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Napoli – E’ trascorso un anno, è volato, 12 mesi dalla conferenza stampa sulla liberazione della vela Verde e l’inizio del percorso di mobilità e delle operazioni di accompagnamento dei suoi abitanti verso nuovi alloggi: un punto di partenza per un evento storico indelebile, che ha coinvolto non solo il quartiere di Scampia ma le famiglie che abitano Napoli.
È stata una scelta precisa volta a restituire dignità agli abitanti di Scampia e di Napoli: abbiamo gettatole fondamenta di una sostenibilità diversa, agendo diversamente sull’emergenza abitativa, per cancellare una volta per tutte la forma mentis dell’edilizia ghetto che in maniera evidente non teneva conto della bellezza e della dignità di queste persone.
Ripercorrendo le tappe di questa pagina di storia contemporanea della nostra città, dodici mesi fa iniziava il percorso che assicurava che la Vela non fosse oggetto di sgomberi coatti, ma che i residenti fossero accompagnati in un percorso di mobilità; che per i lavori di abbattimento fosse applicata la clausola sociale; abbiamo ascoltato ogni singola istanza del territorio, del Comitato Vele e abbiamo accompagnato le persone in questo percorso, affinchè ci fosse una loro diretta e attiva partecipazione alla vita cittadina.
E proprio in queste ore, nella stessa data, sono ripartiti i lavori di abbattimento e smantellamento della Vela dopo la pausa forzata dalla pandemia da coronavirus: continuiamo a scrivere pagine di bellezza, di lavoro, di diritti, di ascolto e di partecipazione.
Un anno di vita, di difficoltà, di burocrazia, di ostacoli. Un anno di speranze e gioia fino al 20 febbraio, al primo morso alla Vela da parte della pinza che sta distruggendo lo stigma.