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Cocaina nascosta negli slip, 21enne in carcere nel casertano

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Nascondeva la droga negli indumenti intimi che aveva addosso, ma è stata scoperta e arrestata. Protagonista una 21enne, fermata dai carabinieri nella tarda serata di ieri a Pastorano (Ce), all’uscita del casello autostradale di Capua sull’A1.

La giovane, residente a Mondragone, comune del litorale casertano, è stata fermata a bordo del veicolo che guidava; la prima perquisizione dell’auto ha dato esito negativo, ma in seguito a perquisizione personale, le è stato trovato negli slip un involucro di cellophane contenente 59 grammi di cocaina. E’ così scattato l’arresto per detenzione ai fini di spaccio; la 21enne è stata poi condotta al carcere femminile di Pozzuoli.

Museo della Bussola e del Ducato Marinaro, giovedì la presentazione del progetto

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Amalfi – Reperti archeologici rinvenuti nello specchio di mare che bagna la città, codici e pergamene, monete antiche, strumenti nautici, plastico di Amalfi medievale. Tutto questo e altro ancora andrà ad impreziosire il nuovo allestimento del Museo della Bussola e del Ducato Marinaro, che è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco, Daniele Milano.

L’inaugurazione è in programma giovedì 28 luglio alle ore 19.30 all’interno dell’Arsenale della Repubblica di Amalfi, al termine di una conferenza di presentazione del progetto che si terrà invece alle ore 18.30 presso il Salone Morelli. Le collezioni che saranno esposte nel Museo della Bussola e del Ducato Marinaro documentano la storia millenaria della città e restituiscono al mondo moderno e alla civiltà europea una traccia importante di quella che fu la civitas erede della tradizione di Roma. 

E’ motivo di grande orgoglio inaugurare il nuovo allestimento del Museo della Bussola. Un’opera di restyling e valorizzazione della storia millenaria di Amalfi – sottolinea il sindaco Daniele Milano – La visita sarà sempre ad ingresso gratuito perchè vogliamo permettere, a chiunque decida di visitare la nostra città, di riscoprire il passato storico glorioso della più antica Repubblica Marinara d’Italia. L’Arsenale diventerà inoltre il primo punto di accoglienza e informazione turistica di Amalfi. E’ un progetto ambizioso, che rientra nel più ampio Piano di Sviluppo Turistico di cui Amalfi si è dotata, scegliendo di posizionarsi sul mercato internazionale come una ‘boutique destination’ e soprattutto come una destinazione di turismo sostenibile, con un approccio fortissimo alla cultura. Quando il Museo giovedì aprirà le sue porte, per il pubblico sarà una scoperta incredibile rivivere, dal vivo, uno dei momenti di più grande slancio e sviluppo della storia della civiltà Occidentale”.

Un Museo permanente, sempre fruibile ed accessibile, come evidenzia anche l’assessore alla Cultura, Enza Cobalto: “E’ una progettualità che nasce nel 2018, quando la struttura museale ha ottenuto, dopo un lungo iter, il riconoscimento di ‘Museo di Interesse Regionale’. Sono tantissime le professionalità che sono intervenute per la realizzazione dell’allestimento, dalla Soprintendenza al Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Sarà un luogo prestigioso, nel cuore di Amalfi. L’esposizione prevede una sezione dedicata all’Archeologia, ai primati di Amalfi e ai fasti del Ducato, che trovano poi elegantemente forma in un maestoso plastico che ricostruisce la Amalfi del XIII secolo. A coronamento del Museo, si aggiunge la collocazione all’interno dell’Antico Arsenale della Repubblica del galeone Vittoria con il cavallo alato di Amalfi, di recente restaurato”. 

LA NUOVA SEZIONE ARCHEOLOGICA. Già, perché è certa la sua origine romana, seppur la nascita di Amalfi sia ancora oggi avvolta nel mistero. Una conferma importante di questa tesi arriva proprio dal mare. Infatti, gran parte dei reperti in esposizione provengono dai fondali al largo di Amalfi, a testimonianza di come già in epoca romana il litorale costiero fosse solcato da navi da trasporto. Tra gli oggetti esposti spiccano inoltre contenitori e anfore di produzione siciliana, orientale e araba, che confermano i rapporti diretti tra la città di Amalfi e gli altri territori del Mediterraneo. E la straordinaria full immersion nella storia di Amalfi, che divenne una potenza riconosciuta e apprezzata in tutto il Mediterraneo tra il IX e il XII secolo grazie all’abilità sul mare e alle grandi virtù diplomatiche degli amalfitani che permisero di navigare da Oriente a Occidente sviluppando proficui rapporti economici che portarono la costiera amalfitana a diventare il principale punto di scambi commerciali fra il mondo italico, l’impero bizantino e i territori arabi, inizia proprio dai preziosi reperti archeologici di epoca romana e medievale, recuperati dal fondo del mare. Ma anche provenienti dai viaggi di antichi marinai lungo le coste del mar Tirreno come ad esempio colonne, capitelli e altri elementi architettonici di età imperiale romana, verosimilmente frutto di antichi viaggi da parte della marineria amalfitana. Molti di essi venivano imbarcati per essere rivenduti o riutilizzati, come il prezioso sarcofago in marmo del III-IV secolo d.C.. 

IL PLASTICO DI AMALFI MEDIEVALE – LA FORMA URBIS NEL XIII SECOLO. La ricostruzione tridimensionale di Amalfi in epoca medievale è un fondamentale strumento di conoscenza della sua storia urbana. La realizzazione del plastico ha impegnato anni di studi e ricerche per riuscire a visualizzare la forma della città dopo i secoli d’oro della repubblica e del ducato marinaro.

CODICI, MONETE E PERGAMENE. La seconda navata è dedicata, invece, al periodo d’oro dell’antica repubblica marinara, poi diventata ducato, nell’arco di tempo che va dal IX al XII secolo. Codici e pergamene documentano il funzionamento della “città Stato” di Amalfi e il suo progresso nel diritto e nell’organizzazione della società. Spicca la Tabula de Amalpha, prima raccolta di leggi sul mare in Italia, codice del diritto della navigazione rimasto in vigore fino al secolo XVI in tutto il Mediterraneo. Di particolare valore sono le sei pergamene, databili tra l’XI e il XIII secolo, che forniscono indicazioni importanti sull’organizzazione politica e la vita socio-economica di Amalfi medievale. Le cinque più antiche sono redatte nella tipica scrittura curialesca di Amalfi, caratterizzata da forme piccole, aste lunghe e ghirigori ornamentali. Divenuta con il tempo sempre meno comprensibile, fu proibita da Federico II nel 1220, facendo spazio alla scrittura gotica e cancelleresca, con la quale è stata composta la sesta e più recente pergamena tra quelle esposte, databile al XIII secolo. Notevoli anche gli esemplari di tarì, moneta battuta dalla zecca di Amalfi e accettata in tutti i principali porti da Oriente a Occidente. I tarì amalfitani avevano origine dall’analoga moneta araba, a dimostrazione dei saldi rapporti commerciali sviluppati con il mondo islamico. La zecca di Amalfi (poi chiusa definitivamente nel 1222 da Federico II) coniava monete simili a quelle musulmane, che si scambiavano con altre valute tra cui il soldo bizantino, dal valore di 4 tarì. 

LE BUSSOLE E IL GALEONE IN LEGNO. Nell’Arsenale di Amalfi, monumento simbolo dell’antica potenza marinara della città (documentato già nel 1042, è l’unico cantiere navale di epoca medievale ancora visitabile in Occidente, che presenta in gran parte la struttura originaria) trova posto anche storico galeone che ricorda le sfide antiche e moderne tra Amalfi e le altre repubbliche marinare di Venezia, Genova e Pisa. Posizionato al centro della corsia, «Vittoria», così chiamavano il vecchio galeone in legno quei vogatori di Amalfi che lo condussero primo al traguardo per ben tre volte in meno di un decennio (era il periodo a cavallo tra 1975 e 1981 quando Amalfi vinse le sue prime tre Regate Storiche) oggi ha ritrovato smalto e dignità grazie all’intervento di un privato. Un mecenate, amico di Amalfi, che si è fatto carico delle spese di restauro, aiutando l’Amministrazione comunale a sottrarre al degrado un bene non solo storico ma dal forte valore affettivo. Il percorso espositivo del nuovo Museo della Bussola e del Ducato Marinaro si chiude con una serie di strumenti di orientamento nautico tra cui la bussola, che gli Amalfitani utilizzarono per primi in Occidente, inventandola e perfezionandola così da rivoluzionare le tecniche di navigazione e aprire la via dell’oceano verso il ‘nuovo mondo’. 

Morto sui binari, treni metropolitani fermi

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Non si conoscono ancora tutti i dettagli sul ritrovamento del corpo di un uomo privo di vita sulla linea ferroviaria, altezza fermata metropolitana Parco Arbostella. Segnalazione è avvenuta intorno alle 8:30.

Della persona deceduta ancora non sono state fornite le generalità. Si sa solo che ha carnagione chiara, etá apparente 40/50 anni. Sul posto i vigili del fuoco e di servizi cimiteriali del Comune di Salerno, insieme agli agenti della Polfer e della polizia di stato che stanno indagando  su quanto accaduto. Non si esclude l’ipotesi di un investimento. Al momento i binari della metropolitana sono chiusi ed treni fermi. 

In aggiornamento

Sull’episodio c’è anche una nota ufficiale di Ferrovie Italiane che avverte il blocco all’altezza del Parco Arbostella, lato linea Salerno-Battipaglia, la principale dorsale italiana verso il Sud. Sul posto Polizia ferroviaria e Vigili del fuoco,
Le info di Trenitalia
Il traffico è ancora sospeso tra Salerno e Pontecagnano, in corso l’intervento dell’Autorità Giudiziaria.

I treni Alta Velocità, InterCity e Regionali possono registrare limitazioni di percorso e sostituzioni con bus o un maggior tempo di percorrenza fino a 60 minuti.

Sequestro di Ray-Ban contraffatti in due attività sannite: una denuncia

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Nell’espletamento dei servizi d’istituto predisposti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento finalizzati alla intensificazione dei servizi di controllo riguardanti traffici e commercializzazione di prodotti contraffatti, con il supporto del Nucleo Speciale Beni e Servizi – Gruppo Anticontraffazione e Sicurezza Prodotti del Corpo, è stato denunciato un soggetto titolare di una ditta individuale, specializzata nel settore della
vendita di articoli per ottica.
In particolare, militari del Gruppo di Benevento accedevano presso le sedi di 2 esercizi commerciali operanti nel settore ottico, aventi sede in due diversi comuni della Valle Telesina, ove rinvenivano, detenuti per la vendita, occhiali e accessori del noto brand “RayBan”, spacciati per originali.
Dal controllo effettuato, con l’ausilio di contestuali riscontri peritali intercorsi con gli specialisti della casa di distribuzione del marchio, emergeva che gli occhiali posti in vendita risultavano essere contraffatti, in quanto i marchi ivi riportati risultavano essere difformi rispetto agli originali, le modanature e le lenti erano prodotte con materiali non classificati CE, e presentavano difformità delle stampigliature, delle grafiche presenti sui
packaging, astucci, aste, sacchettini e straccetti pulisci lenti.

L’esito degli accertamenti permetteva di appurare che i prodotti erano comunque di buona fattura con dettagli molto simili a quelli originali, tali da generare equivocità riguardo l’origine, la provenienza e la qualità, traendo in inganno il consumatore finale, anche in considerazione del fatto che i prodotti erano posti in vendita in un
negozio specializzato.
Le attività si concludevano con il sequestro ex art.354 c.p. nei due punti vendita di packaging, occhiali, custodie e accessori per un totale di n. 108 pezzi per violazione all’art. 474 del codice penale e con il deferimento all’autorità giudiziaria del responsabile.
Sono in corso ulteriori accertamenti orientati all’individuazione della provenienza illecita di detta merce. L’operazione condotta testimonia l’attenzione vigile e costante della Guardia di Finanza nel contrasto alla contraffazione dei marchi che, oltre a procurare gravi danni economici alle industrie e all’erario, nel caso di specie crea nocumento anche al consumatore finale, che acquista prodotti griffati, nella convinzione della
genuinità degli stessi.
Si rappresenta che il titolare delle attività commerciali è persona sottoposta alle indagini da ritenersi innocente sino a sentenza definitiva.

Valva, i giardini reali della Villa D’Ayala ancora ostaggio dell’insetto killer

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Valva (Sa)- “A giorni comincerà il trattamento con i farmaci fitosanitari ah hoc per salvare i giardini della villa reale”. Lo spiega il vicesindaco del comune di Valva, Luca Forlenza, il cui ente il mese scorso, è stato destinatario di un maxi finanziamento di 1milione e 800mila euro per il restyling del parco e dei giardini stile italiano e inglese della villa reale dei marchesi d’Ayala di Valva.

Trattamenti sanitari urgenti quelli che l’Ente di Palazzo di Città dovrà fare all’interno del parco di 18 ettari di bosco della villa storica reale, di proprietà dell’ordine dei Cavalieri di Malta ma gestita dal Comune di Valva.
Villa che è uno dei siti storici reali tra i più belli d’Italia ma che da alcuni anni è ostaggio di un bruco parassita, il piralide del bosso, che ha attaccato e distrutto i giardini dei 18 ettari di bosco di Villa D’Ayala.

Giardini che, nel programma di finanziamento del progetto presentato ed approvato dal Ministero dei beni culturali, vedranno oltre ad un intervento farmaceutico di prodotti fitosanitari impiegati per la cura e il trattamento delle piante ammalate anche la piantumazione di nuove piante all’interno del parco per far ritornare la villa a spendere attraverso la sua antica bellezza storica e naturale.
“Un primo trattamento- spiega Forlenza- è già stato effettuato ma nei prossimi giorni daremo seguito al secondo step per la cura del giardino”.

Fonderie Pisano a Buccino, la Regione: “Procedura autorizzativa, Via archiviata d’ufficio”

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Buccino (Sa)- “La procedura Via è stata archiviata definitivamente dall’ufficio per motivi connessi all’inadeguatezza della stessa rispetto alle disposizioni protempore vigenti”.
È quanto scrive, nero su bianco, l’avvocato Simona Brancaccio, dirigente del settore Ambiente della Regione Campania, in una nota trasmessa nelle scorse ore a Palazzo di Città a Buccino, in merito alla richiesta di ottenimento della copia degli atti inerenti il progetto di delocalizzazione delle fonderie Pisano di Salerno all’interno della zona industriale di Buccino.

Atti e progetto per la realizzazione di una “Fonderia di ghisa di seconda fusione” che la proprietà dell’opificio, la società Fonderie Pisano S.p.A., aveva inviato e presentato il 5 luglio, presso uffici della Regione Campania ai fini dell’autorizzazione ambientale Via-Vas per avviare l’iter di delocalizzazione nel cratere. 
Richiesta di autorizzazioni che lo stesso ufficio di Palazzo Santa Lucia ha però bloccato e annullato d’ufficio per inadeguatezza del progetto.

La società quindi, dovrà cominciare l’iter con l’invio della nuova documentazione aggiornata e quindi, adeguata alle disposizioni.
La notizia è giunta nel territorio volceiano nelle scorse ore, a seguito di una richiesta inviata dall’amministrazione comunale di Palazzo di Città che, attraverso una nota a firma del sindaco Pasquale Freda, aveva richiesto alla Regione l’accesso agli atti invitati dagli imprenditori Pisano e i chiarimenti circa l’iter regionale.

Risposta che non si è fatta attendere e che intanto ha visto l’amministrazione comunale di Palazzo di città, dare mandato all’ufficio tecnico di intercettare un tecnico esperto in materia ambientale, per stilare una relazione tecnica da presentare in sede giudiziaria davanti al Tar e al Consiglio di Stato dove pendono una serie di giudizi inerenti l’opposizione di Fonderie Pisano e della società di trattamento rifiuti, Buoneco Srl, anche quest’ultima pronta ad aprire i battenti nella zona industriale del Comune di Buccino, contro la variante al Puc fatta nel 2018 dal Comune di Buccino circa la trasformazione dell’area industriale in distretto agroalimentare e per l’annullamento degli atti amministrativi volti a bloccare l’insediamento dei due opifici nel territorio volceiano.

Parco Pinocchio insicuro e decadente: l’appello al sindaco del consigliere Avella

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“Ripristinare i livelli minimi di dignità, vivibilità e sicurezza del Parco Pinocchio”: il Consigliere comunale Gennaro Avella lancia un appello al sindaco Vincenzo Napoli.

Gennaro Avella dichiara: “Il Parco Pinocchio versa da tempo in condizioni inaccettabili. L’area è degradata,  insicura, sporca e – per ampi tratti – pericolosa. La situazione peggiora di giorno in giorno”.

Avella elenca: “Manutenzione ordinaria assente, un numero crescente di lampade pubbliche fulminate, area del parcheggio dissestata, buia e pericolosa; perdite e sprechi d’acqua insopportabili (addirittura alcuni getti dell’innaffiamento sono orientati in maniera sbagliata), immondizia diffusa e sporcizia; viali spesso trasformati in ‘piste’ per bici e monopattini elettrici.  

Inoltre l’area, nella sua totalità, è diventata un canile a cielo aperto: il mancato senso civico di molti padroni di cani, la loro ‘disobbedienza’ alle più elementari regole del rispetto e l’assenza del benché minimo controllo agli ingressi determinano la presenza di decine di cani perlopiù senza guinzagli, tutti privi di museruole, in giro per viali e giardini, liberi di fare i loro fisiologici bisogni ovunque.

A nulla servono i cartelli di divieto con contestuale obbligo di indirizzare i nostri ‘amici a quattro zampe’ nell’apposita area pubblica di sgambamento che, paradossalmente, rimane vuota nonostante il gran numero di cani presenti”.

L’appello al sindaco del Comune di Salerno, Vincenzo Napoli: “Il Parco è patrimonio della città e caro punto di riferimento di migliaia di abitanti della zona. La struttura pubblica è gestita in forza di una convenzione.

Non si spiega allora questo decadimento che l’ha portata, in alcune sue aree, a livelli preoccupantemente insufficienti di vivibilità e sicurezza. Il Comune, attraverso gli uffici, verifichi l’attuazione in ogni suo punto della convenzione. E comunque intervenga urgentemente al fine di ripristinare gli standard minimi di dignità e di vivibilità”.   

 

Arresto del sindaco De Ieso: 90mila euro il prezzo corruttivo, un vero modus operandi

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Di seguito la nota della Procura della Repubblica, in merito all’arresto del sindaco di Pago Veiano, Mauro De Ieso e di altre due persone:

“Nella mattinata odierna, all’esito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, la Tenenza della Guardia di Finanza di Piedimonte Matese ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un Sindaco di un Comune della Provincia di Benevento, di un imprenditore edile e di un tecnico di fiducia del Sindaco e dell’imprenditore, raggiunti da gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di più delitti di corruzione e turbata libertà degli incanti, volti ad agevolare e consentire l’aggiudicazione in favore di imprese riconducibili allo stesso imprenditore di due gare di appalto del valore complessivo di euro 5.000.000,00, relative alla realizzazione di una scuola elementare e al rifacimento di una strada provinciale.

Le attività di indagine, intraprese inizialmente presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e poi trasmesse per competenza a questo Ufficio, si articolavano in lunghe e complesse attività di intercettazione, servizi di o.c.p. da parte della polizia giudiziaria operante, e acquisizioni documentali.

Il compendio probatorio raccolto e condiviso dal GIP nell’ordinanza applicativa della misura cautelare personale oggi eseguita consentiva di acquisire gravi indizi in ordine all’intercessione del Sindaco con i componenti delle commissioni di gara, allo stato non individuati, al fine di consentire l’aggiudicazione a società riconducibili allo stesso imprenditore dei più importanti lavori pubblici da svolgersi nel territorio comunale, con l’ausilio del tecnico di fiducia per la predisposizione della documentazione amministrativa.

In particolare, l’attività di agevolazione dell’imprenditore iniziava con la individuazione dei lavori da aggiudicare prima ancora della formale pubblicazione del bando di gara, proseguendo con la turbativa della gara ed il continuo confrontarsi tra loro anche per i dettagli più trascurabili, al fine di eliminare i concorrenti.

L’accordo criminoso contemplava la corresponsione al Sindaco e al tecnico di fiducia di un corrispettivo, per una somma non inferiore ad euro 90.000,00, il “prezzo corruttivo”, per favorire l’imprenditore nell’aggiudicazione di gare, nonostante le società allo stesso riconducibili fossero prive dei necessari requisiti professionali di partecipazione alla gara con la corresponsione anche a commissari di gara, non ancora identificati, di una somma compresa tra 4000.00 e 5000,00 euro ciascuno.

Inoltre, l’accordo non si concludeva neanche con l’aggiudicazione, ma proseguiva nella fase successiva, quella della impugnativa da parte del concorrente davanti al TAR, così monitorandone lo sviluppo.

Con riferimento all’esecuzione dei lavori per la scuola elementare, la direzione dei lavori veniva affidata proprio al tecnico di fiducia del Sindaco, così come preventivato dagli indagati prima ancora della pubblicazione del bando di gara, incidendo l’accordo corruttivo anche sul regolare svolgimento della relativa gara. Il tenore perentorio delle espressioni utilizzate consente di ravvisare un vero e proprio modus operandi da parte del Sindaco, determinato nel pretendere il pagamento della propria tangente nell’ambito di ogni gara di appalto, quale compenso per il coordinamento tra il suo tecnico di fiducia e le commissioni di gara, sulle quali esercitano la loro influenza.

Tali circostanze evidenziano non solo la gravità dei fatti, ma anche una certa abitualità tipica di chi è dedito a “gestire” le gare e ad orientarle a proprio piacimento, preordinandone l’aggiudicazione anche prima della pubblicazione, come di fatto è avvenuto per la gara relativa ai lavori della scuola.

La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva”.

Migliore pizza d’Italia, I Masanielli al primo posto: tra i top 100 una pizzeria sannita

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I Masanielli – Francesco Martucci, a Caserta, si conferma per il quarto anno consecutivo la migliore pizzeria d’Italia. Al secondo posto della classifica 50 Kalò di Ciro Salvo a Napoli e, a completare il podio, al terzo posto 10 Diego Vitagliano Pizzeria, sempre a Napoli.

Segue in quarta posizione I Tigli a San Bonifacio (VR), al quinto posto Francesco & Salvatore Salvo a Napoli, sesto Seu Pizza Illuminati a Roma, settimo La Notizia 94 a Napoli, ottavo posto per 180g Pizzeria Romana a Roma, al nono Dry Milano a Milano, al decimo la nuova pizzeria casertana Cambia-Menti di Ciccio Vitiello.

Una guida Italia che vede più di 500 insegne divise in Pizzerie Top (le prime 50) Grandi Pizzerie (dalla posizione 51 alla 100) Pizzerie Eccellenti e Pizze in Viaggio – da taglio e asporto. Le Pizzerie Eccellenti saranno rese note mercoledì 27 luglio, alle ore 12.00, sul sito di 50 Top Pizza, www.50toppizza.it,  e sul Luciano Pignataro Wine&Food Blog. Tutte le guide firmate 50 Top sono consultabili e fruibili in maniera gratuita per tutti i lettori.

Tra le prime 100 pizzerie svetta la Campania con 30 insegne, al secondo posto il Lazio con 13 insegne, che batte di poco la Lombardia con 12. A seguire Toscana (10), Puglia e Veneto (5), Piemonte e Sardegna (4), Sicilia (3), Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Liguria, Marche (2), infine Calabria, Molise, Trentino-Alto Adige e Umbria (1).

Nei top 100 anche una pizzeria sannita: si tratta de Il Segreto di Pulcinella di Giuseppe Bove a Montesarchio, posizionata all’85esimo posto.

 

I locali dal 1° al 50° posto si sono aggiudicati la menzione di “Pizzerie Top”, quelle dal 51° al 100° “Grandi Pizzerie”. Di seguito la Classifica 50 Top Pizza Italia 2022:

 

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50 Top Pizza 2022: pizzerie  da 1 a 50
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1. I Masanielli – Francesco Martucci – Caserta, Campania

2. 50 Kalò – Napoli, Campania

3. 10 Diego Vitagliano Pizzeria – Napoli, Campania

4. I Tigli – San Bonifacio (VR), Veneto

5. Francesco & Salvatore Salvo – Napoli, Campania

6. Seu Pizza Illuminati – Roma, Lazio

7. La Notizia 94 – Napoli, Campania

8. 180g Pizzeria Romana – Roma, Lazio

9. Dry Milano – Milano, Lombardia

10. Cambia-Menti di Ciccio Vitiello – Caserta, Campania

11. I Masanielli – Sasà Martucci – Caserta, Campania

12. Le Grotticelle – Caggiano (SA), Campania

13. Qvinto – Roma, Lazio

14. Pepe in Grani – Caiazzo (CE), Campania

15. Carlo Sammarco Pizzeria 2.0 – Frattamaggiore (NA), Campania

16. ‘O Scugnizzo – Arezzo, Toscana

17. Crosta – Milano, Lombardia

18. Pupillo Pura Pizza – Frosinone, Lazio

19. Apogeo – Pietrasanta (LU), Toscana

20. La Cascina dei Sapori – Rezzato (BS), Lombardia

21. Patrick Ricci – Terra, Grani, Esplorazioni – San Mauro Torinese (TO), Piemonte

22. Pizzeria Panetteria Bosco – Tempio Pausania (SS), Sardegna

23. 400 Gradi – Lecce, Puglia

24. Denis – Milano, Lombardia

25. Pizzeria Da Lioniello – Succivo (CE), Campania

26. Enosteria Lipen – Triuggio (MB), Lombardia

27. Officine del Cibo – Sarzana (SP), Liguria

28. L’Orso – Messina, Sicilia

29. Sbanco – Roma, Lazio

30. Frumento – Acireale (CT), Sicilia

31. La Braciera – Palermo, Sicilia

32. Fandango – Potenza, Basilicata

33. Il Vecchio e il Mare – Firenze, Toscana

34. Pizzeria Le Parùle – Ercolano (NA), Campania

35. Giovanni Santarpia – Firenze, Toscana

36. Giangi Pizza e Ricerca – Arielli (CH), Abruzzo

37. BOB Alchimia a Spicchi – Montepaone Lido (CZ), Calabria

38. I Borboni Pizzeria – Pontecagnano Faiano (SA), Campania

39. Sant’Isidoro – Pizza & Bolle – Roma, Lazio

40. ‘O Fiore Mio – Faenza (RA), Emilia-Romagna

41. Grigoris – Mestre (VE), Veneto

42. Modus – Milano, Lombardia

43. Pizzeria Gigi Pipa – Este (PD), Veneto

44. Maiori – Cagliari, Sardegna

45. Luppolo & Farina – Latiano (BR), Puglia

46. Antica Friggitoria Masardona Roma – Roma, Lazio

47. Palazzo Petrucci Pizzeria – Napoli, Campania

48. Pizzeria Chicco – Colle di Val d’Elsa (SI), Toscana

49. Giotto Pizzeria – Bistrot – Firenze, Toscana

50. Guglielmo & Enrico Vuolo – Verona, Veneto

 

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50 Top Pizza Italia 2022: Grandi Pizzerie da 51 a 100
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51. Concettina ai Tre Santi – Napoli, Campania

52. I Fontana – Somma Vesuviana (NA), Campania

53. La Contrada – Aversa (CE), Campania

54. Gusto Divino – Saluzzo (CN), Piemonte

55. La Gatta Mangiona – Roma, Lazio

56. Pizzeria Mamma Rosa – Ortezzano (FM), Marche

57. La Piedigrotta – Varese, Lombardia

58. Meunier Champagne & Pizza – Corciano (PG), Umbria

59. La Bolla – Caserta, Campania

60. Starita a Materdei – Napoli, Campania

61. Pizzeria Elite Rossi – Alvignano (CE), Campania

62. Angelo Pezzella – Pizzeria con Cucina – Roma, Lazio

63. Sirani – Bagnolo Mella (BS), Lombardia

64. La Sorgente Pizzeria – Guardiagrele (CH), Abruzzo

65. Battil’oro – Querceta (LU), Toscana

66. Piccola Piedigrotta – Reggio Emilia, Emilia-Romagna

67. Mater – Fiano Romano (RM), Lazio

68. Cocciuto – Milano, Lombardia

69. Framento – Cagliari, Sardegna

70. Da Attilio – Napoli, Campania

71. Pizzeria Luigi Cippitelli – San Giuseppe Vesuviano (NA), Campania

72. Sa Scolla – Cagliari, Sardegna

73. Capuano’s Pizzeria 7.0 – Milano, Lombardia

74. Umberto – Napoli, Campania

75. La Locanda dei Feudi – Pezzano (SA), Campania

76. Hofstätter Garten – Termeno sulla Strada del Vino (BZ), Trentino-Alto Adige

77. La Pergola – Radicondoli (SI), Toscana

78. Bottega Dani – Cecina (LI), Toscana

79. Pizzeria La Scaletta – Ascoli Piceno, Marche

80. A Rota – Roma, Lazio

81. Pizza Canneto Beach 2 – Margherita di Savoia (BT), Puglia

82. Lievito 72 – Trani (BT), Puglia

83. Foorn – Mariglianella (NA), Campania

84. Carmine Donzetti – Pizza & Fritti – Casandrino (NA), Campania

85. Il Segreto di Pulcinella – Montesarchio (BN), Campania

86. Bioesserì – Milano, Lombardia

87. Glamour – The Fashion Pizza – Rionero In Vulture (PZ), Basilicata

88. La Piazzetta del Pisacane – Genova, Liguria

89. Il Vecchio Gazebo – Molfetta (BA), Puglia

90. Marghe – Milano, Lombardia

91. Pizzeria Gorizia 1916 – Napoli, Campania

92. Vola Bontà per Tutti – Castino (CN), Piemonte

93. Bas & Co – Pesche (IS), Molise

94. Piccolo Buco – Roma, Lazio

95. Libery Pizza & Artigianal Beer – Torino, Piemonte

96. Mama – Lendinara (RO), Veneto

97. Olio & Basilico – Giacomo Garau – Calvi Risorta (CE), Campania

98. Il Pacchero – Firenze, Toscana

99. I Belcastro – Roma, Lazio

100. Gaetano Paolella Pizzeria – Acerra (NA), Campania

Appalti truccati, arrestati il sindaco di Pago Veiano e due imprenditori

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Arresti domiciliari per il Sindaco di Pago Veiano Mauro De Ieso.

Nella mattinata odierna, all’esito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, la Tenenza della Guardia di Finanza di Piedimonte Matese ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un Sindaco di un Comune della Provincia di Benevento, di un imprenditore edile e di un tecnico di fiducia del Sindaco e dell’imprenditore, raggiunti da gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di più delitti di corruzione e turbata libertà degli recanti, volti ad agevolare e consentire l’aggiudicazione in favore di imprese riconducibili allo stesso imprenditore di due gare di appalto del valore complessivo di euro 5.000.000,00, relative alla realizzazione di una scuola elementare e al rifacimento di una strada provinciale.

Le attività di indagine, intraprese inizialmente presso la Procura della Repubblica di Santa Mafia Capua Vetere e poi trasmesse per competenza a questo Ufficio, si articolavano in lunghe e complesse attività di intercettazione, servizi di o.c.p. da parte della polizia giudiziaria operante, e acquisizioni documentali.

Il compendio probatorio raccolto e condiviso dal GIP nell’ordinanza applicativa della misura cautelare personale oggi eseguita consentiva di acquisire gravi indizi in ordine all’intercessione del Sindaco con i componenti delle commissioni di gara, allo stato non individuati, al fine di consentire l’aggiudicazione a società riconducibili allo stesso imprenditore dei più importanti lavori pubblici da svolgersi nel territorio comunale, con l’ausilio del tecnico di fiducia per la predisposizione della documentazione amministrativa.

In particolare, l’attività di agevolazione dell’imprenditore iniziava con la individuazione dei lavori da aggiudicare prima ancora della formale pubblicazione del bando di gala, proseguendo con la turbativa della gara ed il continuo confrontarsi tra loro anche per i dettagli più trascurabili, al fine di eliminare i concorrenti.

L’accordo criminoso contemplava la corresponsione al Sindaco e al tecnico di fiducia di un corrispettivo, per una somma non inferiore ad euro 90.000,00, il “prezzo corruttivo”, per favorire l’imprenditore nell’aggiudicazione di gare, nonostante le società allo stesso riconducibili fossero prive dei necessari requisiti professionali di partecipazione alla gara con la corresponsione anche a commissari di gara, non ancora identificati, di una somma compresa tra 4000.00 e 5000,00 euro ciascuno.

Inoltre, l’accordo non si concludeva neanche con l’aggiudicazione, ma proseguiva nella fase successiva, quella della impugnativa da parte del concorrente davanti al TAR, così moritorandone lo sviluppo.

Con riferimento all’esecuzione dei lavori per la scuola elementare, la direzione dei lavori veniva affidata proprio al tecnico di fiducia del Sindaco, cosi come preventivato dagli indagati prima ancora della pubblicazione del bando di gara, incidendo l’accordo corruttivo anche sul regolare svolgimento della relativa gara. Il tenore perentorio delle espressioni utilizzate consente di ravvisare un vero e proprio modus operandi da parte del Sindaco, determinato nel pretendere il pagamento della propria tangente nell’ambito di ogni gara di appalto, quale compenso per il coordinamento tra il suo tecnico di fiducia e le commissioni di gara, sulle quali esercitano la loro influenza.

Tali circostanze evidenziano non solo la gravità dei fatti, ma anche una certa abitualità tipica di chi è dedito a “gestire” le gare e ad orientarle a proprio piacimento, preordinandone l’aggiudicazione anche prima della pubblicazione, come di fatto è avvenuto per la gara relativa ai lavori della scuola.

La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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