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Lotta alla camorra, Ercolano conferisce la cittadinanza onoraria ad un carabiniere

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Ercolano (Na) – Conferita la cittadinanza onoraria di Ercolano al maresciallo capo dei Carabinieri Angelo Disanto per il lavoro svolto nella lotta alla criminalità e alle estorsioni nella Città degli Scavi. Questa mattina la cerimonia nell’aula consiliare del Municipio con autorità politiche, civili e militari. “Questo consiglio comunale rappresenta una città che, unita, ha combattuto e vinto contro la criminalità organizzata”, ha detto Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale Anci.

“Per circa quarant’ anni c’è stata a Ercolano una camorra violenta che ha condizionato la vita quotidiana e minato, in qualche modo, la comunità intera. Ma poi i commercianti hanno deciso di denunciare e grazie al lavoro straordinario delle forze dell’ordine, della magistratura in pochissimi anni ci sono stati 500 arresti e 44 ergastoli. Questo risultato straordinario è stato frutto di un lavoro anche del comandante Angelo Disanto non solo perché è stato competente, ha dimostrato grande responsabilità e professionalità ma soprattutto perché ha avuto il merito di far emergere il profilo umano del carabiniere accompagnando le paure di una comunità intera che si apprestava ad andare in tribunale a denunciare i propri aguzzini”.

Nella cerimonia i consiglieri hanno ringraziato il comandante Disanto oggi a capo della Stazione dei Carabinieri di Gragnano (Napoli) per l’impegno a Ercolano. “Il mio è stato un lavoro di squadra. Ho avuto la fortuna di avere dei collaboratori eccezionali in anni nei quali il tessuto imprenditoriale a Ercolano era stato fortemente indebolito”, ha detto Disanto nel ricevere l’attestato della cittadinanza onoraria. “Un ringraziamento va ai commercianti perché tutti insieme si sono fidati e, nel corso degli anni, insieme alla magistratura siamo riusciti ad ottenere grandi risultati”. Alla cerimonia presenti le forze dell’ordine, la viceprefetto Corinne Palumbo, il Console Generale degli Usa a Napoli Tracy Roberts-Pounds, Pierpaolo Filippelli procuratore aggiunto a Napoli e Nunzio Fragliasso procuratore capo della Repubblica a Torre Annunziata, il sindaco di Gragnano e segretario di Anci Campania Aniello D’Auria, rappresentanti dell’Associazione Fai Antiracket.

Scontri tra tifosi: a Roma striscione contro gli ultras napoletani

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Uno striscione è comparso questa notte a Roma in riferimento agli scontri avvenuti domenica sulla A1 tra ultras giallorossi e quelli del Napoli. La scritta è apparsa intorno alle 1.30 in via Tuscolana: “Sono anni che gridi vendetta, neanche 50 contro 300….lascia perdere dammi retta”, recitava lo striscione. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine che lo hanno rimosso.

Buco da 2 milioni all’Ordine degli Avvocati: licenziato il commercialista

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Napoli – Una voragine nei conti dell’Ordine, una sequenza di mancati versamenti che ha portato a un ammanco importante. La finale di questa storia non poteva che portare al licenziamento per giusta causa per Mario Libertino, commercialista dell’Ordine degli Avvocati di Napoli da oltre trent’anni. Dura la decisione del Consiglio che ha motivato la scelta parlando di tradimento del rapporto di fiducia, danno alle casse e di immagine per l’avvocatura.

Un buco da quasi due milioni di euro, una storia emersa un paio di mesi fa e portata alla luce dal presidente Antonio Tafuri, nel corso di una seduta del Consiglio molto concitata a seguito di una nota dell’Agenzia delle Entrate nella quale si parlava di mancati versamenti dei contributi, oneri previdenziali e fiscali nelle casse dello Stato. Una mossa che ha provocato la reazione del Fisco.

Una situazione che si è andata a incastrare in un altro capitolo dell’Ordine, le elezioni per il rinnovo del Consiglio che si terranno nella settimana tra il 30 gennaio e il 4 febbraio.

Le indagini sono in corso da parte della Procura di Napoli ma, nel frattempo, si è già conclusa l’istruttoria di una commissione interna coordinata dal presidente della Fondazione dell’Ordine, Enzo Moretta che si è anche affidato alla collaborazione del giuslavorista Gianlivio Fasciano.

Il primo verbale parla chiaro, non si parla di furto da parte del commercialista ma di negligenza nella gestione amministrativa dell’Ente, doveri non rispettati da parte di una persona che non ha sfruttato bene, evidentemente, la fiducia e l’autonomia concesse. Un’azione che ha creato un danno all’Ordine sotto tutti i punti di vista: economico, di immagine e credibilità.

 Non si poteva fare altrimenti per quanto riguarda la decisione presa ma ora si deve correre ai ripari per cercare di individuare un piano di rientro adeguato. Il tutto sarà discusso nei prossimi giorni in Consiglio: l’obiettivo è abbattere il debito in 4 anni.

Insomma ragionamenti da fare ce ne sono, indagini pure ma, come detto, di mezzo ci sono le elezioni per il rinnovo del Consiglio con i termini per depositare le liste che si accorciano e la voglia di andare a caccia di consensi che aumenta. Il tutto con una notizia già certa: il presidente uscente Tafuri non si ricandiderà.

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Estorsione e minacce ai danni di un dentista: arrestato 45enne

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I carabinieri della stazione di Bracigliano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Nocera Inferiore nei confronti di un 45enne del luogo indagato per estorsione e rapina. L’uomo, dietro la minaccia di violenza, aveva preteso da un dentista di Bracigliano cure gratuite e doni in denaro. L’arrestato è stato condotto nel carcere di Salerno. 

“Bomba a scuola”, panico a Terzigno: edificio evacuato

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Una telefonata ha scatenato il panico questa mattina a Terzigno, in provincia di Napoli, dove i carabinieri della locale stazione sono intervenuti nella scuola elementare “Domenico Salvio” in via Gionti per la segnalazione di una bomba. L’edificio è stato evacuato e la zona messa in sicurezza. I Carabinieri del nucleo artificieri del comando provinciale stanno effettuando il sopralluogo per accertare quanto denunciato.

Aggiornamento delle 12.30 – Come era ampiamente prevedibile, è falso allarme bomba nella scuola a Terzigno. Tutti rientrati e indagini in corso per identificare l’autore della telefonata-fake.

Prodotti contraffatti, sequestrati capi d’abbigliamento a Napoli

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Prosegue l’attività di prevenzione e repressione della vendita illecita di merce contraffatta da parte degli agenti del reparto di Polizia investigativa centrale della Polizia Locale di Napoli. Controllate, in questi giorni, le zone di Corso Umberto, Corso Novara, Porta Nolana e della Stazione Centrale. In piazza Garibaldi sono stati sequestrati oltre 150 articoli tra calzature, borse, borselli e capi di abbigliamento riportanti i marchi contraffatti di note aziende nazionali ed estere. Inoltre, durante le operazioni di controllo del territorio nella zona collinare, gli agenti hanno sorpreso due parcheggiatori abusivi in via Pietravalle. I due sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per la reiterazione dell’illecito e, per uno dei due, l’omesso rispetto del divieto di allontanamento dal Comune di Mugnano di Napoli.

Cade l’associazione, pena dimezzata per due pusher di Ponticelli

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Napoli – Cade l’accusa di associazione finalizzata allo spaccio di droga e le pene vengono dimezzate per due pusher napoletani di 26 e 42 anni condannati in primo grado rispettivamente a 8 e 12 anni di reclusione.

Il verdetto è stato emesso dalla Corte di Appello di Napoli i cui giudici hanno accolto le tesi dei legali degli imputati, gli avvocati Dello Iacono e De Maio del foro di Lagonegro: il 26enne Luca La Volla malgrado gravato da precedenti penali, è stato condannato a 4 anni di reclusione (8 in primo grado) mentre Domenico Russo, incensurato, a 6 anni (12 in primo grado). Per gli inquirenti i due spacciatori avevano costituito una piazza di spaccio in via Luigi Volpicella, nel quartiere Ponticelli di Napoli, nella quale Russo ricopriva il ruolo di coordinatore dell’associazione mentre La Volla solo una funzione marginale.

Dolore a Napoli, è morto il Dottor Ascione: “Ha insegnato l’arte medica in tutta Italia”

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Lutto a Napoli. Due comunità, quella medica e quella accademica, sono state distrutte dal dolore. Una triste perdita ha sconvolto coloro che conoscevano il dottor e professor Antonio Ascione. In lacrime i colleghi e gli amici legati al noto epatologo, luminare dell’ospedale Cardarelli e Fatebenefratelli di Napoli. A darne notizia è stata la pagina Facebook ‘Nessuno Tocchi Ippocrate’. Sono stati tantissimi i messaggi di affetto e cordoglio dedicati al medico deceduto. Non è stata spiegata la causa per la quale lo specialista ha perso la vita.

Di seguito il post pubblicato sui social dal portale dei sanitari del 118: “Oggi ‘Nessuno tocchi Ippocrate’, nella persona del Presidente, saluta per sempre il Prof. Antonio Ascione uno dei più grandi Epatologi della medicina partenopea. Ha prestato la sua opera per il Cardarelli e per il Fatebenefratelli di Napoli.

Ha insegnato l’arte medica a tanti stimati professionisti che tutt’ora operano nelle più importanti strutture italiane. 50 anni di carriera seguendo scrupolosamente il giuramento di Ippocrate. Professore grazie di tutto. Ciao Antonio! (Come ti salutavo io). Vicini a Paola Roberto Andrea e Giuseppe. Manuel Ruggiero”.

 

Industriale, gli studenti hanno realizzato un nuovo sistema di irrigazione delle aiuole

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Grazie al PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) di GESESA con l’ITI G.B. Lucarelli di Benevento gli studenti hanno potuto realizzare il sistema d’irrigazione sostenibile alle aiuole adottate dall’Istituto.

GESESA è da alcuni anni impegnata nel realizzare progetti di alternanza scuola lavoro, oggi, PCTO, con gli istituti d’istruzione secondaria superiore. Con l’ITI, in particolare con le classi quarte e quinte, è stato proposto un progetto che permette agli studenti di avvicinarsi al mondo del lavoro mettendo in pratica gli argomenti studiati.

Con quest’ultimo progetto avviato lo scorso anno, gli studenti hanno realizzato, con l’aiuto dei “maestri di mestiere” di GESESA e dei loro docenti il sistema di irrigazione per le aiuole.

Il progetto prevede il recupero dell’acqua piovana da utilizzare poi per irrigare le aiuole del Comune di Benevento che si trovano sia davanti che dietro all’edificio scolastico e che sono state adottare dall’ITI. Aiuole dove sono state e verranno piantate molte essene arboree autoctone.

Il partenariato della scuola con il mondo imprenditoriale e nello specifico il confronto diretto e continuo con le aziende come quello oramai quasi decennale con GESESA, ha cambiato in positivo la tradizionale modalità di insegnamento, riprogettando quella che oggi è definita “la didattica delle competenze”.

“Il progetto con la GESESA sul sistema di irrigazione delle aiuole adottate dalla scuola nasce dalla necessità di definire una soluzione al problema posto dagli alunni stessi nel momento in cui hanno analizzato le fasi di sostenibilità delle aiuole adottate” – afferma la preside dell’ITI Maria Gabriella Fedele – “Questo approccio didattico ha consentito agli studenti di influenzare positivamente il proprio modo di agire, grazie all’attivazione di strategie concordate con gli esperti della GESESA, che hanno  stimolato la creatività, il pensiero critico , la soluzione di problemi  nonché la capacità di lavorare in modalità collaborativa al fine di programmare e gestire progetti con  un valore culturale e sociale.”

“Quando si realizza qualcosa di pratico, di funzionale ad uno scopo ma partendo già da un idea progettuale di sostenibilità” – dichiara l’Amministratore Delegato di GESESA Salvatore Rubbo – “riteniamo di aver raggiunto il massimo obiettivo per cui i PCTO sono stati concepiti e di questo ne siamo oltremodo fieri.”

Estorsione e corruzione con metodo mafioso: sei arresti nel Casertano

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Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha coordinato l’esecuzione da parte della Compagnia di Marcianise di un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, in concorso tra loro, dei reati di estorsione e corruzione aggravati dall’utilizzo del cosiddetto “metodo mafioso”.

L’adozione della misura cautelare è intervenuta a seguito delle indagini, svolte dal prefato Reparto territoriale, dirette e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che hanno dimostrato come, attraverso condotte estorsive e corruttive, gli indagati avessero ottenuto l’assegnazione di cappelle e loculi cimiteriali dal comune di S. Maria a Vico (CE). Il provvedimento restrittivo eseguito nelle prime ore della mattinata odierna ha riguardato N. D., 51enne di S. Maria a Vico, e L. C., 49enne di S. Felice a Cancello, elementi contigui al clan camorristico “MASSARO”. Unitamente ai citati soggetti, sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere C. P., 47enne di S. Maria a Vico, attuale vice Presidente della Provincia di Caserta, P. G., 58enne di S. Maria a Vico, P. G., 44enne di S. Maria a Vico, e D.L. C. 55enne originario di S. Maria a Vico e residente fuori Regione.

Le attività investigative hanno accertato che, tramite la forza intimidatrice del clan, uno dei soggetti sopra menzionati, aveva ottenuto l’assegnazione di una cappella gentilizia del valore di 44.000 euro estorta al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero di S. Maria a Vico. Tale cappella gentilizia, attraverso l’intervento presso il medesimo imprenditore di altro soggetto, pure attinto da misura cautelare, e la compiacenza di un impiegato comunale e di un consigliere comunale, veniva successivamente assegnata, sulla base di documentazione artatamente prodotta, ad altro soggetto, in cambio di un corrispettivo in denaro. In tale ambito investigativo, venivano accertare ulteriori condotte riguardanti l’illecita compravendita di cappelle e loculi ubicati nel cimitero di S. Maria a Vico che vedevano il coinvolgimento anche dell’allora concessionario dei servizi cimiteriali e di ulteriore soggetto coinvolto, quest’ultimo risultato intestatario di ben n. 16 loculi.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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