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Ancora decine e decine di presidi in tutta Italia. La marcia dei trattori non si arresta lungo tutta la Penisola, e anzi si rafforza con blocchi, traffico in tilt al casello autostradale di Brescia, dove poi la protesta è proseguita sotto la sede di Coldiretti dalla quale nessuno ha voluto parlare con i contestatori. L’allerta oggi è arrivata fino al confine di Ventimiglia. Bloccata la A21, cortei anche a Cuneo e Novara e nell’Alessandrino 300 manifestanti sulla Torino-Piacenza. Mobilitazione anche in Valle d’Aosta.

In centro Italia, nuovamente messi sotto pressione gli svincoli dell’Autostrada del Sole a Orte, nel Viterbese, e il casello Valdichiana nell’Aretino. All’Aquila proteste fino a venerdì. A Sud cortei di trattori in Puglia nel Foggiano e nel Brindisino, in Sardegna al porto di Oristano (dopo quello di Cagliari ieri), in Calabria sulla Statale Ionio-Tirreno nella piana di Rosarno. Una continua e inarrestabile onda di malcontento per i redditi ridotti al minimo, l’Irpef agricola, le imposizioni perpetrate in tutti questi anni dall’Unione Europea, l’impossibilità di dare un futuro alle terre. Un movimento, però, che, dopo giorni di manifestazioni, si scopre avere al suo interno diverse anime. Fronte diviso a Verona, teatro oggi dell’apertura della 116/a edizione di Fieragricola. Davanti alla fiera circa 300 i manifestanti, con meno di una decina di mezzi. Una delegazione incontra il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida secndo il quale “non ci devono essere agricoltori contro agricoltori” e parla di un incontro che è “andato molto bene“. Le battaglie che fa l’Italia in Europa “sono per voi”, dice Lollobrigida ai portavoce dei manifestanti, come quella sulla carne coltivata “ci avevano detto che saremmo rimasti soli in Europa, e invece 14 nazioni ci hanno seguito”. All’estero, aggiunge Lollobrigida, “tutti giochiamo con la maglia azzurra”. Ma chi ha parlato con il ministro “non ci rappresenta”, dice Danilo Calvani che guida il Comitato degli Agricoltori Traditi (C.r.a.) da cui il 22 gennaio è partita la protesta dei trattori. In un comunicato pubblicato su Facebook parla di “un manipolo di opportunisti i quali, spacciandosi per rappresentanti dei contadini e della mobilitazione agricola ‘trattano’ con membri del Governo per il loro personale tornaconto. Gli stessi falsi rappresentanti, iscritti ai partiti che da anni stanno decimando il comparto agroalimentare”. Pronta la replica da Verona.

“Noi non siamo venduti né vendiamo nulla. Abbiamo fatto richieste ben precise che sono quelle che noi vogliamo ottenere per salvare le nostre aziende. Al contrario suo, che non ha più un’azienda e allora forse vorrà entrare in politica”, afferma uno dei componenti della delegazione degli agricotori ha incontrato Lollobrigida, Giorgio Bissoli riferendo che il ministro “si è reso disponibile a incontrarci anche a Roma. Speriamo prima possibile, ma il tempo non gioca a nostro favore”. Dal canto suo Calvani annuncia che domani sarà in Calabria dove verranno prese decisioni eclatanti. Sul fronte delle tre organizzazioni agricole italiane, per Confagricoltura “la protesta di questi giorni va ricondotta a un dibattito istituzionale che ci vede impegnati ogni giorno ad ogni livello, in Italia e in Europa”, e annuncia la consegna di un documento al ministro e un tavolo al ministero venerdì. Coldiretti domani sarà davanti al Parlamento Europeo per chiedere di “cancellare definitivamente” l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac). Insufficiente la proposta di deroga sui terreni incolti anche da parte di Cia-Agricoltori Italiani.