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Pronto soccorso dei Policlinici napoletani, la mancanza è un caso: botta e risposta a distanza tra associazioni e manager. “Apriteli” invocano le sigle in presidio a piazza Miraglia. Sono in sit-in fuori al Policlinico della Vanvitelli. Scendono in piazza perché “la Campania è una delle pochissime regioni dove i policlinici non hanno il pronto soccorso – dice Franco Maranta del Forum Diritti Salute -, nonostante siano stati stanziati e spesi 2.4 milioni di euro”.  

Rincara Paolo Fierro, vicepresidente di Medicina Democratica: “C’è una situazione gravissima dell’emergenza a Napoli, i due dea del Cardarelli e dell’ospedale del Mare scoppiano letteralmente. Chi va là mediamente anche in codice giallo aspetta ore. Spesso e volentieri viene ricoverato in Obi, e sta una giornata intera, 48 ore, anche 72 ore su una sedia oppure una barella”. Per Maranta “ora debbono darci risposte su Vanvitelli e Federico II”.  

Fierro sottolinea: “C’è la carenza di personale, ma abbiamo delle sacche di privilegio. I policlinici napoletani, gli unici in Italia, si mettono fuori dalla rete dell’emergenza. Nonostante siano stati spesi cospicui fondi per attivare i pronto soccorso, che sono un obbligo di legge”. L’esponente di Medicina Democratica ricorda che “abbiamo da decenni ai massimi storici l’indice di mortalità evitabile, quella che si potrebbe evitare se i servizi funzionassero. Uno dei pezzi importanti è l’urgenza”.

Maranta incalza: “Teoricamente i professoroni universitari sono d’accordo, perché dovrebbero spiegare come fanno gli specializzandi in emergenza a prepararsi”. Di fatto i pronto soccorso ancora non ci sono. “Nella zona centrale di Napoli  – evidenzia Marantaabbiamo solo un pronto soccorso operativo al Pellegrini”. Senza dimenticare altre distorsioni del sistema. “Le persone – accusa l’esponente del Forum Diritti Salutevanno al pronto soccorso perché la medicina territoriale è fallita, e tutto questo sta favorendo le imprese private e chi fa della sanità un affare”.

Contattato da Anteprima24, il direttore generale del Policlinico Vanvitelli, Ferdinando Russo, dichiara: “Credo che si stia seriamente ragionando sull’apertura, ma non dipende da noi, dipende dall’organizzazione del piano regionale”. Il manager aggiunge che “già tempo fa ci sono stati consegnati gli spazi dall’università, siamo in attesa del nuovo piano ospedaliero e che si decida l’apertura o meno del nostro presidio.  Noi ci crediamo fortemente, credo che lo stesso rettore si sia impegnato nei confronti della Regione per avere chiarimenti in questo senso”.

Russo, tuttavia, smentisce che siano già pronti i fondi (“chi ha lo ha detto?”). “Le aziende sanitarie universitarie  – precisa il direttore generalehanno un obbligo nei confronti del ministero, quello di garantire nelle scuole di specializzazione tutte le attività necessarie all’obbligo formativo. Per cui una struttura di emergenza con un pronto soccorso diventa un elemento fondamentale, a questo fine anni fa il Miur ha finanziato l’università per la realizzazione di una struttura che potesse garantire il pronto soccorso di una dea di primo livello, però questo necessitava poi di passaggi successivi regionali per inserirlo e finanziarlo per quanto riguarda il personale e le attrezzature necessarie al funzionamento”.

Secondo Russo bisogna rendersi “conto che è una situazione è estremamente complessa, si sta ragionando tantissimo anche dei finanziamenti dei fondi Pnrr, c’è un’idea di riorganizzazione generale sia dell’assetto territoriale sia della stessa organizzazione ospedaliera“. In definitiva “il Covid ha fatto riflettere tutti su nuove modalità organizzative, quindi dobbiamo essere pronti a questo”. E dunque “non serve aprire tanti pronto soccorso senza aver riorganizzato bene il territorio”.

Franco Maranta
Paolo Fierro