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Quando si mette mano alla squadra pesantemente, com’è successo al Napoli, bisogna sostituire i calciatori forti con altrettanti calciatori forti. Sono arrivati gli sconosciuti? Sì, ma ci sono i video, ci sono le notizie, ci sono i compagni di squadra e ci si informa. La parte maggiore la fa il direttore Giuntoli che ha gran qualità nel farlo“. Lo ha detto l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti dal palco di Bologna dove oggi ha ricevuto il premio Bulgarelli 2023 come miglior allenatore di serie A.
Spalletti ha spiegato, parlando dell’addio di Insigne, Koulibaly e Mertens e l’arrivo di Kvaratskhelia, Kim Min-Jae, Raspadori e Simeone, che “si va a collocare – ha detto – questi calciatori nei ruoli che ci mancano. Un’altra caratteristica che deve avere un allenatore è quello di credere sempre di avere a che fare con una squadra forte. Abbiamo lavorato con la massima disciplina, la massima disponibilità di tempo. Perché poi è il tempo che dedichi a una cosa a fare la differenza. E io ho dedicato tutto il tempo al Napoli. Poi pian piano si va a creare un sistema di gioco, a credere in qualcosa di condiviso. Non è mai una partita sola, ci sono gli episodi, i momenti in cui hai più condizione sia fisica che mentale. E’ un lavorare in maniera seria che porta al risultato finale“.
Spalletti ha parlato anche della festa della città: “Napoli – ha detto – ha insegnato come festeggiare uno Scudetto, ha insegnato come far partecipare tutti alla gioia di un’altra squadra. Napoli ci ha insegnato che la gioia, l’allegria e la felicità non hanno confine“.
Spalletti ha parlato anche del divario tra i cinque club italiani in semifinale delle coppe europee e la nazionale che non si è qualificata ai due ultimi Mondiali: “Della mia squadra – ha detto il tecnico – mi sono riposato io, mentre in molti erano in Nazionale. Quando si parla di squadre di quel condominio altissimo del calcio, è normale che il 75% di giocatori siano in Nazionale. E’ sempre un dovere considerare tutto, nel calcio è importante dare disponibilità, allenarsi, voler essere alleanti“.
Sul premio Bulgarelli, Spalletti ha detto: “Per chi è della mia generazione il premio Bulgarelli è come l’Oscar per il cinema – le parole del tecnico toscano – Giacomo Bulgarelli è stato parte importante della storia del Bologna grazie alla sua perseveranza. Ricevere questo premio nell’anno in cui il Napoli è diventato campione d’Italia, al grido di ‘Tutto per lei’, per me assume un’importanza particolare e anche per questo voglio ringraziare quelli che mi hanno permesso di riceverlo, ossia i miei calciatori e il Napoli Calcio. I miei calciatori per tutto l’anno si sono impegnati, hanno fatto tutto benissimo, dando gran disponibilità in allenamento e in partita. Hanno dimostrato quell’attaccamento alla maglia, una cosa in cui Giacomo Bulgarelli era maestro assoluto“.