All’alba della giornata di ieri, nella Casa circondariale di Secondigliano, un uomo siciliano di sessantacinque anni, G. M. I., s’è lasciato morire per sua volontà. L’uomo, sul cui capo pesava un processo per associazione mafiosa, perché ritenuto attiguo ai clan di Cosa Nostra, soffriva di diverse patologie e le sue condizioni di salute erano davvero precarie, tanto da averlo portato lentamente a sprofondare nella depressione.
Nelle settimane scorse, aveva richiesto di poter aver un supporto psicologico, forse perché intenzionato a superare questo suo periodo buio e, proprio qualche giorno fa, avrebbe incontrato lo psicologo, oltre che essersi sottoposto a visita medica odontoiatrica. Nonostante tutto, però, ha deciso di farla finita, senza neppure voler attendere che vi fosse la pronuncia di primo grado.
Questo suicidio è il secondo in Campania dall’inizio dell’anno.
Il Garante campano delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello: “So che il detenuto viveva una situazione di salute molto difficile, per questo, non appena venuto a conoscenza del decesso, ho provveduto a scrivere sia alla direzione del carcere che alla direzione sanitaria. La sua storia drammatica si somma a quella di tanti altri, che preferiscono la morte piuttosto che sopravvivere dietro le sbarre con malattie e, in alcuni casi, con la consapevolezza di non poter essere curati a tal punto da superare quel momento complicato. La vicenda del 65enne, che ancora non aveva incassato alcuna condanna definitiva, deve indurre a riflettere ancor di più: quanto malessere e solitudine deve sentire dentro un uomo che, senza sapere ancora se verrà assolto o dovrà scontare una pena, decide di compiere il folle gesto? Le motivazioni del perché si arriva a compiere il suicidio sono molteplici e difficilmente elencabili. La sua vita sembrava normale, infatti, tanto che qualche giorno fa ha addirittura incontrato tranquillamente un odontoiatra. Il dramma va intercettato, attraverso piccoli segnali, che se ben colti potrebbero salvare vite e restituire speranza”.
Suicidio in carcere: 65enne in attesa di giudizio morto a Secondigliano
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