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Napoli – Criticità nella sanità pubblica, pochi irriducibili nelle aziende di trasporto pubblico locale, qualche “no” al vaccino nel commercio e nelle realtà produttive manifatturiere. Il primo giorno di obbligo di super green pass per i lavoratori over 50 fotografa a Napoli una situazione a macchia di leopardo che al momento non evidenzia grossi problemi per l’utenza. Secondo quanto riferito dalla Cgil, nell’azienda ospedaliera “Cardarelli” di Napoli ci sono una cinquantina tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari, nella fascia d’età interessata dal provvedimento, che ancora non si sono sottoposti alla vaccinazione. Molti lavoratori, per evitare conseguenze, stanno inviando certificati di malattia. All’Asl Napoli 1, sempre secondo le organizzazioni sindacali, sarebbero almeno un centinaio gli operatori sanitari e socio-sanitari che ancora nn si sono vaccinati. Nessun caso, invece, nelle Asl Napoli 2 e Napoli 3. Molte aziende, riferisce ancora il sindacato, hanno inviato ai lavoratori lettere e messaggi che invitavano a rispettare la scadenza del 15 febbraio per aderire alla campagna vaccinale.

La Cisl ha da subito assunto una posizione chiara a favore dell’obbligo vaccinale diffuso.
Limitarlo solo agli over 50 serve solo come incentivo al vaccino nella fascia più resistente a vaccinarsi, ma non risolve il problema“. A parlare è Lorenzo Medici, segretario generale della Cisl-Fp Campania.

“Il primo giorno – rileva Medici – sta facendo registrare i soliti problemi, ovvero pochi controlli, difficoltà per gli esenti a inserire i certificati in piattaforma per registrarli col QR code e, soprattutto, ci sono lavori che non saranno mai controllati”. “Chi controlla colf e badanti? Chi sanzionerà le multe da 600 a 1500 euro e con quale criterio? Insomma – conclude Medici – mi sembra il solito pasticcio all’italiana dove il compromesso prevale sul buon senso”.