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Incidente stradale alle porte di Benevento: un morto

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Ancora sangue sulle strade sannite. Un terribile incidente è avvenuto pochi minuti fa, lungo la via Appia tra le zone di Apollosa e Tufara. Coinvolte una Fiat Panda e un’Audi station wagon. La persona alla guida della Fiat Panda è deceduta sul colpo. Ferito l’uomo alla guida dell’Audi, con una ferita alla testa, trasportato in ospedale. Sul posto i Vigili del Fuoco di Bonea e Benevento, due ambulanze del 118 e i Carabinieri di Benevento. 

In aggiornamento

   

La “bella stagione” approvata dagli avellinesi, ora il futuro di Nargi

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Metti le sere calde d’estate, metti un pò di musica ed ecco che Avellino si popola e si gode i suoi spazi e le opportunità di aggregazione.

L’aperitivo degli eventi estivi promossi dal Comune di Avellino, con il concerto di Serena Brancale, conferma una strategia amministrativa giusta in termini di scelte di nomi di grido e spettacoli che riescono ad attirare persone anche da fuori provincia.

Se il concerto di ieri seraè stato  apripista di un’altra grande estate oppure unico dell’estate, lo si scoprirà a breve.

Come noto si apre una delle settimana più importanti per il sindaco Laura Nargi, il suo futuro e il futuro dell’amministrazione tutta.

I bracci di ferro con l’ex primo cittadino Gianluca Festa da mesi riempiono le cronache locali, ma il Consiglio comunale per l’approvazione del bilancio assume il sapore dal dentro o fuori, una sorta di ideale spartiacque tra il primo anno amministrativo e l’eventuale proseguo.

L’appuntamento è per mercoledì 18 Giugno alle ore 15:30  in prima convocazione e, se non dovesse esserci il numero legale la partita si sposta al giorno successivo in seconda, giovedì 19 sempre alla stessa ora.

Il  Sindaco metterà ai voti il bilancio consuntivo 2024: serviranno 17 voti, compreso quello della Nargi stessa, per approvare il documento. Al momento, però, i consensi certi si fermano a 13, includendoi i consiglieri dei gruppi “Siamo Avellino”, “Coraggio per Avellino” e “Patto Civico”.

Occhi puntati sull’atteggiamento che assumeranno gli 11 consiglieri rimasti nei gruppi “Davvero” e “Viva la libertà” riconducibili all’ex sindaco Gianluca Festa e, non da ultimo, come si comporterà in Aula l’opposizione del Partito Democratico. 

VIDEO/ Rapina a mano armata nel bar In Piazza, lo sfogo del titolare

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“1 minuto e 8 secondi: tanto è durata questa notte una tentata rapina e un tentato omicidio con arma da fuoco ai danni miei e della attività commerciale gestita da me e mio cugino.” A raccontare quanto accaduto nel corso della notte è direttamente il titolare del bar In Piazza, situato in via Posidonia, Emanuele Avagliano in un post nel quale ha pubblicato anche le inquietanti immagini del colpo. Oggi il bar è chiuso, la serranda è mezza alzata mentre la polizia sta effettuando una serie di rilievi con la sezione scientifica. Si ipotizza anche che la stessa persona abbia compiuto un altro colpo a poca distanza ad un distributore di carburante sulla tangenziale con le stesse modalità e sempre  armata. 

Intanto il racconto che il titolare del bar di Pastena ha riportato sui suoi social: “Erano circa le 2.30 e, nonostante fossimo quasi pronti per chiudere, alcune comitive di amici e clienti affezionati erano ancora presenti all’esterno. Ero nel laboratorio con le mie due dipendenti quando le grida di una cara amica richiamano immediatamente la mia attenzione. Un intruso si stava intrufolato dietro al bancone. Non avevo idea di cosa stesse accadendo, corro dietro al bancone e mi trovo di fronte un uomo con casco e passamontagna e con la pistola puntata in faccia verso di me. Dammi i soldi. Apri la cassa. Muoviti!” le sue parole e la sua voce risuonavano ancora nella mia testa insistentemente. Non so cosa mi sia scattato dentro, ma ho pensato subito di difendere quel cassetto sporco di sudore, onesta e dignità con tutto me stesso. In quel cassetto c’era l’incasso di un sabato sera estivo che rappresenta non solo i nostri sacrifici, ma anche la tranquillità di affrontare una nuova settimana con un po’ più di serenità. Ho pensato al lavoro quotidiano che io e il mio socio facciamo per e con i nostri dipendenti, e a quanto fosse importante proteggere tutto ciò e i miei dipendenti da questo balordo. Senza pensarci, con la scopa che avevo tra le mani e con una determinazione che non pensavo di avere, inizio a colpirlo con forza in faccia e sulla testa, urlandogli contro “Esci, non ho niente e non ti do nulla!” La rabbia mi ha accecato in quel momento e non mi ha fatto ragionare. Lui ha reagito sparandomi con freddezza e senza scrupoli un colpo secco contro. Ho ancora il rumore dello sparo nelle orecchie! Ho ancora l’odore della polvere da sparo sotto al naso. Per fortuna e grazie a Dio, mi sono spostato in tempo evitando che il proiettile mi colpisse. L’adrenalina ha iniziato a scorrere ancora più velocemente nelle mie vene mentre continuavo a scacciarlo e ad inveirgli contro facendolo indietreggiare, finché finalmente è fuggito via.

Ho rischiato la vita, ma per fortuna sono qui a raccontarlo. Bastavano due centimetri più in là e quel proiettile era dentro di me nella mia pancia. La polizia è arrivata rapidamente, fornendoci supporto e assistenza. Nel mentre la polizia ascolta i testimoni, scopriamo che lo stesso individuo aveva compiuto un’altra rapina, subito dopo a un distributore di benzina. A mente fredda posso dire di essere stato incosciente! Ma bisogna trovarsi nelle situazioni per capire le reazioni. Io non credevo che potessi arrivare a tanto.

Mi chiedo: il ddl sicurezza, recentemente approvato forzatamente dal governo Meloni per volontà di Salvini, sarà applicato immediatamente? Verrà catturato, arrestato e fatto marcire in carcere, oppure le nostre vite rimarranno in pericolo, mentre il rapinatore sarà libero di colpire ancora? A chi ci rivolgiamo per ricevere giustizia e risarcimento per i danni subiti dato che il proiettile ha perforato bancone, frigorifero e bibite all’interno? Chi ci risarcirà per la paura, l’ansia e le lacrime versate subito dopo? E per la paura che avremo ogni volta che calerà la notte? Dov’era l’umanità dei vicini che sanno chiamare la Municipale solo per gli schiamazzi notturni e per farci abbassare la musica inplorando pietà perché dicono che non dormono e non si affacciano invece sentendo inevitabilmente il rumore di uno sparo con arma da fuoco?

Grazie agli amici invece restati fini alle 6 con noi nel mentre la scientifica non finiva i rilievi balistici. Grazie agli amici che fino ad ora hanno chiamato per esprimerci la propria vicinanza appresa la notizia. Pubblico il video per farvi capire l’orrore umano fino a dove si spinge. Scusateci. Oggi, per ovvi motivi, resteremo chiusi. Abbiamo bisogno di ritrovare la nostra tranquillità! Ci vediamo lunedì mattina”.

Detenuto incendia cella e poi aggredisce agenti a Secondigliano

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Un giovane di origini marocchine, poco più che ventenne, detenuto nel carcere di Napoli-Secondigliano nel primo pomeriggio di ieri, ha appiccato un incendio nella propria cella e poi, una volta domate le fiamme, quando i poliziotti penitenziari hanno eseguito una perquisizione, li ha aggrediti costringendone due alle cure mediche. Lo rende noto il Con.Si.Pe. “L’intervento tempestivo e professionale della Polizia Penitenziaria – spiega la nota – ha evitato conseguenze più gravi, domando le fiamme e mettendo in sicurezza il reparto. Durante le successive operazioni di trasferimento e perquisizione personale – finalizzate ad accertare l’eventuale possesso di altri accendini o oggetti pericolosi – il detenuto ha aggredito violentemente alcuni agenti e l’ispettore di sorveglianza, causando il ferimento di più operatori. Due dei quattro poliziotti aggrediti ricorsi alle cure mediche ha riportato una prognosi per 10 giorni. L’episodio fa seguito a un altro momento critico avvenuto nella giornata di l’altro ieri presso il Padiglione T2, dove il personale penitenziario ha gestito con prontezza una situazione di tensione interna”.
La Confederazione Sindacati Penitenziaria (CON.SI.PE.) esprime “piena solidarietà e vicinanza ai colleghi coinvolti, sottolineando l’urgenza di adottare misure concrete a tutela della sicurezza di chi opera negli istituti”. 

Ruba un borsello, inseguito e arrestato dalla polizia locale

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Gli agenti della polizia locale di Napoli durante lo svolgimento delle normali attività di controllo sul territorio, hanno notato due soggetti che correvano mentre uno dei due teneva stretto in mano un borsello, seguiti a breve distanza da altre due persone che a gran voce gridavano di essere stati derubati.
Gli agenti si sono messi all’inseguimento dei due fuggitivi riuscendo a fermare, non senza difficoltà, quello che aveva in mano il borsello, mentre l’altro si dileguava nella direzione opposta. L’uomo ha tentato con violenza di sottrarsi all’arresto, tentando di colpire gli agenti che comunque sono riusciti a bloccarlo ed a recuperare la refurtiva che veniva riconsegnata ai legittimi proprietari. L’uomo è stato arrestato. Si tratta di un tunisino, con precedenti penali, irregolare sul territorio dello Stato Italiano. Su disposizione del Pm di turno è stato condotto presso le camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato. Per i due Agenti della Municipale si sono rese necessarie delle cure mediche in quanto a seguito di colluttazione con il soggetto, hanno riportando lesioni considerate guaribili in 6 giorni ciascuno. 

“Open! Gli architetti aprono i loro studi al pubblico”: la manifestazione

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Con la collaborazione dell’Archeoclub di Benevento, si è tenuta nella giornata di ieri la manifestazione “Open! Gli architetti aprono i loro studi al pubblico”.

Per il 2025 l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Benevento, ha intelligentemente individuato come location della collettività Casa Pisani, centro di produzione culturale nel cuore di Benevento, luogo simbolico e suggestivo che ha ben rappresentato lo spirito dell’iniziativa e la volontà di rafforzare il legame tra architettura e territorio.

Questi gli studi professionali che hanno aderito all’iniziativa: Atelier_LampugnaleMorando; Atelier_Palumbo; [archiattack]; Giuseppe Palmieri; LDL s.r.l.; Offtec s.r.l.; René Bozzella&Giovanna Panarese; STEP design studio; Vittorio De Rienzo.

I visitatori hanno potuto ammirare anche le opere degli ospiti: Agostino Cumbo, Pasquale Palmieri, Federico Iadarola, Patrizia Pansi e Libero Varricchio.

Francesco Morante, presidente dell’Archeoclub di Benevento, tiene a precisare: “Queste iniziative, che ci onoriamo di ospitare, intendono dare un dinamico profilo al sodalizio per ribadirne il carattere culturale, con speciale riguardo alla tradizione monumentale, sociale e storica del territorio sannita. E per portare alla ribalta questa missione, Casa Pisani, appare certamente il luogo più adatto per pubblicizzare le bellezze della Città di Benevento, nonché le attività svolte da professionisti e hobbisti della domenica”.

Incendio in un appartamento a Napoli, salvate quattro persone

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Un incendio, le cui cause sono ancora da accertare, è divampato nel pomeriggio in un appartamento di via Generale Girolamo Calà Ulloa, zona Vasto, a Napoli. Sul posto sono intervenute vari equipaggi della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco, che hanno tratto in salvo le quattro persone che si trovavano nell’abitazione. Per loro nessuna conseguenza: solo una, la più anziana, ha avuto una leggera intossicazione.

Getti d’acqua ad alta pressione contro i passanti, due denunciati

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Due ragazzi di 19 e 18 anni sono stati denunciati dai carabinieri perché nei giorni scorsi in via dei Pini, a Napoli, avevano ‘sparato’ getti d’acqua ad alta pressione contro passanti e automobilisti.  Secondo la ricostruzione degli investigatori i due avrebbero utilizzato una pistola elettrica. E l’alta pressione con la quale usciva ha fatto ritenere, in un primo momento, che fossero dei ‘pallini’ di piombo.
 
Le indagini dei carabinieri, grazie anche alla visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, hanno chiarito la vicenda.
Nello stesso quartiere i carabinieri della compagnia Vomero, insieme agli agenti della polizia municipale e ai motociclisti del nucleo radiomobile di Napoli, hanno condotto una vasta operazione di controllo: sono stati identificati 116 giovanissimi e controllati 41 scooter e 8 auto. Diverse le sanzioni al codice della strada tra cui 9 per guida senza casco. Sette i mezzi a 2 ruote sequestrati. Denunciato un 28enne che, perquisito, è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico lungo 14 centimetri.

Incidente stradale sulla Statale 18, morto un motociclista

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Un uomo di 55 anni ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto nella tarda serata di ieri sulla Strada Statale 18, nei pressi della rotatoria di Santa Cecilia, nel territorio comunale di Eboli, in provincia di Salerno. La vittima è noto ristoratore del posto.
 
L’uomo viaggiava in sella a una moto di grossa cilindrata insieme alla compagna, rimasta gravemente ferita. Secondo una prima ricostruzione, intorno alle 23 i due stavano percorrendo la statale in direzione Battipaglia quando si è verificato uno scontro frontale con una vettura guidata da un giovane. A seguito del violento impatto, la coppia in sella alla moto è stata sbalzata per diversi metri finendo in terra violentemente. Immediato l’intervento dei sanitari del 118: l’uomo è stato trasferito in codice rosso all’ospedale di Eboli, dove è deceduto poco dopo il ricovero; la donna è stata trasportarla all’ospedale di Battipaglia, dove resta in condizioni critiche. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Eboli per i rilievi e ricostruire la dinamica dell’incidente. Il conducente della vettura è illeso, ma in stato di choc.

Palomonte, indiano ucciso e fatto a pezzi, in aula i carabinieri e la donna che trovò il cadavere

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Palomonte (Sa). Prosegue con l’ascolto dei testi della Procura della Repubblica di Salerno dinanzi al Procuratore Generale e al collegio dei giudici della Corte d’Assise di Salerno, il processo per l’omicidio dell’operaio bracciante agricolo indiando Singh Gurinder, ucciso, fatto a pezzi e gettato nel vallone Vonghia, nel comune di Palomonte, nel dicembre del 2021 ed il cui cadavere fu ritrovato solo nel febbraio dell’anno successivo da una famiglia di pastori del posto.
Il processo che vede imputate sei persone, tra cui un indiano nonché collega della vittima e ritenuto l’assassino del 35enne, la datrice di lavoro della vittima e amici e parenti dell’imprenditrice, accusati a vario titolo dei reati di omicidio aggravato, decapitazione, occultamento di cadavere, favoreggiamento e falsa testimonianza, ha preso il via pochi mesi fa, a seguito della decisione del Gip di rinvio a giudizio dei sei indagati e dell’arresto del collega della vittima che si trova rinchiuso nel carcere di Fuorni e che è ritenuto dagli inquirenti l’assassino.

La vittima, Singh Gurinder, 35 anni, indiano, sposato, lavorava come bracciante agricolo alle dipendenze di un’azienda zootecnica bufalina sita in località Piana San Vito nel comune di Sicignano degli Alburni quando, nel 2021 scomparve misteriosamente dall’azienda in cui lavorava e dove viveva insieme al collega salvo poi, nel febbraio 2022, rinvenire il corpo ormai senza vita e cadavere in avanzato stato di decomposizione, sventrato, fatto a pezzi e gettato nel torrente Vonghia sito nel comune di Palomonte. A rinviare a giudizio l’assassino e indiano Singh Davinder e gli altri cinque imputati, il Giudice per le indagini preliminari Gerardina Romaniello. Alla base dell’efferato omicidio, avvenuto all’interno dell’appartamento container-dormitorio dei due operai e sito nell’azienda bufalina, ci sarebbe stato un litigio tra i due colleghi indiani causato da un probabile abuso di alcol. Follia omicida che ha portato Davinder, dopo aver ucciso, sventrato e fatto a pezzi il corpo del collega ormai senza vita, a caricarlo a bordo della sua autovettura e a recarsi in località Vonghia dove lo ha occultato, gettando il cadavere a pezzi tra i rovi, in un dirupo sottostante il ponte che attraversa il vallone, tra vegetazione ad alto fusto, acqua e animali selvatici vaganti. Episodio che sarebbe accaduto, secondo la Procura della Repubblica a metà dicembre 2021.

I fatti risalgono all’8 febbraio 2022 quando i cani di proprietà di una famiglia di pastori che viveva in località Vonghia, a pochi passi dall’omonimo torrente sito nel comune di Palomonte, trovarono i resti di ossa di cadavere umano che trascinarono fino davanti all’abitazione dove la coppia viveva con i figlioletti piccoli. Alla vista del cranio, la coppia allertò i carabinieri di Contursi Terme che, giunti sul posto dopo ore interminabili di ricerche, tra i rovi del bosco e gli uliveti, a ridosso del vallone, rinvennero resti sparsi e a pezzi di un cadavere umano in avanzato stato di decomposizione. Cadavere irriconoscibile e che, solo grazie agli esami sul dna effettuato su ciò che restava del corpo sventrato e decomposto, è risultato un anno dopo, appartenente ad un uomo, di nazionalità indiana, bracciante agricolo presso un’azienda di allevamento di bufale sita in località Piano San Vito di Sicignano degli Alburni, ucciso secondo gli esami autoptici medico-legali, tra il 22 e il 28 dicembre 2021. Sono stati i carabinieri infatti, dopo mesi di indagini e di interrogatori di cittadini stranieri e italiani residenti tra i comuni di Palomonte, Sicignano degli Alburni e la Basilicata, a delineare il quadro investigativo dell’inchiesta che ha prima portato il Pm Giampaolo Nuzzo ad iscrivere sei persone nel registro degli indagati fino al rinvio a giudizio stabilito dal Gip dei sei indagati, oggi finiti a processo dinanzi alla Corte d’Assiste, a cui si è aggiunta la testimonianza chiave della vedova del 35enne, giunta dall’India in Italia lo scorso anno, assistita dall’avvocato Luigi Gaudiano, dove ha ripercorso minuziosamente gli ultimi giorni di vita in cui era stata in contatto con il marito e che ha fornito dati e messaggi ai fini delle indagini. La vedova inoltre, si è anche costituita parte civile nel processo.

A processo anche la datrice di lavoro della vittima con i suoi familiari e alcuni vicini di casa, accusati di aver dichiarato il falso al loro legale e alla Procura, sviando così le indagini sul caso, circa il periodo in cui la vittima era scomparsa dall’azienda zootecnica. I cinque quindi, sono finiti a processo con le accuse di falsa testimonianza e favoreggiamento mentre nelle scorse ore il collegio dei giudici della Corte d’Assise ha ascoltato i testi della Procura, i carabinieri di Contursi Terme e la donna, allevatrice di bestiame di Palomonte, che ha rinvenuto il cranio dell’uomo dinanzi alla sua abitazione in località Vonghia.

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