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Napoli – Lo stabilimento Whirlpool di Napoli come primo esempio di “Fabbrica bene comune” d’Italia, questa la proposta lanciata dal primo cittadino napoletano, Luigi de Magistris insieme all’assessorato al Lavoro di Palazzo San Giacomo

A questa proposta il Governo non si può sottrarre” ha spiegato il sindaco, insieme all’assessore alle politiche sociali e al Lavoro, Monica Buonanno, nel corso dell’assemblea di ieri nella fabbrica di via Argine. Un’assemblea aperta alla città, svolta nella data scelta dalla multinazionale per la cessazione dell’attività produttiva su Napoli.

Una sorta di “nazionalizzazione napoletana” con Governo, Regione e Città Metropolitana che acquisirebbero le quote della Whirlpool per continuare la produzione industriale a Napoli Est.

Una proposta seria” la definisce il sindaco partenopeo ai venti di diffidenza sulla pensata “innovativa”. “Hanno lavorato giuristi ed economisti – spiega Dema – . L’abbiamo discussa anche con i lavoratori nei mesi sorsi”.

Mentre sulla produzione di lavatrici, di cui Napoli è un’eccellenza mondiale, il sindaco tergiversa non escludendo l’ipotesi riconversione. Ampiamente bocciata dai lavoratori nel corso dei loro 18 mesi e oltre di lotta.

Acquisiamo le azioni della Whirlpool – racconta il sindaco – con un attività di produzione e nel caso anche di riconversione con i lavoratori che entrano nell’organizzazione e nella produzione”.

Per il sindaco la “nazionalizzazione napoletana” sembra difatti un idea fattibile. “Diventa un attuazione della Costituzione – spiega De Magistris parlando del piano giuridico – . Chiedo al Governo di convocarci subito. Con le modalità che ritiene e noi andremo a concretizzare nello specifico la nostra proposta”.

Nel mentre gli operai non mollano ed anche oggi, domenica 1 novembre, restano in presidio nel sito di Ponticelli. Come avevano già annunciato ieri i lavoratori. “Il 31 ottobre non è la fine ma l’inizio di una nuova fase di lotta”.