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Tornano liberi Emiliano Bigi e Filippo Lombardi, i due ultras della Roma arrestati ieri nell’ambito delle indagini relative agli scontri avvenuti domenica sulla A1. Il giudice per le direttissime della Capitale non ha infatti convalidato l’arresto non riconoscendo l’applicazione della flagranza differita in particolare sotto l’aspetto della necessità e urgenza. I due, difesi dall’avvocato Marco Bottaro, erano stati bloccati ieri dalla Digos a Roma. Il giudice ha disposto l’invio degli atti al pm, che aveva sollecitato il carcere per i due per l’accusa di rissa aggravata e che dovrà ora trasmetterli ad Arezzo.

I due erano stati arrestati sul luogo di lavoro dagli agenti, nella tarda mattinata di ieri. A Bigi, che lavora come idraulico, era stato sequestrato anche un coltello. Sul punto, nel corso di una breve dichiarazione spontanea, l’uomo ha detto che il “coltello lo aveva in tasca perché lo uso nel mio lavoro”.

Aggiornamento delle ore 18.30 –  Obbligo di firma e di dimora, da osservare a Roma, per l’ultrà giallorosso Martino Di Tosto. Lo ha deciso il giudice al termine dell’udienza di convalida dell’arresto ad Arezzo, la città dove il 43enne è stato arrestato per gli scontri fra tifosi in autostrada. Di Tosto era stato arrestato dopo essere rimasto ferito negli scontri. Il giudice Elena Pisto ha convalidato l’arresto di Martino Di Tosto quindi ha stabilito per lui l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (dai carabinieri) e l’obbligo di dimora nella Capitale. Accordati i termini a difesa: il processo per direttissima è stato rinviato al 25 gennaio. “E’ una decisione che troviamo corretta”, ha detto il difensore, avvocato Lorenzo Contucci, riguardo alla misura. Il legale ha attuato diverse strategie difensive a Roma ed ad Arezzo nelle udienze di convalida per i suoi assistiti arrestati per gli stessi scontri sull’autostrada. A Roma ha sollevato l’insussistenza della flagranza differita, ad Arezzo per Di Tosto invece no “per una differente strategia processuale”, ha spiegato. Di Tosto tornerà a Roma insieme al suo avvocato. La polizia lo aveva accompagnato al tribunale di Arezzo col volto coperto da un passamontagna nero