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Da un destino di morte ad un messaggio di rinascita, con un blitz artistico. Duecento tronchi d’albero a Posillipo sono stati simbolicamente trasformati in altrettanti totem. L’artefice è Ruben D’Agostino, il “maestro d’arte civica“. Ovvero l’arte di denunciare i danni alla collettività, attraverso installazioni e performance creative. Uno sfregio alla bellezza di Napoli sono senz’altro i pini circostanti il Parco Virgiliano.

Un tempo emblema della più celebre cartolina, quella col golfo sullo sfondo, oggi il pino di Posillipo evoca immagini tetre. Vecchi e malati, i duecento alberi intorno al Virgiliano sono stati abbattuti tempo fa. Da oltre cinque anni campeggiano lì, come una Spoon River del verde pubblico. Mai ripiantati. Lo scorso novembre, divennero un cimitero per davvero.
Per evidenziare il degrado, infatti, D’Agostino appose una croce bianca su ogni tronco reciso. Un’immagine choc, un pugno nello stomaco. Ma nulla si è smosso, tutto è rimasto immobile, per lunghi mesi. Oggi la nuova denuncia dell’artista, con una sortita di segno opposto. Un gesto spiazzante, perché l’arte dev’essere imprevedibile. Obbligare i fruitori a ripensare, in un mondo mai immutabile, la propria relazione con lo spazio. Ed ecco comparire tanti totem colorati sui monconi arborei.

Un intreccio di messaggi di speranza delle religioni che – spiega D’Agostinoincentrano il loro culto su Madre Natura“. Ogni striscia rappresenta una diversa religione, ed i suoi simboli. In un’operazione di sincretismo culturale, sono uniti a numeri della cabala napoletana. Troviamo la rinascenza, con le maschere Tiki polinesiane, insieme al sole e al numero 52, madre-madre terra; i nativi americani con gli uccelli, l’uomo e la donna ed il numero 35, gli uccelli; l’Africa con le maschere dei guerrieri, i quattro elementi ed il numero 40, gli alberi; i Maya e gli Aztechi con l’uomo del futuro con la televisione in luogo della testa, l’occhio mistico quale ulteriore senso ed il numero 18, la speranza.

Ruben ha esaltato con potenza il valore universale dell’ambente dove le diverse religioni si miscelano nel territorio cattolico per eccellenza, si fondono con la cultura popolare partenopea ed esaltano madre natura quale fonte di continuo rinnovamento di vita — dice l’avvocato Fabio Procaccini, portavoce del maestro D’Agostino e suo partner nella battaglie civiche – culto, tradizione e natura si uniscono in 200 colorati abbracci che d’improvviso hanno trasformato le vie di capo Posillipo in una festa di colori e di allegria e che per l’ennesima volta richiamano, a gran voce, l’attenzione sui resti di un vero bosco urbano che non c’è più e sull’immobilismo amministrativo che fa fatica a comprendere l’importanza degli alberi nell’ecosistema urbano“. Magari stavolta riescono a coglierla.