Le rapine sono state compiute da novembre 2022 a gennaio scorso. Nel mirino dei rapinatori stazioni di servizio lungo i principali assi viari nei Comuni di Cardito, Casoria, Napoli, Pollena Trocchia e Villaricca. I presunti autori di questi colpi – sei in tutto – sono stati arrestati questa mattina dalla Polizia di Stato in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura. Si tratta di tre fratelli ed un nipote. Lo scorso gennaio gli investigatori hanno individuato la base logistica dei rapinatori ritrovando anche due armi (di cui una replica) e una moto.
Frode del bonus energetico, scatta il sequestro nel Casertano
I crediti di imposta per la riqualificazione energetica di un edificio sarebbero stati generati attraverso la produzione di documentazione falsa attestante l’esecuzione di opere che, secondo gli investigatori, non sono state mai eseguite. Per questo motivo la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha disposto l’esecuzione, in via d’urgenza, del sequestro preventivo, poi convalidato dal gip, della somma di un milione di euro ad una società commerciale amministrata da un uomo di Curti, nel Casertano. Nella documentazione, secondo gli accertamenti eseguiti dalla Guardia di Finanza di Capua, sarebbero stati inseriti dati catastali riferibili a Comuni del nord Italia che sono stati soppressi. E la stessa società cedente dei crediti non risulterebbe né proprietaria né conduttrice degli immobili oggetto dell’efficientamento energetico. La società beneficiaria avrebbe poi ceduto ad un’altra società che li avrebbe impiegati per il pagamento di debiti tributari o li avrebbe a sua volta ceduti a terzi. Le indagini sono scattate a seguito di una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate e sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Capua, con il coordinamento della Procura di Santa Maria Capua Vetere.
Teatro Partenio, con i Senzatempo il nuovo cartellone musicale
Venerdì 30 giugno alle ore 10.30 presso il Circolo della Stampa di Avellino vi sarà la presentazione del Cartellone Musicale e di Prosa del Teatro Partenio a cura del Teatro Pubblico Campano. Per la Stagione Musicale 2023- 2024 ancora una volta, visto il grande successo dell’anno scorso, la direzione artistica è affidata alla Associazione Culturale I Senzatempo. Spazio ai grandi nomi della musica internazionale ed a tantissime novità di assoluto rilievo. Quest’anno anche con la partecipazione come sponsor della Ford Blu Center di Avellino.
Cambio di guardia al vertice provinciale dell’Arma, Bramati saluta: ecco Albanese
Il Colonnello Domenico Albanese nella giornata di domani, martedì 27 giugno, subentrerà al comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino. Albanese raccoglierà l’eredità del colonnello Luigi Bramati che lascerà l’Irpina dopo tre anni. Quest’ultimo che nel corso della festa per i 209 anni della fondazione dell’Arma dei Carabinieri ha salutato la provincia di Avellino (leggi qui). Il suo è stato un lavoro notevole, apprezzato dalle altre forze di polizia, dalle istituzioni e dalla cittadinanza. Il colonnello Bramati, arrivato nell’ottobre del 2020 ha Bramati ha vissuto e gestito la difficile fase della pandemia in provincia di Avellino. Nella giornata di domenica, Bramati ha avuto modo anche di prendere parte alla riapertura della cappella dell’Immacolata adiacente la sede del comando provinciale dei carabinieri di Avellino. La cappella è stata dedicata alla Virgo Fidelis.
Il Colonnello Albanese militare di profonda esperienza ha svolto – tra i tanti – ruoli complessi come quello di Comandante del gruppo carabinieri Milano e comandante della Compagnia Roma-Casilina. Due territori, importanti anche dal punto di vista geografico. Tra le operazioni che hanno visto impegnato il Colonnello Albanese spicca certamente il fatto avvenuto nel 2010 quando un 20enne per futili motivi colpì una donna di 32 anni nella metro di Anagnina. Nel milanese grossa operazione che portò all’arresto di un soggetto di 34 anni che aveva tentato, dopo che in dodici mesi aveva rubato quasi 800 mila euro dalla cassa dell’azienda pubblica di gas e acqua per poi provarli nasconderli in una valigia sotterrata in un parco. Albanese durante la sua carriera ha fatto del senso di comunità ma soprattutto di collaborazione un collante tra l’Arma e la cittadinanza.
Il colonnello Albanese subentra in un territorio particolare, in cui la criminalità organizzata, nonostante i durissimi colpi ricevuti, continua a essere presente. La conferma è arrivata nei mesi scorsi con la relazione della Direzione Investigativa Antimafia (leggi qui). Nella giornata di domani, ore 9.30, il Colonnello Bramati avrà modo di salutare l’Irpinia presso la sede del Comando Provinciale dei carabinieri di Avellino.
In Italia oltre 894mila lavoratori domestici: 49mila solo in Campania, 26mila a Napoli
Nel 2022, i lavoratori domestici contribuenti all’Inps sono stati 894.299, con un calo del 7,9% rispetto al 2021 (-76.548 lavoratori), dopo gli aumenti registrati nel biennio 2020-2021 legati a una spontanea regolarizzazione dei rapporti di lavoro, per consentire ai collaboratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown, e all’entrata in vigore del Decreto Rilancio che, da giugno 2020, ha regolamentato l’emersione agevolata di rapporti di lavoro irregolari che ha riguardato soprattutto lavoratori stranieri e in particolare extracomunitari. A livello territoriale, il Nord-Ovest è l’area geografica che, con il 30,8%, presenta il maggior numero di lavoratori, seguita dal Centro con il 27,2%, dal Nord-Est con il 20,3% e poi dal Sud (12,4%) e dalle Isole (9,3%).
Nel 2022, in Campania i lavoratori domestici sono stati 49.692, in calo del 13,5% rispetto al 2021. Secondo i dati del Report 2023 dell’Osservatorio Inps sul lavoro domestico in Italia elaborati da Nuova Collaborazione, in Campania lavorano prevalentemente le donne (40.386 contro 9.306 uomini), mentre la composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia la prevalenza di lavoratori stranieri: lo scorso anno sono stati 31.651 contro 18.041 di nazionalità italiana.
In particolare, nel 2022 a Napoli i lavoratori domestici sono oltre 26mila, con una maggioranza di stranieri (19.706) rispetto agli italiani (6.697): prevalgono le donne (20.213, di cui 14.288 straniere e 5.925 italiane), mentre gli uomini sono 6.190, di cui 5.418 stranieri e 772 italiani.
Questi sono solo alcuni dei dati emersi in occasione del convegno “Tutto regolare? Colf, badanti e babysitter in Italia” organizzato da INPS e Nuova Collaborazione, Associazione nazionale datori di lavoro domestico, durante il quale è stato presentato il Report 2023 curato dall’«Osservatorio INPS sul lavoro domestico».
All’incontro – moderato dal giornalista Francesco Antonioli (Direttore di Mondo Economico) – hanno partecipato Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Walter Rizzetto, presidente XI Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, Chiara Gribaudo, vice presidente della XI Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, Vincenzo Caridi, Direttore generale INPS, e Alfredo Savia, Presidente Nuova Collaborazione.
“La pubblicazione del report, a cura dell’Osservatorio INPS sul lavoro domestico, è diventato un appuntamento annuale fondamentale. In questa occasione – ha dichiarato Alfredo Savia, Presidente Nuova Collaborazione – riusciamo ad analizzare, sotto diversi aspetti, il comparto del lavoro domestico che in Italia, nonostante rappresenti un punto di riferimento nella vita e organizzazione delle famiglie, è purtroppo ancora poco conosciuto. Il percorso di Nuova Collaborazione si struttura in modo ampio a sostegno di ‘tutta la famiglia’ riconosciuta come pilastro del Welfare che, in questo preciso momento storico, necessita di interventi strutturali e continuativi nel tempo per la gestione del lavoro di cura. In tale ambito, mi preme sottolineare come i lavoratori domestici, non rappresentino più soltanto una leva occupazionale ma siano diventati centrali nell’organizzazione del lavoro di cura della casa e della famiglia. Come associazione ci stiamo rafforzando e adattando alle nuove necessità; la politica dal canto suo deve aiutare noi e le famiglie con provvedimenti duraturi nel tempo, soprattutto in materia fiscale, per agevolare l’assunzione dei collaboratori domestici, oltre a programmi che facciano emergere anche il lavoro irregolare. L’appello che voglio rivolgere alla politica e alle istituzioni è quello di porre maggiore interesse e sensibilità nei confronti del lavoro di cura”.
“Negli ultimi mesi abbiamo avuto dei segnali che riportavano l’interesse della politica sul lavoro domestico, prima con la bozza del Decreto Lavoro che includeva la proposta di un raddoppio delle deduzioni fiscali per i versamenti contributivi; da ultimo un emendamento al decreto che proponeva la decontribuzione totale per l’assunzione di badanti, emendamento poi bocciato per mancanza di coperture.
Questo Parlamento, ha senz’altro a cuore la famiglia e saprà riconoscere il ruolo strategico del lavoro domestico. Nell’ambito della non autosufficienza, dobbiamo ricordare anche le baby sitter che hanno un ruolo centrale nell’assistenza delle coppie e delle madri che altrimenti dovrebbero rinunciare alla loro carriera.
Per questo Nuova Collaborazione si farà portavoce presso le istituzioni di proposte concrete che vadano nella direzione del sostegno alle famiglie in quanto datrici di lavoro”. Lo ha dichiarato Filippo Breccia Fratadocchi, vice presidente di Nuova Collaborazione nel corso del convegno.
Le donne hanno in media una retribuzione più alta rispetto agli uomini (il 39,7% è sotto i 5.000 euro l’anno contro il 46,5% dei domestici maschi)
L’analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2022 evidenzia che la percentuale più elevata dei lavoratori domestici ha una retribuzione annua superiore ai 13.000 euro (130.478 lavoratori pari al 14,6% del totale). La stessa situazione si verifica sia per le donne (14,9%), che per gli uomini (12,3%). Le donne hanno in media una retribuzione più alta rispetto agli uomini. Sotto i 5.000 euro l’anno si colloca il 46,5% dei domestici maschi, contro il 39,7% delle femmine.
Per i lavoratori con tipologia rapporto “Colf”, la classe con la maggior frequenza, sia per gli uomini che per le donne, è quella tra 1000 e 2000 euro. I lavoratori con tipologia rapporto di lavoro “Badante” presentano, sia per i maschi che per le femmine, la stessa classe modale del complesso dei lavoratori, cioè quella dai 13.000 in poi. Inoltre, per questa tipologia di lavoratori il 36,7% delle donne ha una retribuzione uguale o superiore ai 10.000 euro annui, contro il 29,0% dei maschi.
Il Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,8%). La regione con più lavoratori domestici stranieri è la Lombardia (22,6% del totale)
Nel 2022 la distribuzione territoriale dei lavoratori domestici, in base al luogo di lavoro, evidenzia che il Nord-Ovest è l’area geografica che, con il 30,8%, presenta il maggior numero di lavoratori, seguita dal Centro con il 27,2%, dal Nord-Est con il 20,3%, dal Sud con il 12,4% e dalle Isole con l’9,3%.
La regione che presenta il maggior numero di lavoratori domestici, sia per gli uomini che per le donne, è la Lombardia, con 174.613 lavoratori nel 2022, pari al 19,5%, seguita dal Lazio (13,8%), dall’Emilia Romagna (8,8%) e dalla Toscana (8,7%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia.
Con riferimento alla distribuzione regionale per nazionalità, nel 2022 si osserva che la regione con il maggior numero di lavoratori domestici stranieri è la Lombardia, con 140.656 lavoratori (il 22,6% del totale dei lavoratori domestici stranieri), a seguire il Lazio (15,9%) e l’Emilia-Romagna (10,1%). La percentuale più elevata dei lavoratori domestici italiani, invece, lavora in Sardegna (14,5% del totale dei lavoratori domestici italiani). I dati del triennio 2020-2022 mostrano per i lavoratori italiani un trend più dinamico e generalizzato, in tutte le Regioni, con una diminuzione pari a -7,1%. Più discontinuo il trend per i lavoratori stranieri, cresciuti di +3,7% tra il 2020 e il 2021 e diminuiti di -8,4% nell’ultimo anno.
A livello regionale nell’ultimo anno, i lavoratori domestici italiani diminuiscono in tutte le regioni e in modo particolare in Sicilia (-11,5%), Marche (-9,4%) e Basilicata (-9,4%), come i lavoratori domestici stranieri che fanno registrare i maggiori decrementi in Basilicata (-17%), Calabria (-16,3%) e Puglia (-15,7%).
Nel 2022 i lavoratori stranieri sono il 69,5% del totale; l’Europa dell’Est continua ad essere la zona geografica da cui proviene la maggior parte dei lavoratori domestici (35,4%)
La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri, che nel 2022 risultano essere il 69,5% del totale, quota che fa riprendere il trend decrescente, sospeso dopo 9 anni nel 2021. Nell’ultimo anno, infatti, il numero dei lavoratori stranieri è diminuito del -8,4% rispetto all’anno precedente, così come si registra una diminuzione dei lavoratori italiani pari al -6,6%.
Rispetto alla zona di provenienza, nel 2022 l’Europa dell’Est continua ad essere la zona geografica da cui proviene la maggior parte dei lavoratori domestici con 316.817 lavoratori pari al 35,4% del totale, seguiti dai 272.583 lavoratori di cittadinanza italiana (30,5%), dai lavoratori del Sud America (7,8%) e dell’Asia Orientale (6,8%). Dieci anni fa la quota di lavoratori dell’Est europeo era pari a 44,5% contro il 21,2% dei lavoratori italiani.
Analizzando i dati dei lavoratori domestici per tipologia di rapporto e zona geografica di provenienza, si osserva una prevalenza della tipologia di lavoro “Colf”, che nel 2022 interessa il 52% del totale dei lavoratori, contro il 48% della tipologia “Badante”, dieci anni fa la quota delle colf era decisamente maggioritaria, con il 61,4% dei lavoratori. La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”.
Nel 2022 il numero di badanti, rispetto all’anno precedente, registra un decremento pari a -5,6%, che interessa tutte le zone di provenienza, la diminuzione più elevata riguarda i lavoratori provenienti dall’America del Nord (-20,8%). Risulta essere maggiore la diminuzione del numero di colf con -9,9%, in particolare dei lavoratori provenienti dall’Africa del Nord (-25%) e dall’Asia Orientale (+17,9%), mentre il minor decremento viene fatto registrare da quelli provenienti dalle Filippine (-3,2%).
Il 17,2% dei lavoratori domestici ha un’età tra i 50 e i 54 anni. Il 56,9% dei badanti lavora oltre le 29 ore settimanali.
Sempre nel 2022, la classe d’età “50-54 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, con un peso pari al 17,2% del totale, mentre il 21,4% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo il 1,9% ha un’età inferiore ai 25 anni. Complessivamente nel 2022 i lavoratori domestici sotto i 45 anni rappresentano il 30,2% del totale, dieci anni fa i domestici sotto i 45 anni erano quasi la metà (49,7%).
Nell’anno 2022 la classe modale dell’orario medio settimanale è “25-29 ore” e, a livello complessivo, pesa per il 23,7%. Lo stesso vale per la tipologia di rapporto colf (28,2%). Per la tipologia di rapporto badante è la classe “50 e oltre” (29,5%) ad avere la frequenza maggiore. Si osserva, infatti, che ben il 56,9% dei lavoratori con tipologia di rapporto badante, proprio per la caratteristica del lavoro che svolge, si concentra nelle classi oltre le 29 ore settimanali. Al contrario il 55,8% dei lavoratori con tipologia di rapporto colf, lavora meno di 25 ore a settimana.
Con riferimento alle settimane di lavoro dichiarate, nel 2022 il maggior numero di lavoratori domestici si colloca nella classe “50-52 settimane”, con 395.406 lavoratori, pari al 44,2% del totale. Tale quota è pari al 53,6%, per la tipologia di lavoro “Colf”, in altre parole più della metà dei lavoratori con tipologia “Colf” hanno almeno un lavoro durante tutto l’anno, pur non coprendo interamente le ore lavorabili nella settimana.
Confindustria e ATO insieme per un ciclo integrato e virtuoso dei rifiuti
La Sezione Ambiente di Confindustria Benevento e l’ATO Rifiuti Benevento lavoreranno insieme nelle prossime fasi di elaborazione del Piano d’Ambito provinciale di gestione dei rifiuti urbani.
Una svolta senza precedenti nel complesso scenario che deve portare la provincia sannita a dotarsi di un piano che le consentirà di chiudere il ciclo dei rifiuti urbani così come previsto dalla legge regionale n.14 del 2016 e che negli ultimi mesi sembrava arrancare.
E’ quanto emerge a valle di un partecipato e proficuo incontro che si è svolto in Confindustria Benevento nel pomeriggio di venerdì 23 giugno, tra il Presidente della Sezione Ambiente Giuseppe Pancione e il Presidente dell’ATO Pasquale Iacovella, alla presenza dei consulenti tecnici delle aziende associate che lavorano nella filiera rifiuti su tutto il territorio provinciale.
L’incontro arriva dopo un lungo lavoro di costruzione da parte di Confindustria che da mesi lavorava in questa direzione.
Infatti, dopo avere registrato il mancato coinvolgimento nelle fasi di predisposizione del piano di gestione rifiuti in forma preliminare, il Presidente Pancione non ha mai mancato di esprimere a gran voce la preoccupazione degli imprenditori locali che vedevano nel piano pubblicato molta incertezza rispetto al proprio ruolo, ma sempre cercando il confronto e offrendo la propria collaborazione.
La disponibilità e l’apertura mostrate dal Presidente Iacovella, che ha saputo ascoltare le istanze e le osservazione mosse dai presenti, rispondendo ad ognuna di essere in modo costruttivo e competente dimostrando una visione chiara delle problematiche presenti all’interno del piano, ha consentito di delineare l’opportunità di costruire qualcosa di importante.
Non un punto di arrivo quindi, ma un punto di partenza.
Concluso l’iter autorizzativo della Valutazione Ambientale Strategica a cui è oggi sottoposta il Piano, l’Ente d’Ambito coinvolgerà la Sezione Ambiente nei passaggi successivi, nell’alveo del percorso istituzionale definito dalla legge regionale di riferimento all’interno del contorno normativo nazionale ed europeo, collaborando nella definizione di regole certe e chiare per l’azione privata, e condividendo l’indirizzo strategico che si tradurrà nell’operatività del Piano.
Confindustria, da parte sua, renderà disponibili l’esperienza, le professionalità e le competenze di tecnici e imprenditori che hanno scelto di investire nel rifiuto inteso come risorsa, e che da anni lavorano nella provincia per garantire continuità in un servizio che raggiunge, in particolare nella raccolta differenziata, percentuali più che virtuose.
Il percorso che si sta delineando rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale pubblico-privato senza precedenti, unico nel panorama regionale, i cui risultati potranno rappresentare un apripista in molteplici settori.
Mai come oggi occorre una maggiore cooperazione tra Pubblico e Privato: dalla collaborazione tra i due settori emergono vantaggi e sinergie che nessuno dei due sarebbe in grado di cogliere autonomamente.
De Luca: “Cancellare l’abuso d’ufficio. La legge? Vale solo i poveri cristi”
“L’abuso d’atto d’ufficio è un reato inevitabile, l’Italia ha 150 leggi e migliaia di norme di attuazione, poi ci sono i decreti anticorruzione. Ma l’abuso d’atto d’ufficio rimane, dicono che siamo per la legalità. Ma quale legalità?“. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel suo intervento dal palco dell’assemblea di Asmel, associazione dei Comuni, insistendo sulla necessità di abrogare l’abuso d’ufficio. De Luca ha ricordato che “tale onorevole Orlando – ha detto riferendosi all’ex ministro per la giustizia che è del suo stesso partito – mi ha detto che non so che abbiamo introdotto nel 2017, l’albo riservato delle registrazioni telefoniche. L’eminente statista Orlando non sa che la realtà concreta va in un’altra direzione. I reati specifici come abuso, corruzione vengono individuati ma è stata fatta invece con l’abuso d’atto d’ufficio una azione intimidatoria e barbara, trasferendo una materia amministrativa sul piano penale. Questo è intollerabile, ci auguriamo che una volta tanto si vada avanti nella cancellazione di questo reato, avendo una cosa sola in testa: difendere con i denti l’autonomia e l’indipendenza piena della magistratura che resta un forte valore costituzionale“.
“In Italia si pensa che chi lavora negli enti locali sia ladro e intanto noi siamo ostaggi dei cooptati romani che non avrebbero avuto il voto neanche delle loro madri“. Usa ancora una volta toni duri in materia di giustizia il governatore campano Vincenzo De Luca. “Se resta in vigore la legge Severino valga per tutti. Perché scrivete nei tribunali che la legge è uguale per tutti? La legge vale solo per i poveri cristi e su questo lavora la sinistra storica, miei confratelli, bande di opportunisti stupidi che non fanno una piega quando pongo da anni questo problema di legge non uguale per tutti“. Da tempo De Luca chiede di abrogare o rivedere la legge Severino, che vale per gli amministratori locali ma non per parlamentari e membri del governo. “Nel rapporto di chi amministra con il sistema giudiziario – ha detto De Luca – siamo a livelli paradossali e a mio parere incompatibili con un paese civile. Le decisioni degli enti locali sono tra le più controllate del mondo, servono pareri legittimità del responsabile del settore, poi del ragioniere capo, poi del segretario generale, poi i controlli del Tar, del Consiglio di Stato. Tra poco vi chiederanno il controllo anche con le analisi del sangue e dell’urina“.
“Ricordo che nel corso del governo Renzi facevo polemica sulla riforma delle Province. Ma poi sono nate le Città metropolitane che non servono a niente, sono solo il bancomat per i capoluoghi di Regione“. Ha proseguito il presidente della Regione Campania nel suo intervento dal palco dell’assemblea dell’associazione dei Comuni. De Luca ha chiamato in causa il ministro di Renzi Graziano Delrio: “Parlai con il promotore – ha detto – una persona mite e garbata come Delrio, mi sono permesso di dirgli che era una grande puttanata. Abbiamo fatto una riforma che ha complicato la vita di tutti noi. Abbiamo introdotto le Città metropolitane, una cosa demenziale che non funziona“.
“La Ragioneria dello Stato non vuole mettere soldi in circolazione per l’Italia, non c’è altra spiegazione per il blocco da parte di questo governo della distribuzione dei fondi Fsc e degli altri finanziamenti per le Regioni e i territori“. Ha concluso il governatore campano Vincenzo De Luca, all’evento per la modernizzazione degli enti locali a Napoli. “E’ passato un anno – ha detto il governatore – e da Roma non ci arrivano i soldi per i cantieri regionali. Ci rispondono che vogliono verificare la coerenza strutturale tra i diversi fondi nelle diverse Regioni. Ma che dovete studiare? Dateci i soldi che così cominciamo ad aprire i cantieri. Almeno chiediamo che ci diano il 50%, poi se trovano incoerenze nei progetti ne discutiamo, ma almeno fateci cominciare i lavori per il territorio“. De Luca ha sottolineato anche che “il Pnrr sul Sud in questo momento viene massacrato dai poteri centrali, c’è un tentativo di ricentralizzazione statale a livelli in qualche caso preborbonici. Intanto nei luoghi istituzionali in cui si lavora di meno cercano di assumere più potere. La ricentralizzazione è cominciata dopo la crisi economica degli anni 2008-2009 in cui c’era un clima di riequilibrio di bilancio per l’Italia e lo fecero tagliando risorse a tutto il sostema delle autonomie locali, a servizi di civiltà come trasporti, sanità, scuola“.
La penisola sorrentina festeggia il terzo scudetto: Tommaso Starace scatena il pubblico, Calaiò e Pampa cantano
Anche la penisola sorrentina ha festeggiato il terzo scudetto azzurro: l’evento tanto atteso organizzato in collaborazione dal Club Napoli Città di Sorrento e dal Club Napoli di Meta si è svolta nella straordinaria location del Lido Metamare di Meta. A presentare l’evento due volti noti del giornalismo campano: Raffaele Auriemma e Delia Paciello, coppia inedita sul palco che ha coadiuvato esperienza e freschezza in una serata di grandissimo successo.
I tantissimi supporters azzurri presenti, quasi 800, hanno assistito al susseguirsi sul palco di autorità importanti, come il sindaco Giuseppe Tito, che da tifoso juventino ha dichiarato molto sportivamente di sentirsi in imbarazzo, ma di volersi congratulare con il Napoli per il traguardo raggiunto. Non sono mancati i volti noti del calcio come “il baronetto di Posillipo” Gianni Impronta, il mister Gigi De Canio e i giornalisti che da sempre raccontano Napoli e il Napoli come Angelo Forgione, Nello Odierna e Francesco Marciano.
Le guest star rimaste nel cuore dei tifosi, Roberto El Pampa Sosa e l’arciere Emanuele Calaiò, oltre che a parlare del meraviglioso Napoli di Spalletti, hanno esibito anche le loro qualità canore con dei piccoli pezzi in napoletano spinti scherzosamente dalla Paciello. Ma la vera star della canzone, Francesca Maresca, si è decisamente superata con la sua inconfondibile voce e ha ricevuto gli applausi di tutti. I presidenti del Club Napoli Città di Sorrento, il commendatore Gaetano Mastellone e del Club Napoli di Meta, Rosario Savarese, nella loro organizzazione perfetta, sono riusciti a regalare al pubblico anche la performance del giovane cantante metese Anastasio ormai noto a livello nazionale, ma anche Massimo Vignati, presidente dell’associazione dedicata a Maradona che porta il nome del papà, e soprattutto l’unico campione azzurro ad aver vinto tutti e tre gli scudetti, ossia il simpaticissimo Tommaso Starace che non ha perso l’occasione per esibirsi con i suoi famosissimi balletti prendendo in braccio sul palco la presentatrice.
Durante la serata oltre alla buona musica e allo sport sono state deliziate anche le papille gustative con piatti di pasta, panini con salsiccia, anguria e la buonissima torta scudetto del maestro pasticciere Antonio Cafiero. Tantissimi biglietti venduti e un gran successo che si è concluso con un meraviglioso spettacolo pirotecnico con i fuochi sul mare della penisola sorrentina e il sorteggio di un fortunato che ha potuto ricevere in omaggio la maglia del Napoli autografata dai campioni d’Italia.
Criticità sanità, demandata alla Commissione la redazione del documento
Il Consiglio comunale sulle criticità della sanità della Città di Benevento, svoltosi questa mattina a Palazzo Mosti, ha deliberato all’unanimità di “demandare alla Commissione consiliare Politiche sociali, con il coordinamento del Consigliere delegato alla Sanità, la redazione di un articolato documento che, recepite istanze e osservazioni emerse nel dibattito odierno, costituisca la base per definire la piattaforma di proposte da sottoporre alla Regione Campania, tramite la competente Conferenza dei Sindaci, per il superamento delle numerose criticità rilevate nell’attuale programmazione del sistema sanitario a livello territoriale”.
Lotto, in Campania centrate vincite per 110 mila euro
Campania a segno con il Lotto. Nel concorso di sabato 24 giugno, come riporta Agipronews, da segnalare due vincite per un totale di 110 mila euro. a Colliano, in provincia di Salerno, centrata una vincita del valore di 65.500 euro, arrivato con la combinazione 25-42-45 sulla ruota di Napoli mentre ad Arzano, in provincia di Napoli, è stato messo a segno un terno da 45 mila euro sulla ruota di Napoli. L’ultimo concorso del Lotto ha distribuito 8,3 milioni di euro, per un totale di 555 milioni da inizio anno.