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Boom di voli a Capodichino, per le emissioni acustiche quattro cittadini portano in tribunale il gestore Gesac, l’Enac, l’Enav e e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E le associazioni hanno appena presentato un esposto alla procura di Napoli. Una svolta a carte bollate, dopo anni di proteste. Lustri dove si denunciava l’indifferenza delle istituzioni, oltre alle “mancate risposte e l’atteggiamento non collaborativo” degli enti coinvolti. Sono partite azioni in sede civile e penale, per accendere i riflettori sul caso. Il fenomeno del viavai di sorvoli, anche a bassa quota, riguarda migliaia di cittadini napoletani. Decolli e atterraggi in netto aumento, negli ultimi tempi. Una crescita speculare all’ascesa della città come meta turistica. A lamentare un presunto danno alla salute sono quattro residenti di Centro Storico, Colli Aminei, Capodimonte e Vomero. Hanno proposto un ricorso cautelare, per ottenere un provvedimento d’urgenza, con l’articolo 700 del codice di procedura. Si dichiarano “stremati”.

Chiedono un’immediata tutela. Citati a giudizio sono il gestore dell’aeroporto, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, l’Ente nazionale di assistenza al volo e il competente dicastero. I ricorrenti invocano la cessazione dei rumori, ritenuti molesti anche per la frequenza. Come, eventualmente lo deciderà il giudice. Il tribunale civile di Napoli ha fissato l’udienza nei prossimi mesi. Ma un altro capitolo del braccio di ferro si sposta in Procura. Qui stamane è arrivato l’esposto, firmato da Stefania Cappiello, presidente del comitato No Fly Zone, e Antonio Di Gennaro, delegato per la mobilità di Assoutenti Campania. La denuncia sollecita accertamenti su autorizzazioni e deroghe, concesse dagli enti allo scalo aereo. Nell’esposto, tra l’altro, si ricorda “il contesto densamente urbanizzato” in cui sorge l’aeroporto. Gli interessati, in passato, hanno sempre respinto i rilievi. Adesso la parola passa alla procura di Gratteri.