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Brucellosi, comuni cluster nel Casertano passano da sette a sei

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Prosegue l’opera di eradicazione in esecuzione del piano regionale. Oggi – si apprende da una nota del Commissario Straordinario per il superamento dell’emergenza – è stato pubblicato il nuovo decreto delle “Aree Cluster”, ossia i comuni del Casertano più colpiti dalla malattia, in cui si è preso atto di una netta diminuzione del numero dei comuni cluster. I comuni cluster della brucellosi, infatti, passano da sette a sei: Cancello Arnone, Castelvolturno, Francolise, Grazzanise, Santa Maria la Fossa, Sparanise.

“Questo risultato – si spiega nella nota – è anche frutto dell’instancabile lavoro di formazione sulla biosicurezza e l’attività divulgativa itinerante in favore del comparto agrozootecnico in Terra di Lavoro. Dal 9 novembre ad oggi, il generale Cortellessa e il suo staff hanno incontrato, nelle sedi operative di Pignataro Maggiore, San Marcellino, Santa Maria Capua Vetere, Cancello ed Arnone, Teano, Caiazzo, Alvignano ed Alife, oltre 450 allevatori durante ben 29 incontri settimanali. Si ribadisce la nostra completa apertura e totale disponibilità, nel segno della massima trasparenza, condivisione e rigore richiesti anche dal Presidente Vincenzo De Luca”.

Gli allevatori bovini e bufalini della Campania potranno continuare a recarsi negli uffici siti a San Nicola La Strada (Viale Carlo III n. 153 – area ex Ciapi): il martedì, dalle ore 14:30 alle ore 16:30, con personale della Struttura Commissariale e dell’A.S.L. di Caserta; il giovedì, dalle ore 10:30 alle ore 12:30, con personale della Struttura Commissariale, dell’A.S.L. di Caserta e del Dipartimento Agricoltura della Regione Campania (programma di sviluppo rurale).

Ritrovato in buone condizioni il 90enne di cui si erano perse le tracce a Molinara: fondamentale l’elicottero dei ‘caschi rossi’

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Si è chiusa con un lieto fine la vicenda della scomparsa di un 90enne nel territorio di Molinara. Questa mattina era stato lanciato l’allarme poichè dell’uomo si erano perse le tracce dalla serata di ieri. Immediatamente erano scattate le ricerche da parte delle Forze dell?ordine locali ma anche di Vigili del Fuoco e dei volontari della Protezione Civile.

Dopo quasi un giorno di ricerche grazie all’elicottero dei ‘caschi rossi’ e alle unità cinofile nell’area del comune di San Marco dei Cavoti è stato rintracciato Giovanni Costanzo, nativo proprio di San Marco dei Cavoti nel 1933 ma residente per l’appunto a Molinara (Bn). 

L’uomo è stato riaffidato ai familiari ma anche ai sanitari per le cure del caso, nonostante le sue condizioni sono sembrate buone anche se logicamente è apparso smarrito per la vicenda che lo ha visto coinvolto. 

Poco fa, la Prefettura ha diramato un comunicato con ulteriori dettagli sul ritrovamento dI Giovanni Costanzo:

“Nel pomeriggio di oggi, a coronamento dell’attività di ricerca effettuata inizialmente dall’Arma dei Carabinieri ed alla quale, poi, si sono unite le altre Forze di Polizia, i Vigili del Fuoco, e personale delle associazioni di volontariato della Regione Campania e del Comune di Molinara, è stato ritrovato il sig. Giovanni Costanzo, il novantenne allontanatosi volontariamente, a piedi, nella sera di ieri, martedì 13 Giugno 2023, dalla sua abitazione.

Avvistato nella Zona del Parco Eolico, nel corso delle perlustrazioni ad ampio raggio eseguite con l’elicottero dei Vigili del Fuoco, il sig. Costanzo è stato poi recuperato dall’equipaggio specializzato dell’aeromobile è trasportato in un vicino campo sportivo.

Dopo essere stato visitato dal personale del 118, che l’ha trovato in discrete condizioni di salute, è stato poi, sempre con l’elicottero dei Vigili del Fuoco, condotto presso l’Ospedale San Pio di Benevento per maggiori e più approfonditi accertamenti”.

 

 

Anziano scomparso nel Fortore: rese note generalità e foto

Anziano scomparso nel Fortore: avviate le ricerche

Autostazione, dopo il terminal porte aperte agli uffici aspettando i negozi

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AIR Campania, società regionale di TPL su gomma interamente partecipata dalla Regione Campania, comunica che a partire dalla giornata di domani, giovedì 15 giugno 2023, presso la sede dell’autostazione di Avellino saranno operativi gli uffici: prodotti del traffico, gestione recupero crediti da evasione tariffaria, gestione e promozione della rete vendita.

Presso l’hub di via Fariello, dove sono già attivi l’Infopoint e lo sportello automatico, AIR Campania amplia l’offerta dei servizi dedicati agli utenti. L’autostazione di Avellino diventa punto strategico e centrale per i viaggiatori, che potranno richiedere informazioni su corse, orari, stalli di partenza; acquistare biglietti giornalieri urbani, extraurbani e integrati; attivare titoli settimanali e mensili; rinnovare gli abbonamenti; ricevere informazioni su tutte le iniziative avviate dalla società di TPL; pagare o contestare eventuali sanzioni amministrative comminate dai verificatori.

I servizi, prima dislocati presso le sedi di via Fasano (Pianodardine) e di via Nazionale a Torrette di Mercogliano, nell’ambito di una riorganizzazione organica e funzionale delle attività aziendali voluta dalla governance, saranno aggregati nei nuovi spazi di via Fariello.

Gli uffici, ubicati al primo piano dell’autostazione di Avellino, osserveranno i seguenti orari di apertura al pubblico:

  • dal lunedì al venerdì (festivi esclusi) dalle ore 08.30 alle ore 13.30;
  • il martedì ed il giovedì (festivi esclusi) dalle ore 14.30 alle ore 15.30.

Comunità Montana Terminio Cervialto: dopo 13 anni idraulico forestali pagati regolarmente

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La Comunità Montana Terminio Cervialto ha pagato gli emolumenti relativi al mese di maggio 2023 ai suoi operai idraulico forestali, tornando finalmente alla regolarità nella consegna delle buste paga e nella corresponsione degli stipendi. Dopo ben 13 anni caratterizzati da ritardi, spesso insostenibili, siamo orgogliosi di poter dire di aver superato una criticità che ha sempre condizionato l’operato del nostro Ente Montano.” Così in una nota Teodoro Boccuzzi, Presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto.

Dopo aver superato la fase dei ricorsi davanti alla giustizia amministrativa – spiega Boccuzzi – dal mese di gennaio siamo all’opera per rilanciare la Terminio Cervialto, ma soprattutto per affrontare le non poche criticità che fin qui hanno rappresentato una palla al piede della Comunità Montana. In primis abbiamo ritenuto di affrontare con decisione la intollerabile condizione nella quale hanno fin qui lavorato gli operai idraulico forestali, pagati quasi sempre a singhiozzo, con il conseguente accumulo di ritardi gravissimi. Una condizione penalizzante non solo per la funzionalità dell’Ente, ma anche e soprattutto per tanti nuclei familiari lasciati per mesi senza un’entrata. Oggi possiamo dire con soddisfazione di aver inaugurato una nuova fase, che non solo vede l’ultima mensilità pagata regolarmente, ma che presenta i presupposti per poter assicurare questa regolarità anche in futuro. Con la stessa determinazione – prosegue Boccuzzi – siamo al lavoro per chiudere un altro capitolo che riguarda alcune spettanze degli operai che risalgono al periodo dal 2012 al 2014. A tal fine stiamo portando avanti un’interlocuzione intensa con le rappresentanze sindacali per arrivare presto ad un accordo che sia pienamente soddisfacente per gli interessati.”

“Sul versante del personale – fa sapere il Presidente – abbiamo avviato la stabilizzazione di 5 lavoratori socialmente utili e abbiamo presentato alla Regione un’apposita istanza finalizzata ad ottenere lo sblocco del turn over, al fine di adeguare una pianta organica ormai insufficiente rispetto alle esigenze di funzionalità dell’Ente e alle necessità che ci vengono rappresentate dai territori e dalle amministrazioni locali. Confidiamo nel fatto che questa nostra richiesta possa essere accolta celermente, così da garantire servizi puntuali, efficienti e all’altezza delle aspettative.”

“La nostra amministrazione – fa sapere poi Boccuzzi – ha recentemente ottenuto un finanziamento di 590 mila euro per l’acquisto di mezzi meccanici che saranno utilizzati nel campo della forestazione. Un altro importante tassello di un progetto complessivo di efficace e lungimirante gestione della Terminio Cervialto. Prossimamente, dopo un’intensa fase di ascolto del territorio, in totale sinergia con i comuni, ci faremo promotori di un evento che servirà a presentare nei dettagli questo nostro Progetto che, per quanto ci riguarda, dovrà confermare quella svolta definitiva nella vita della Comunità che – conclude il Presidente – abbiamo già avviato nei primi mesi di amministrazione.”

Emanuele morto sul lavoro: la Cgil chiede di costituirsi parte civile al processo

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La Cgil Avellino nella persona del segretario generale Franco Fiordellisi ha chiesto di costituirsi parte civile per la morte di Emanuele Pisano. Quest’ennesimo morto sul lavoro ha scosso l’intera collettività ed, in particolare, il mondo del lavoro, la tragica notizia dell’infortunio mortale occorso lo scorso 10 giugno 2023 al lavoratore Emanuele PISANO, di anni 34, in Altavilla Irpina (AV) all’interno di un cantiere mentre venivano smontate delle strutture in travi di ferro. Il segretario nella richiesta specifica che :“Come CGIL riteniamo che  rispetto a tale evento, qualora la Procura della Repubblica avesse iscritto la notizia di reato come omicidio colposo commesso con violazione di norme antinfortunistiche, la CGIL Camera Territoriale del Lavoro di Avellino deve senz’altro ritenersi persona offesa e danneggiata, in quanto il reato di omicidio colposo commesso con violazione delle norme antinfortunistiche è reato plurioffensivo in quanto lede non solo il diritto alla vita del singolo lavoratore ma anche il diritto collettivo alla sicurezza sul lavoro di cui è titolare l’organizzazione sindacale CGIL Camera Territoriale del Lavoro”.

“Relativamente a sentenze di Cassazione consolidate per cui l’azione di parte civile della CGIL che mira a garantire sui luoghi di lavoro il rispetto della dignità umana, della salute e delle norme antinfortunistiche la costituzione di parte civile delle associazioni sindacali nei procedimenti per reati di omicidio o lesioni colpose, commessi con violazione della normativa antinfortunistica, quando l’inosservanza di tale normativa possa cagionare un danno autonomo e diretto, patrimoniale o non patrimoniale, alle associazioni sindacali, per la perdita di credibilità dell’azione di tutela delle condizioni di lavoro dalle stesse svolta con riferimento alla sicurezza dei luoghi di lavoro e alla prevenzione delle malattie professionali” per queste ragioni e ribadendo a tutti i familiari di Emanuele vicinanza e condoglianze la Cgil Avellino ha incaricato l’Avv. penalista Fernando Taccone di produrre tutti gli atti necessari”.

Aism incontra le istituzioni: sabato 17 giugno l’evento a Circello

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“I diritti delle persone con sclerosi multipla e patologie correlate. Aism incontra le istituzioni e la cittadinanza” è il titolo dell’incontro in programma sabato 17 giugno alle 16.30 presso il centro polivalente di Circello in via Roma, 50.

Alla tavola rotonda, dal tema “Cooperare per i diritti delle persone con SM e patologie correlate” interverranno Gianclaudio Golia, sindaco di Circello, Clemente Mastella, sindaco di Benevento, Luigino Ciarlo, sindaco di Morcone, Roberta Pepe, volontaria Aism Benevento. Modera il giornalista Gabriele Iarrusso, vicesindaco di Circello.

L’evento divulgativo sarà l’occasione per presentare e far firmare a tutti i centri del distretto sanitario la Carta dei diritti delle persone con sclerosi multipla e patologie correlate, loro familiari e caregiver.

In onore dell’impegno e della militanza di Raffaele Lieto: l’intitolazione

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Il Segretario Generale della Cgil Avellino, Franco Fiordellisi, con il Segretario Generale Cgil Campania Nicola Ricci, Sindacalisti Cgil Nazionale Franco Martini, Andrea Montagni, amministratori locali, sindaco di Baiano Enrico Montanaro invitano Sabato 17 Giugno alle ore 09:30 in Via DIAZ a Baiano dove la Camera del Lavoro di Baiano sarà intitolata a Raffele Lieto.

Dopo la manifestazione politico sindacale alla presenza del Sindaco di Baiano dott. Enrico Montanaro e della Famiglia Lieto sarà scoperta la targa di intitolazione della sede che vuole ricordare l’impegno e militanza del compagno Lieto.

L’intitolazione dopo la scomparsa del sindacalista, avvenuta il 07 Ottobre 2022.
Raffaele Lieto, è stato sindacalista e sin dalla giovanissima età tra gli attivisti e dirigenti Camera del Lavoro di Baiano.

Nel 1973, di ritorno dalla Germania dove era emigrato seguendo il padre e dalla Valsesia poi, dove con il compagno di partito e sindacato Angelo Napolitano lavorò come operaio in una fabbrica elettromeccnica, ha svolto l’attività sindacale della Cgil nel suo paese coordinando le attività agricole bracciantili, insieme con altri compagni.

Negli anni “70 e sino a metà anni “80 del secolo scorso si è battuto per i diritti delle e dei braccianti agricoli da dirigente della Federbraccianti; in seguito ha ricoperto il Ruolo di segretario Generale FILCEA Avellino il sindacato dei Chici conciari avviando battaglie di tutela della salute e del lavoro sia nel distretto conciario Solofrano che nella vicenda della exIsochimica di Avellino.

Nell’ambito della Confederazione provinciale è stato Segretario Generale della Cgil Avellino. ed è stato segretario Confederale Cgil Campania, in seguito eletto segretario generale della FILCAMS CGIL Campania.

Per, in fine essere rappresentante per la Cgil nella FITEL Campania.

 In ricordo del compagno Raffaele Lieto
Quando ricordiamo compagni con una storia politico-sindacale di spessore nella nostra Organizzazione tendiamo a farlo concentrando la nostra attenzione su ciò che hanno fatto, sui ruoli che hanno ricoperto. E’ una forma di doveroso tributo alla loro storia.

E di certo la storia del nostro compagno Raffaele Lieto è la storia di un dirigente sindacale di alto profilo, che ha ricoperto ruoli apicali in momenti cruciali con passione, dedizione, abnegazione, onorando con le sue scelte questa nostra comune casa rossa, la CGIL.Però credo che Raffaele resti così profondamente in ognuno di noi non solo per ciò che ha fatto ma per ciò che è, che è stato, che sarà. Per ciò che rappresenta in senso storico perchè la sua eredità va considerata come la stella polare del cammino che noi possiamo e vogliamo svolgere in questo Congresso ed ogni giorno, in CGIL e al lavoro.

La lucidità di un pensiero divergente
La crisi della sete di giustizia sociale, della sua costruzione a partire da chi consapevolmente ne esprime il bisogno, la nostra oramai condizione generalizzata di alienazione si esprime anche con lo svuotamento semantico delle nostre parole d’ordine e si genera nella debolezza di analisi del reale.

Anche in CGIL troppo spesso ci accontentiamo di locuzioni, di strumenti argomentativi che sono più che logori: una ferraglia retorica piena di vuoti. Quei vuoti in cui si infilano i mostri della nostra incapacità di comprendere la realtà e di farci comprendere da chi vorremmo rappresentare e che invece lasciamo solo.

Ecco, questo per dire che Raffaele aveva invece una luce tutta sua. Una capacità illuminante, intendo, di analizzare il presente in profondità e senza sconti traendo poi da quell’analisi un punto di vista politico non convenzionale fino ai confini dell’irriverenza. Restavi puntualmente lì inchiodato ad attendere il suo intervento nella riunione più noiosa, boriosa, liturgica sapendo che avrebbe sparigliato il gioco dei pensieri introducendo, attraverso la sua sintesi affilata, anche gli elementi di un’analisi attenta ai dettagli, minuziosa, accorta del bisogno comunque si esprimesse.

E quello sparigliare non avveniva mai per cedimento del rigore del pensiero di un uomo naturalmente di sinistra, mai come uno sviamento a fronte di una difficoltà: quello sparigliare era il click metallico ed inesorabile dello scatto dell’asticella del dibattito che deve alzarsi per tutti i presenti e a cui può dar corpo solo chi fa della vita sindacale la sua vita, non per sé ma per chi sceglie di rappresentare ogni giorno.

La levità della grazia
E però in ognuna delle argomentazioni ascoltate, in ognuna delle conversazioni svolte, per quanto affilati potessero essere gli strumenti del pensiero, della sua verbalizzazione, dell’azione politica; per quanto in alcuni momenti i conflitti siano stati tali, la levità della grazia non ha mai ceduto il posto d’onore ad altro. Una grazia intelligente, sorniona, ironica. La grazia di un compagno, di un dirigente che è tale perchè sa di dover aiutare, accompagnare altri compagni, tutti molto diversi tra loro, in una direzione che li accomuni sotto il profilo valoriale e dei comportamenti politici; un dirigente che non avendo il pensiero magico di chi vede gli altri solo a propria immagine e somiglianza, sa di dover fare lo sforzo costante di conoscere, capire le ragioni, farsi carico delle umane debolezze e ascoltare, parlare, trovare insieme la strada dell’appartenenza.

Saper indicare la via
Questo nostro tempo è assai complesso: è come ritrovarsi alla fine inesorabile di una storia in cui la narrazione dominante vede comunque la giustizia sociale come un orizzonte percorribile, come la possibilità di emancipazione dalla parcellizzazione dell’essere umano nell’ingranaggio di produzione e consumo. In sindacato come nei luoghi di lavoro il gioco in difesa o al risparmio, la negazione delle nostre stesse ragioni fondanti per adattamento al reale sono un rischio che ci attende ad ogni angolo.

Raffaele guardava al presente con una lucidità adamantina ma aveva una fiducia, direi fede, incrollabile nei valori fondanti della CGIL nonostante le molte contraddizioni del nostro grande corpo politico e sociale. E in questa incrollabile fede valoriale ha ogni volta aperto quello spiraglio di luce per consentirci di vedere la via orientando il nostro sguardo oltre le solitudini, le incertezze, le difficoltà, i dubbi e la stanchezza.

Ora, Raffaele, non c’è ricordo che possa restituirci la tua presenza, né c’è tempo che possa far sentire meno urgente il desiderio di parlarti.

Ma saremmo ciechi se non cogliessimo anche nel tuo gesto di commiato il dono dell’eredità immensa che ci hai lasciato provando a cercarti ogni giorno negli insegnamenti di quei comportamenti che hai praticato tu per primo scegliendo di vivere questa tua vita col rigore e con la grazia di chi crede fermamente che la giustizia sociale sia sempre la conquista a cui tendere.

Mercato Benevento: Carli ha messo nel mirino Ajeti, difensore-goleador

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Risponde al nome dell’albanese Arlind Ajeti uno dei primi obiettivi del Benevento per la prossima stagione. Il difensore centrale classe ’93 è reduce dall’ultima esperienza con la maglia del Pordenone in cui ha collezionato 33 presenze e 6 reti tra campionato e play off. Dopo l’ottimo campionato con la maglia dei ramarri, Ajeti è in attesa di una chiamata dalla serie B ma in caso di permanenza in terza serie il Sannio sarebbe la sua destinazione preferita.

Il direttore tecnico Carli ha infittito i contatti nelle ultime ore e vorrebbe mettere a disposizione del nuovo tecnico Andreoletti un elemento di sicura affidabilità ed esperienza. Centrale, all’occorrenza anche terzino, Ajeti in Italia vanta esperienze in serie A (Frosinone, Torino e Crotone) in serie B (Reggiana) e C (Padova, oltre al già citato Pordenone). Con la maglia della nazionale albanese ha totalizzato 21 presenze e un gol giocando diverse volte con il connazionale Frederic Veseli.

Tiziano Ferro torna negli stadi: l’omaggio a Raffaella Carrà. Al Maradona ospite Ranieri

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Dopo sei anni Tiziano Ferro torna sul palco e dà finalmente il via al tour originariamente previsto per il 2020. La prima tappa allo stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro, mercoledì 7 giugno, solo l’inizio di un giro di live da più di 500mila biglietti venduti, che arriverà anche al Diego Armando Maradona di Napoli il prossimo 28 giugno.

Ospite del concerto l’amico Massimo Ranieri: una notizia che è stata accolta con entusiasmo dai fan che attendono l’inevitabile duetto sulle note di ‘Perdere l’amore’.

Sono passati 6 anni dal tuo ultimo concerto. Era il 2017 a Firenze. In mezzo è accaduto di tutto, covid, famiglia, due dischi, oggi torni sul palco con quale stato d’animo?

“Lo stato d’animo è quello della speranza ma soprattutto dei buoni propositi. Penso che quello che è successo abbia dato grande validità all’importanza della musica e, in generale, al valore dell’arte. Gli spettacoli sono mancati perché lo spettacolo, da sempre, è una cura per l’essere umano. Tornare all’artista che si esibisce di fronte a un pubblico, così come avveniva nell’Antica Grecia, alla vulnerabilità e alla fragilità delle persone che si incontrano di nuovo dopo un’epoca vissuta nel digitale – da una parte forzatamente perché sembra che il mondo abbia imparato a comunicare solo attraverso questo codice – può avere un valore molto più alto di quello che si possa immaginare. Per cui, questo è un tour che per me ha una valenza di significato superiore, un valore intrinseco di ritorno alla comprensione del motivo per il quale io faccio questo mestiere”.
 
Una scaletta di 33 brani che ripercorrono 20 anni di carriera e  8 album + una raccolta, come si sceglie una scaletta per uno show come il tuo negli Stadi?

“Questo non è il tour di un disco. È un tour che senza tutto quello che c’è stato in mezzo credo non sarebbe mai successo. Non è neanche il recupero del tour precedente perché per quei biglietti è stata offerta anche la restituzione. Quindi, è proprio una cosa nuova e per questo ho voluto chiamarlo 2023. È come tracciare una linea. È il tour del ritrovamento di me stesso ma anche del ritorno in un mondo in cui nel frattempo è cambiato tutto, no? Mi piace l’idea di poter scegliere tra tantissime canzoni. Quando vado a vedere gli artisti dal vivo mi piace ascoltare la loro storia attraverso le loro canzoni perché è diventata anche la mia e sono cresciuto con loro. E credo che questo sia un grande privilegio. E io faccio lo stesso: io racconto la mia storia che però è stata condivisa da tante persone che l’hanno fatta anche un po’ loro. Persone che hanno voluto ascoltare quelle canzoni e raccontare la loro vita attraverso le mie parole. Per cui questa scaletta è una scaletta un po’ folle: a parte, ‘Il mondo è nostro’ sono tutti singoli del passato e del presente. ‘Il mondo è nostro’ l’ho voluta mantenere perché è una canzone a cui tengo particolarmente che rappresenta la perla a parte dei miei ultimi 3 anni”.

500 mila biglietti venduti per un tour che avevi dovuto cancellare nel 2020. Il tuo pubblico ti è rimasto fedele e ti ha aspettato per questi 3 lunghi anni.  Cosa pensi di dover loro per averti aspettato?

“Ho un grande senso di gratitudine nei confronti di chi verrà a vedermi. Devo loro una grande lezione cioè il fatto di essere qui ancora dopo 20 anni. Perché le cose cambiano, lo sappiamo bene, perciò niente è scontato. Molto spesso le persone mi incontrano e mi dicono di aver capito alcune cose attraverso le mie canzoni e questa cosa mi sembra veramente assurda perché non mi sento in grado dui spiegare nulla a nessuno però è la forza del dialogo, dell’amicizia a generare un incontro senza filtri che fa stare meglio. Quindi devo loro questo: una verità che genera benessere, non importa se in uno stadio, in palazzetto o in un club o con l’uscita di un nuovo disco… l’importante è riuscire a dare benessere. Speriamo di farcela (ride)”.

Le tue canzoni sono diventate dei veri e propri classici della musica italiana. Brani in cui hai raccontato te stesso e la tua crescita umana e artistica. Qual è il brano che è più difficile cantare oggi? Quello che non puoi assolutamente togliere dalla scaletta?

“Difficile da cantare sono i brani nuovi perché non ricordo bene i testi (ride). A parte la risposta scema, in realtà, togliere canzoni è stata la cosa più complessa di questo tour. La scelta la faccio in base a quello che ascolto dalle persone quando canto le canzoni. Per me i ‘classici’ sono classici e non si toccano: ‘Sere Nere’ è una canzone che ha cambiato la mia vita e la percezione del mio percorso artistico per le persone e credo che non sarà mai assente da una scaletta di un mio concerto. Anche ‘Non me lo so spiegare’ sicuramente. Però ci sono anche delle canzoni nuove che sono entrate in maniera prepotente nelle preferenze speciali delle persone, pur non avendo avuto il tempo per diventare ‘classico’, come per esempio ‘Accetto Miracoli’. Infatti, l’ho scelto come brano di apertura dei concerti perché è riuscita a entrare nel cuore delle persone senza che sia mai riuscito a cantarla dal vivo. E sarà la mia maniera per dire ‘ciao, benvenuti, bentornati’.
 
Durante il concerto dedichi un lungo messaggio molto personale a Raffaella Carrà raccontando un rapporto tra voi che pochi sanno. Cosa ti senti di raccontare su di lei e sul vostro rapporto?

“Il messaggio che dedico a Raffaella è dovuto anche perché ci ho messo tempo a raccogliere le parole. Non è stato semplice per me prendere la penna e riassumere anni e anni di amicizia. Si parla spesso di amicizia come di frequentazione ma poi non ci si frequenta. Io con Raffaella ho vissuto tantissimi anni di esperienza, di serate, di chiacchiere. Lo dico nella lettera a Raffaella che lei ci ha messo la faccia e del tempo, del suo tempo prezioso e lo ha fatto in tempi non sospetti cioè quando non erano in molti a investire su di me. Poi, siamo diventati amici e io penso di essere stato fortunato per questo: le nostre esperienze per quanto diverse ci hanno poi avvicinato molto e unito. Mi ha dato fiducia, lei ha visto in me delle cose che non vedevo e probabilmente non vedo ancora e per questo mi ha incoraggiato e mi ha ascoltato”.

Da Xdono a Destinazione mare, come è cambiato se è cambiato Tiziano Ferro cantautore in questi 20 anni?

“Il cambiamento è necessario. Tutti abbiamo paura del cambiamento perché spesso gli diamo una connotazione negativa. Il cambiamento spaventa per insicurezza. È difficile quando cambi le coordinate riuscire a non perdersi e far si che gli altri non ti perdano. E sono cambiato ma in maniera coerente a ciò che sono per natura: sono un introverso che ha scelto una maniera estremamente estroversa per esprimersi che è la scrittura e la canzone pop. L’età e il vissuto che cambiano possono cambiare il modo di raccontare le cose però mi sento integro dal punto di vista dei miei valori, sono una persona che ha sempre avuto curiosità nello scoprire gli esseri umani, mi piace la gentilezza, mi piace guardare, osservare, ascoltare. Nel tempo sono successe tante cose nella mia vita che mi hanno aiutato ad aumentare la percezione di questi sentimenti e provo a raccontarli ancora. Quanto sia cambiata la mia maniera di farlo sinceramente non ho percezione perché sono ancora molto istintivo nella maniera di scrivere però mi sento coerente e se mi guardo indietro mi riconosco”.  

Hai scelto di fare uno show ricco ma pulito: al centro le canzoni condite con molti video che danno un tocco di colore e di modernità…

“È un palco molto rischioso senza protezioni, non ha quinte, è uno schermo non c’è protezione e non c’è neanche un angolo per nascondersi. Da una parte questo schermo è così grande che i colori arrivano veramente in faccia e la modernità è legata al rischio stesso di questo palco che è un po’ estremo come me (ride). Lo spettacolo inizia senza nulla perché, dopo 6 anni, volevo riprendere il discorso con le persone per dire che sono tornato perché ci sono le canzoni e perché ci sono loro. Non servono le luci, non servono grandi ritrovati tecnologici per fare un concerto. Quelli poi sono belli e divertenti. È bello divertirsi con l’arte: ci sono tantissimi artisti che hanno collaborato a questo spettacolo, li abbiamo trovati anche sui social network ed è uno spettacolo moderno anche dal punto di vista della ricerca. Però la musica e le canzoni e tutto quello che succede potrebbe succedere anche senza tutto quello. Per cui mi piace questa separazione tra l’importanza della decorazione perché l’arte è bella anche nella sua complessità senza togliere nulla al significato intrinseco: potrebbe esistere infatti anche senza la grande struttura”.
 
 Il sogno artistico che vorresti ancora avverare? Il 14 luglio è l’ultima data del tour, cosa c’è dopo?

“Ci sono un sacco di cose che stanno succedendo e prendono forma man mano che accadono. Io sono di base uno scrittore, non smetterò mai di scrivere, anche perché non lo voglio fare. Nel tempo ho scritto tanto per gli altri e per me, mi sto avvicinando ai 25 anni di carriera che sono un bel traguardo e mi piacerebbe in un certo senso celebrarlo – sto cercando il modo di farlo – e la scrittura c’è sempre stata. All’inizio – forse per l’ossessione che abbiamo tutti ormai per le serie tv – volevo scrivere una serie televisiva, dopodiché mi sono reso conto che la mia scrittura non sarebbe stata in grado di assecondare quel tipo di racconto però ho tanto da raccontare e vorrei farlo”.
 
 Se dovessi ringraziare una sola persona oggi a chi andrebbe il tuo grazie?

“È molto difficile questa domanda. Io sono una persona estremamente spirituale e la spiritualità non è necessariamente legata alla religione ma se una persona ha la fortuna di avere un contatto con il proprio potere superiore, e io ce l’ho e lo chiamo Dio, il mio è un Dio  simpatico perché mi ha messo in situazioni che mi hanno permesso di fare delle cose a prescindere dalla difficoltà o semplicità. Delle cose che a volte sono andate bene a volte male ma comunque mi hanno portato qui e quindi va bene. Io mi affido totalmente a questo potere superiore, a Dio, perché ogni volta che lo faccio smetto di sforzarmi di cambiare il destino delle cose e vivo con maggiore serenità quello che succede, anche quando non mi piace. Soprattutto mi do ancora la possibilità di stupirmi io che adoro pianificare ma ogni tanto il deragliamento non è per forza un male”.  
 
Non hai mai nascosto nulla, soprattutto il tuo dolore che è stato spesso la tua fonte di ispirazione, oggi, che sei molto più sorridente, da cosa trai ispirazione?

“Nascondere le cose è una cosa faticosa. Quando le persone mi dicono ma non fai fatica a esporti ecco io credo sia più complesso non esporsi perché creare una versione alternativa di se stesso è un marchingegno orrendo. E io ogni volta che ho collezionato un pezzo nuovo di me l’ho condiviso perché sinceramente è più facile per me. In maniera ironica e cinica forse, mi dico spesso che se qualcuno deve amarmi è meglio se mi ama per quello che sono davvero, perché faccio cose imperfette e folli, a volte belle, a volte brutte. Idem chi deve odiarmi. Trovo l’ispirazione attraverso la verità, qualsiasi essa sia. Trovo intoccabile mantenere questo rapporto con la verità”.

Atripalda, è ancora scontro politico: l’opposizione con Palladino rincara la dose

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“Il sindaco Spagnuolo e il vicesindaco, Landi, mentono, sapendo di mentire, sullo stato di salute delle casse comunali di Atripalda”.

E’ l’atto di accusa della consigliera di opposizione, Nancy Palladino, dopo la tormentata seduta di consiglio comunale della città sul Sabato.

Abbiamo lasciato in eredità all’attuale amministrazione, un quadro economico, risanato – spiega la consigliera – con una disponibilità di cassa evidente. Casse che andavano ulteriormente rafforzate, con attenzione e premura.

Ben ha fatto il sindaco Spagnuolo, invece, forte del tesoretto ereditato, a spendere e spandere, anche con spese rinviabili, come le indennità aumentate, l’impianto audio della sala consiliare oltre a ben altri provvedimenti strutturali che hanno finito per rendere moribonde le finanze del Comune. Metaforizzando – afferma Palladino – hanno “preso un bambino ( i conti del Comune) che l’amministrazione del sindaco Giuseppe Spagnuolo aveva faticosamente salvato e lo hanno messo nell’acqua ghiacciata”.

E’ tempo di finirla con le chiacchiere – aggiunge Palladino – i numeri hanno la bellezza dell’incontrovertibilità. In cassa c’era quasi mezzo milione, quando siamo andati via, adesso ci sono debiti per oltre un milione. Al di là degli artifici retorici e dialettici, i cittadini di Atripalda sanno far di conto, e sanno che in meno di un anno di amministrazione targata Spagnuolo Paolo sono stati erosi, in maniera poco oculata quasi due milioni di euro, che ora, saranno costretti a sborsare, con l’aumento di tutto ciò che era aumentabile. Non si spiega, del resto – aggiunge Palladino – perché immediatamente dopo l’insediamento dell’attuale giunta, ad agosto 2022, alcun rilievo ed alcuna correzione è stata attuata in fase di approvazione di salvaguardia degli equilibri di bilancio. Se i conti non fossero stati in ordine, avrebbero potuto, anzi dovuto, attuare i giusti correttivi per salvaguardare tali equilibri. Nulla di tutto ciò è avvenuto, se non lo sperpero di un tesoretto di 400 mila euro, lasciato in eredità e la spesa senza criterio di un ulteriore milione di euro. ”.

“Purtroppo – chiosa Palladino – questo i cittadini di Atripalda non possono saperlo da atti ufficiali, che l’attuale amministrazione si guarda bene di “criptare” mettendo a rischio la tenuta democratica dell’assise cittadina. Resoconti ufficiali raffazzonati, verbali redatti con evidenti licenze di sintesi, divieto delle dirette streaming. Dopo l’utilizzo del termine “bastonatura” registrato nell’ultimo comunicato stampa offerto dalla maggioranza e la mortificazione del confronto democratico in consiglio comunale, al quale viene applicata sistematicamente la censura, abbiamo capito che questa amministrazione (nella quale pure figurano ex sedicenti pensatori liberi e paladini della libertà di espressione) si è allineata al vento politico nazionale.  Faccio appello (immagino inutile visto che ha ben pensato di togliere la parola alla sottoscritta nelle recenti sedute di consiglio) al presidente del consiglio comunale, Franco Mazzariello, il quale nelle sue funzioni deve garantire l’esercizio democratico del confronto politico e non essere l’esecutore della volontà della maggioranza di zittire l’opposizione, che tra l’altro, visti i numeri, non dovrebbe essere nemmeno necessario. Ma evidentemente è più facile imporre il silenzio agli oppositori che dimostrare le proprie ragioni. La città che ha dato i natali a Sabino Cassese, impareggiabile difensore della pluralità e dei diritti in Democrazia, non merita questa ingloriosa gestione dell’assise cittadina, per responsabilità di questa amministrazione”. 

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