Giovanna Gaeta – Tanti bambini non frequentano più un istituto scolastico perchè hanno questo particolare disturbo, ma non viene loro riconosciuto. Quindi, la scuola, per loro, diventa un ambiente ostile, non accogliente. Non un ambiente di formazione e di crescita come dovrebbe essere, ma di muri e di esclusione. E non per colpa loro. Se solo si pensa che sono tutti bambini con quoziente intellettivo nella norma o anche superiore alla media: andrebbero solo aiutati con una didattica particolare, senza nemmeno un docente di sostegno specifico per loro: non ce n’è bisogno per i cosiddetti DSA”.

“Questi bambini potrebbero essere salvati a costo zero. A volte, basterebbe solo una calcolatrice per evitare che si allontanino dalla scuola e finiscano facili prede della camorra”. A Nisida, Giovanna Gaeta ha imparato a far di conto.