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Napoli – Da clan violento e pronto alla guerra, in grado di trafficare tonnellate di cocaina e vendere tutto nel giro di pochi mesi, a cosca imprenditoriale capace di inserirsi negli affari legati alle sanificazioni contro il Covid-19. L’evoluzione della Vanella Grassi di Napoli, i cosiddetti ‘girati’ di Scampia la si deve essenzialmente al capo clan Antonio Mennetta detto ‘er nino’, che diceva di essere “il nuovo imperatore di Scampia” e che dal carcere duro di Sassari era capace di mandare messaggi all’esterno, tant’è che la Procura di Napoli ha inviato una relazione dettagliata al Dap.

Sette gli arresti su ordine della Dda ed eseguiti dalla Guardia di Finanza che hanno contentato a tutti l’associazione, il riciclaggio e l’interposizione fittizia di beni, illecita concorrenza. Sono stati sequestrati beni del valore di 10 milioni di euro.

Al centro c’era una ditta che si occupava di pulizie e che in questo periodo aveva mutato affari in sanificazioni, sfruttando l’emergenza. Poi una ditta di vigilanza non armata, una pasticceria, un garage. Soldi che arrivavano direttamente dal capoclan che dal carcere mandava messaggi all’esterno tramite il cognato, Alberto Sperindio, che andava a trovarlo al carcere.

Già fu arrestato quando a Palermo tentò di far entrare nel penitenziario siciliano oggetti non consentiti. Era Sperindio che aveva in mano l’economia del clan che aveva imposto il proprio dominio nell’area nord e si era aggiudicata numerosi appalti per riuscire a riciclare. Altro elemento apicale nell’organizzazione del gruppo era la mamma di Mennetta, Annunziata Petriccione, anche lei finita in carcere.