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Sono sempre più numerosi i ragazzi che scelgono i percorsi tecnici e professionali della filiera 4+2 per un totale di 2.093 domande (1.405 nei tecnici e 688 nei professionali). Bene anche l’esordio del liceo Made in Italy che vedrà sui banchi 420 iscritti. I preferiti restano però i licei che continuano ad essere scelti da oltre la metà della platea degli studenti (55,32% di domande rispetto alle iscrizioni generali). Gli istituti Tecnici e i Professionali mostrano una ulteriore crescita: i primi rilevano il 31,72% (contro il 31,66% della scorsa settimana) e i secondi il 12,95% (contro il 12,72% della scorsa settimana) delle iscrizioni.
I dati delle iscrizioni alla filiera 4+2 e al liceo Made in Italy – commenta il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara – dimostrano che c’è una crescente domanda da parte delle famiglie di percorsi di studio che siano fortemente innovativi e orientati all’inserimento nel mondo del lavoro, confermando l’efficacia delle politiche adottate e il loro impatto positivo sull’orientamento degli studenti”.
Dal ministero rilevano che “i dati confermano inequivocabilmente il gradimento per la sperimentazione della nuova filiera anche alla luce del confronto con la diversa sperimentazione dei quadriennali che al suo esordio capitalizzò lo 0,28% di iscrizioni agli istituti tecnici, percentuale salita allo 0,41% nell’anno scolastico 2023/2024 a fronte di appena lo 0,17% di iscritti ai professionali sperimentali e allo 0,53% per i tecnici e 0,18% per i professionali della vecchia sperimentazione per l’anno scolastico 2024/2025″. In particolare, rispetto alla rilevazione alla chiusura delle iscrizioni on-line del 10 febbraio scorso, si rileva per la filiera 4+2 una crescita del 25% degli iscritti per un totale di 2.093 domande (1.405 nei tecnici e 688 nei professionali), e per il liceo Made in Italy un incremento del 12%, con 420 iscritti totali”.
Nel frattempo è destinato a far discutere il caso di un istituto Munari di Crem, in provincia di Cremona, dove non partirà la classe del liceo Made in Italy dopo che un solo studente si era iscritto al nuovo indirizzo appena creato. La conferma arriva dal preside della scuola Pierluigi Tadi.

Senza adesioni volontarie da parte delle famiglie il liceo del Made in Italy non partirà, ma attiveremo due classi del liceo economico-sociale come richiesto dalle famiglie – ha spiegato il dirigente scolastico. Tadi ha aggiunto che, dopo aver ricevuto poche adesioni al liceo Made in Italy, “ho scritto ai genitori degli alunni di economia informandoli che il corso sarebbe andato a morire e che, nel caso, avrebbero potuto trasferire i figli al Made in Italy anche a iscrizioni già chiuse. I genitori non hanno accettato e così tutti restano nell’indirizzo economico e per il Made in Italy se ne riparlerà”.
Infine si è conclusa oggi l’Assemblea nazionale studentesca organizzata dall’Unione Degli Studenti: tre giornate di assemblee, dibattiti e laboratori con cui è stato messo in pratica “un modello di scuola alternativo, costruito dal basso”.
Un momento costruito insieme a realtà nazionali e internazionali Mnl, Obessu, Rete della Conoscenza, Flc-Cgil, Actionaid, Libera, Legambiente, Sbilanciamoci, Movimento No base, Non Una Di Meno e Fridays For Future, Maleducat3, Giovani Palestinesi”. Oggi l’Uds è andata davanti al ministero dell’Istruzione per ribadire alla politica che “vogliamo un altro modello di scuola” e promettendo di scendere in piazza nuovamente in primavera “contro le riforme su condotta e Its, contro un modello di scuola meritocratica, classista e non inclusiva”.

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