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Si sono presentati in conferenza stampa con le mani legate, alla Sala dei Baroni del Maschio Angioino a Napoli, i rappresentanti delle principali organizzazioni sindacali che complessivamente rappresentano in Campania oltre 120mila tra dirigenti medici, veterinari e sanitari dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Con loro, anche 15 associazioni di cittadini e pazienti.
Insieme hanno chiesto alla politica un chiaro impegno in difesa del Servizio sanitario nazionale pubblico. La stessa protesta è andata in scena in quasi tutti gli ospedali campani, dando vita ad un flash mob che ha visto assieme, senza alcuna distinzione, camici bianchi e cittadini. Nessuna rivendicazione sindacale, solo la giustificata preoccupazione nei confronti di una sanità pubblica ormai prossima al tracollo. “Facciamo fronte comune – ha precisato Maurizio Cappiello, componente dell’Intersindacale – non solo con la rappresentanza dei medici, ma anche con la rappresentanza dei cittadini, perché stiamo combattendo contro un definanziamento del Sistema sanitario nazionale che di fatto sta spingendo verso il privato. Questa è la prima di una serie di iniziative che porteremo avanti con il tempo per combattere contro la destrutturazione del SSN. Il nostro obiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno. Noi combattiamo insieme ai cittadini affinché ciò possa essere un sistema di cura universalistico e per tutti. Il definanziamento determina un allungamento delle liste di attesa, dei tempi all’interno di un pronto soccorso, una carenza di personale e di fatto non riusciamo a fornire quella qualità e quella quantità di cure così come noi vorremmo”.

Sindacati e pazienti sottolineano come il diritto Costituzionale alla salute è oggi declinato nelle Regioni in 21 modi diversi. “Un sistema destinato – secondo i promotori della protesta – a peggiorare a causa dell’autonomia differenziata che accentuerà le diseguaglianze nell’accesso alle cure che costringono gli ammalati a viaggi della speranza sulla direttrice Sud-Nord. Si va sempre più rapidamente verso il privato, dove solo chi potrà permetterselo riceverà cure adeguate”. “Dobbiamo partire dal modello organizzativo e di gestione. Abbiamo un salvadanaio – ha detto Fabrizio Capuano, delegato regionale di Favo Campania – dove mettiamo il Fondo Sanitario Nazionale o le risorse economiche che qualcuno ci passa. Questo salvadanaio è bucato alla base.
Non è che mettendo più soldi troverò più soldi, se non ho chiuso il buco. Noi dobbiamo portare il Servizio Sanitario Nazionale dentro una gestione unica e centrale. Altrimenti continueremo a sviluppare disuguaglianze. Dobbiamo tornare ai principi fondanti e costituzionali del nostro Servizio Sanitario”.

I sindacati aderenti all’iniziativa sono ANAAO ASSOMED, FEDERAZIONE CIMO-FESMED (ANPO-ASCOTI-CIMO-CIMOP-FESMED), AAROI-EMAC, FASSID (AIPAC-AUPI- SIMET-SINAFO-SNR), FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN, FVM FEDERAZIONE VETERINARI E MEDICI, UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA, CISL MEDICI. Le associazioni sono AISLA, AISTOM, AMICI ETS, ANED, APMARR, ANLAIDS, APSILEF, CITTADINANZA ATTIVA, FAMIGLIE SMA, FAVO, FEDERASMA E ALLERGIE, FINCOPP ODV, FORUM TRAPIANTI, NADIR ETS, UILDM.