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Liberamente Foglianise incontra i cittadini: l’evento in Valle Vitulanese

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LiberaMente Foglianise incontrerà i cittadini in piazza S.Anna, giovedì 23 giugno 2022 alle ore 19:00. L’evento verterà su tematiche riguardanti lo sviluppo socio-economico della valle vitulanese; e riguarderà anche e soprattutto la realizzazione della nuova infrastruttura stradale che cambierà la fisionomia del nostro territorio. Vogliamo allora discuterne e capire i vantaggi e gli svantaggi di un’opera che andrà a colpire settori molto importante del nostro territorio, come l’agricoltura, la viabilità, l’economia locale, l’impatto ambientale. Sarà un confronto a più voci sul presente di una “Valle” che vuole guardare al futuro. Interverranno: i proff. Giuseppe Marotta, economista agroalimentare e Carmine Guarino, biologo vegetale, entrambi docenti dell’università degli studi del sannio; e il Dott. Arch. Cosimo Boffa. Modererà l’incontro il Presidente dell’associazione LiberaMente Foglianise, Mattia Simeone. Sono invitati amministratori locali, forze politiche, associazioni del territorio e cittadini tutti. ​ ​ ​

La storia della pizza di Briatore. Spiegata bene (con i politici)

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NAPOLI – La storia della pizza è nata 4 giorni fa con Flavio Briatore che ha postato su Instagram un video in cui accusava i piazzaioli che vendono il loro prodotto a 4/5 euro: un prezzo fuori mercato, se si vogliono rispettare le regole e se si vogliono utilizzare prodotti di qualità: dalla farina al pomodoro, alla mozzarellA (https://www.instagram.com/p/Ce6Yiscp5Jx/).

Particolarmente offesi, così, si sono sentiti i pizzaioli napoletani. Tant’è che oggi, presso la storica pizzeria Sorbillo ai Tribunali, il fatto si è fatto serio. E le pizze, all’ora di pranzo, sono state distribuite addirittura gratis, con tanto di comizio del consiglere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.

Tra un morso e l’altro, quella di Briatore è considerata una “provocazione”: “Dice che se la pizza costa poco non è buona? Ecco, noi la facciamo così e gli ingredienti sono questi: assaggiatela e ditemi com’è”.

“Quella di Briatore è una polemica stupida”, ha tagliato corto Sorbillo. “La pizza nasce come piatto popolare e deve restare tale. A noi piace lavorare con il popolo e accontentare tutti: bambini, disoccupati, professionisti e pensionati. Davanti a una pizza sono tutti uguali e tutti devono potersela permettere”.
 
Francesco Emilio Borrelli, che è anche presidente della commissione Agricoltura della Regione Campania, poi, ha rincarato: “La pizza nasce come piatto ‘povero’, alla portata di tutti, ma sano e genuino – ha detto, respingendo il retropensiero alimentato da Briatore secondo cui chi vende la piazza a 4 euro la fa con ingredienti scadenti – Briatore, con i suoi modi, ha offeso chi questo prodotto l’ha reso grande ed esportato in tutto il mondo e i miliardi di utenti che ogni anno si sfamano a prezzi popolari”. 
 
E insomma, il dibattito è aperto.
 
Tant’è che dice la sua anche un politico-chef: Andrea Di Martino, ex Italia Viva: “Ha vinto Briatore – ha scritto sul suo profilo Facebook – La risposta che a Napoli la pizza costa 4 euro è la peggiore che si potesse dare. È quella idea di bad food che si stava affermando intorno alla pizza prima che il mai troppo ricordato e compianto Stefano Bonilli decidesse di dare una scossa a questo settore. Per 4 euro cosa si dà al cliente? Quali farine? Quanto tempo si lasciano lievitare? Il topping da cosa è composto? Da un qualsiasi elemento anche andato a male perché tanto a 400 e più gradi nessun batterio sopravvive? Quanti lavoratori si sfruttano per fare una pizza a 4 euro?”
 
Di Martino si chiede se chi vende una pizza a 4 euro, in realtà, “non bari”.
 
“Avete la pizza a 4 euro e poi fate le pizze gourmet a 15 euro, come se ci fossero due mondi della pizza. Quello degli inferi e quello del Paradiso”.
 
Ma, allora: qual è il prezzo giusto per una pizza di cui fidarsi?
 
“Noi in Taverna usiamo una farina Petra che facciamo lievitare minimo 24 ore, il topping è composto con pomodoro San Marzano originario di fattoria Zero, il fiordilatte arriva dal caseificio Gargiulo di Gragnano, l’olio è il Ravece Dop di Conte d’oro, il parmigiano è il Vacche rosse 36 mesi, il basilico quello del nostro orto. Non abbiamo lavoratori a nero ed ognuno riceve pienamente ciò che il contratto prevede. Ebbene – è la risposta di Di Martino – sotto i 7 euro non riusciamo a stare anche se non è ancora il prezzo che una pizza cucinata in questo modo meriterebbe”.
 
 

Una proroga semestrale per risolvere il nodo Gesesa: in Consiglio il 29 giugno

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Alla Gesesa verrà concessa una proroga a tempo, con scadenza semestrale. E’ questa la soluzione emersa dalle diverse riunioni tenutesi tra questa mattina e il primo pomeriggio a palazzo Mosti. L’introduzione di un termine – nelle riflessioni del sindaco Mastella e delle professionalità con cui si è confrontato – dovrebbe dunque bastare a superare i dubbi e le perplessità manifestate dai revisori con il secondo parere espresso sulla delibera che doveva andare in discussione oggi, prima del rinvio della seduta deciso ieri.

Già individuata anche la data di convocazione del Consiglio: il 29 giugno. E saranno due giorni di fuoco considerato che 24 ore dopo, la mattina del 30 giugno, l’Aula si ritroverà per la discussione del Bilancio di Previsione

Tornando a quanto accaduto ieri, la tensione in via Annunziata resta alta. Nel mirino la decisione del Collegio dei Revisori di ‘cambiare’ parere a distanza di sole 72 ore dal primo – e positivo – pronunciamento. A chiedere spiegazioni, a quanto si apprende, sarebbero stati questa mattina, con una missiva, il segretario generale dell’Ente e il dirigente del settore Avvocatura.

 

Incidente broker, nessun dubbio su Dna: morto per traumi

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Roma – Primi tasselli di chiarezza sulla morte del broker Massimo Bochicchio, deceduto dopo un drammatico incidente in moto domenica su via Salaria a Roma. In base agli elementi raccolti dagli inquirenti non ci sarebbero più dubbi sulla identità del corpo, rimasto completamente carbonizzato dopo l’impatto con il muro di cinta dell’aeroporto dell’Urbe. A confermarlo, oltre l’attività peritale sul Dna disposta oggi dalla Procura, sono soprattutto i resti del braccialetto elettronico, trovato nella zona dell’incidente, che il manager indossava perché si trovava agli arresti domiciliari.
Bochicchio, però, poteva godere di due ore di permesso per motivi di salute.
Intanto oggi gli specialisti dell’istituto legale della Sapienza hanno avviato l’autopsia. Dai primi risultati emerge che a causare la morte potrebbe essere stato il violento impatto con il muro e le successive fiamme che si sono sprigionate dalla moto. Sul corpo carbonizzato del 57enne sono stati individuati diversi traumi mentre non sono emersi segni “macroscopici” di eventi cardiaci ma per capire se Bochicchio è stato colto da un malore prima dell’incidente ci vorranno ulteriori esami che dovranno essere completati entro sessanta giorni. I medici legali, come da prassi, hanno effettuato anche i prelievi tossicologici. “Nel corso di questa primissima attività peritale – spiegano gli investigatori – non sono stati individuati segni di patologie pregresse gravi. Lo stato da salute di Bochicchio è paragonabile a quello di un qualsiasi 57enne”.
Al momento la pista privilegiata dai pm capitolini, che procedono per il reato di istigazione al suicidio, resta quella del malore ma non si esclude anche il gesto volontario. Anche per questo gli inquirenti hanno disposto l’acquisizione del tablet, del telefono cellulare e di alcuni documenti (tra cui una agenda) dell’uomo accusato di avere truffato, per milioni di euro, vip e nomi noti dello sport. Obiettivo di chi indaga, oltre a ricostruire gli ultimi contatti avuti da Bochicchio nelle ore precedenti alla tragica morte, è cercare eventuali scritti o messaggi che potevano fare pensare ad un gesto estremo.
Capire a che velocità stesse percorrendo quel tratto di Salaria il mezzo con a bordo il broker è un altro elemento su cui gli inquirenti vogliono fare chiarezza. Gli agenti della polizia di Roma Capitale non hanno trovato segni di frenata sul manto stradale e al momento non ci sarebbero elementi relativi alla possibile azione di una auto privata. “L’ho visto mentre superava la mia auto e poi la moto ha cominciato a deviare verso destra”, ha confermato un testimone sentito oggi: parole che confermano quanto già fatto verbalizzare da altri tre testi.

Foto di repertorio

 

Benevento, ecco Capellini: fu il primo a marcare Cristiano Ronaldo in Italia

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Benevento – Il 12 agosto 2018 non è una data qualunque per Riccardo Capellini, primo colpo di mercato del Benevento. Quel giorno era a Villar Perosa per la tradizionale amichevole in famiglia della Juventus. Aveva gli occhi puntati addosso perché l’allenatore della Juve Primavera, Francesco Baldini, gli affidò il compito di marcare Cristiano Ronaldo, al debutto assoluto in bianconero. 

Fu un pomeriggio complesso ma anche un’occasione di crescita. La partita finì 5-0 per gli uomini di Allegri e nel tabellino dei marcatori, suo malgrado, entrò anche lo stesso Capellini a causa dell’autogol che valse il momentaneo 2-0. L’attacco pirotecnico formato da Dybala, Ronaldo e Douglas Costa fece letteralmente impazzire la giovane retroguardia della Primavera, ma Capellini riuscì comunque a riscattarsi sul piano personale salvando sulla linea negando un gran gol di tacco a CR7.

Nato calcisticamente come centrocampista, il 22enne cremonese arrivò alla Juventus nel 2015 dal vivaio grigiorosso. Dopo una stagione con Bellucci giocata a centrocampo, prevalentemente da metodista, fu proprio Baldini ad arretrarlo sulla linea di difesa cucendogli addosso l’attuale veste. Terminata l’esperienza nel torneo Primavera, la prima chance tra i professionisti arriva a Pistoia nella stagione 2019/20, dove colleziona 17 presenze.

Sempre in Lega Pro, ma con l’Under 23 bianconera, è stato protagonista due anni fa alla corte di Lamberto Zauli (24 presenze), prima della parentesi estera al Mirandes (seconda divisione spagnola) dove ha collezionato 25 gettoni tra campionato e Copa del Rey. Ora il ritorno in Italia, alla sua prima volta al sud, sulle orme di un altro ex Juventus, Alessandro Vogliacco, con cui ha condiviso alcune tappe del percorso torinese. 

 

 

M5s: a Napoli verso scissione, 3 consiglieri con Di Maio

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Napoli – La possibile nascita di gruppi parlamentari legati a Luigi Di Maio si ripercuote anche a Napoli, dove è partita l’organizzazione di una formazione in Consiglio comunale collegata al progetto politico del ministro degli Esteri. Secondo fonti qualificate il Movimento Cinque Stelle potrebbe a breve vedere dimezzato il proprio gruppo consiliare, finora composto da sei eletti, con tre consiglieri che passerebbero nella formazione di Di Maio: le indiscrezioni danno in partenza Gennaro Demetrio Paipais, Fiorella Saggese e Flavia Sorrentino. Nel gruppo M5S resterebbero quindi tre consiglieri, il capogruppo Ciro Borriello, Salvatore Flocco e Claudio Cecere. Paipais e Saggese sono considerati legati a Di Maio sin dall’inizio della loro carriera politica nel Movimento, mentre Flavia Sorrentino, che aveva lavorato con il precedente sindaco de Magistris prima di candidarsi con il M5s, è legata politicamente al senatore Vincenzo Presutto, indicato tra coloro che potrebbero aderire in Parlamento al gruppo del ministro degli Esteri.

Gesesa, De Stasio: “Speriamo non sia soltanto un rinvio… “

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Sulla vicenda Gesesa e il rinvio del Consiglio Comunale interviene con una nota stampa Rosetta De Stasio, consigliere per ‘Prima Benevento’:

“Quale consigliere comunale di “Prima Benevento”, presentavo al Sindaco, in data 25 Maggio scorso, un’interpellanza relativa alla proposta proroga della convenzione per la gestione del servizio idrico in favore della GE.SE.SA. di cui alla delibera di Giunta n.101 del 19 Maggio 2022.
Nell’interpellanza sottolineavo la illegittimità della proroga dell’affidamento alla luce del fatto che non solo la stessa non prevedeva una durata precisa né un termine di scadenza, ma anche del fatto che, trattandosi di un affidamento di svariati milioni di euro ad un privato, qual è la GE.SE.SA. SpA, la proroga non poteva essere concessa senza gara d’appalto. Evidenziavo anche che GE.SE.SA. SpA ha dimostrato in modo evidente la propria inefficienza a gestire il servizio idrico e che avrebbe dovuto provvedere al completamento della rete idrica nel territorio di Benevento e a realizzare gli acquedotti rurali, portando l’acqua potabile nelle contrade non servite, ma non lo ha fatto.
Si era concretizzato, in pratica, un grave inadempimento degli obblighi contrattuali, previsti espressamente già nella convenzione già stipulata nel 1992 con la Beneventana Servizi, poi trasformatasi in GE.SE.SA. SpA nel 2001, a cui, a mio modo di vedere, avrebbe dovuto conseguire la risoluzione del contratto per inadempimento, e non certo la concessione di una proroga, peraltro anche formalmente illegittima.
Pertanto chiedevo al Sindaco se intendeva, alla luce della gestione inefficiente da parte della GE.SE.SA. SpA, e degli inadempimenti contrattuali, procedere alla risoluzione del contratto con tale società, anziché procedere alla proroga della convenzione, se intendeva fare luogo ad una gestione totalmente, o comunque in massima parte, pubblica del servizio idrico integrato, come peraltro richiesto da più parti, ponendo finalmente fine alla privatizzazione dell’acqua, bene pubblico e primario per eccellenza, e quali provvedimenti intendeva adottare onde evitare il perpetuarsi degli inadempimenti contrattuali e dell’inefficienza della gestione del servizio idrico da parte della GE.SE.SA. SpA.
Naturalmente, come ormai di prassi, non ho avuto alcuna risposta in merito e la proposta di proroga, dopo avere ricevuto il “parere favorevole” del Collegio dei Revisori dei Conti, era stata posta all’ordine del giorno del consiglio comunale convocato per oggi, 21 Giugno.
Nel frattempo la Procura della Repubblica ha predisposto ben 31 richieste di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento dei fiumi e sull’affidamento alla GE.SE.SA. della gestione del servizio idrico integrato.
Le accuse contestate vanno dall’inquinamento ambientale alla frode nelle pubbliche forniture, dalla gestione illecita dei rifiuti agli scarichi di acque reflue senza autorizzazione. Più specificamente viene contestato il reato di abuso d’ufficio in relazione ad una delibera del 2018 (approvata da Giunta e Consiglio Comunale) concernente l’individuazione della GE.SE.SA. come gestore del Servizio idrico integrato, mentre, secondo gli inquirenti, l’affidamento sarebbe dovuto andare solo a società interamente pubbliche.
Inoltre, è bene non dimenticarlo, per la seconda volta la GE.SE.SA. SpA è stata esclusa dai finanziamenti previsti dal PNRR per il risanamento delle reti idriche e tale finanziamento avrebbe dovuto ridurre le perdite dei 22 comuni gestiti, ed avrebbe dovuto consentire l’installazione di un sistema di telecontrollo per l’individuazione delle falle nella rete idrica (peraltro già realizzato alla fine degli anni 90 dalla Beneventana Servizi, e del quale non vi è notizia).
Dopo avere dato parere favorevole alla proroga proposta dalla Giunta,, il Collegio dei Revisori dei Conti, smentendo se stesso, ha mutato completamente il parere che da favorevole è diventato “contrario”.
Naturalmente, alla luce di ciò, il Consiglio Comunale convocato per stamattina è stato, nel pomeriggio di ieri, rinviato a data da destinarsi.
Peraltro le osservazioni del Collegio dei Revisori non appaiono superabili, quantomeno non nel giro di qualche giorno. Secondo il parere la proroga dell’affidamento sarebbe illegittima anche poiché “non prevista nella gara d’appalto” e, con tutta la buona volontà, tale ostacolo è da ritenersi insormontabile da un punto di vista giuridico, al pari delle censure oggetto della mia interpellanza.
Poi la maggioranza consiliare del Sindaco potrà fare ciò che vuole, visto che i numeri sono dalla sua parte. Ma solo i numeri, però! La illegittimità non può essere cancellata a colpi di maggioranza, ed il rischio di finire nelle maglie della giustizia non si attenua in base al numero di voti espressi su una delibera giuridicamente infondata.
Forse l’Amministrazione comunale potrebbe cogliere questo momento come un’occasione per una riflessione più profonda che ponga fine alla privatizzazione dell’acqua, bene pubblico e primario per eccellenza, come da tempo e da più parti richiesto, anche con un referendum.
Forse è giunto il momento di ricordare che l’acqua non può essere lasciata alla logica del mercato, perché rappresenta un diritto di tutti e, come affermato anche da Papa Francesco, costituisce diritto alla vita.
Un diritto non può essere violato, neppure a colpi di maggioranza!”.

Gesesa, Alternativa per Benevento: “Motivazioni revisori sono le stesse della Procura, figuraccia evitabile”

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Di seguito nota stampa dei consiglieri comunali di ‘Alternativa per Benevento’

“La incredibile storia della proroga del servizio idrico integrato in favore della Gesesa restituisce la cifra esatta della gestione mastelliana della cosa pubblica: un misto di inefficienza e spregiudicatezza! Dal 2018 si sapeva che la convenzione con la Gesesa sarebbe scaduta il 30 giugno 2022, eppure si è arrivati all’ultimissimo momento per affrontare il problema. E che problema! È noto che la Procura della Repubblica ritiene illegittima la convenzione sottoscritta nel 2018 con la Gesesa, tanto da averne fatto oggetto di una imputazione penale. Mastella era perfettamente consapevole della situazione, ma ha deciso di forzare la mano: ha proposto alla Giunta di fornire uno specifico indirizzo per la proroga della convenzione, e ha chiesto ed ottenuto la convocazione del Consiglio Comunale affinché la proroga fosse formalmente deliberata. Quando la pratica sembrava in dirittura d’arrivo, ecco il colpo di scena: lo stop dei Revisori dei Conti che, modificando il proprio precedente avviso, hanno reso parere negativo sulla proroga della convenzione con la Gesesa. E con quali motivazioni? Esattamente le stesse adottate dalla Procura della Repubblica nell’esercizio dell’azione penale! Ovviamente il parere negativo dei Revisori ha mandato in tilt il Sindaco e la seduta di Consiglio Comunale già in programma è stata annullata. Si poteva evitare questa figuraccia? Certamente sì, a condizione che per tempo si fosse provveduto a sanare i profili di illegittimità della convenzione con la Gesesa. Ed invece si è preferito far finta di niente, sfidando la legge e il buon senso, cosicché superficialità e malinteso senso di onnipotenza hanno condotto all’esito di questi giorni, con il concreto rischio che, come sempre, le conseguenze di questo pasticcio ricadano sugli incolpevoli cittadini”.

‘Chi l’ha visto?’ torna sul caso Angela Celentano, la piccola rapita 26 anni fa sul monte Faito

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Napoli – Come potrebbe essere Angela Celentano oggi, a quasi trent’anni? A “Chi l’ha visto?”, in onda domani alle 21.20 su Rai 3, l’invecchiamento della piccola scomparsa a tre anni dal monte Faito. Ovunque, nei bancomat, grazie a “SOS Desaparecidos”, la sua foto di allora dopo l’iniziativa dei genitori che pensano sia stata adottata illegalmente. E continua l’inchiesta sulla scomparsa della giovane campionessa di tiro a segno Andreea: in studio il suo fidanzato Simone, indagato per sequestro di persona. Una macchina nera al centro del mistero: potrebbe aver portato via Andreea? Come sempre gli appelli, le richieste di aiuto e le segnalazioni di persone in difficoltà. 

Centro ASI Solofra, il polo che cresce grazie alla forza delle idee

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Solofra (Av) – Essere un punto di riferimento per un intero territorio è idea ambiziosa e, il più delle volte, lontana dalla realizzazione. Resta all’interno di un cassetto senza possibilità di sviluppo.

Non è il caso della Centro ASI Solofra, che, nel corso del tempo ha saputo modificare il proprio aspetto nel pieno rispetto delle esigenze del territorio. Quella porzione di Irpinia legata a doppia mandata alla produzione della concia, un marchio di fabbrica che ha reso il polo produttivo il più antico della Campania.

Trentamila metri quadri, una realtà strutturata in modo tale da poter essere un reale riferimento per una zona intera, senza lasciare nulla al caso: dalla logistica e sistemica del polo conciario, passando per le fasi di lavorazione e fino alla commercializzazione del prodotto finito. Insomma, dall’inizio alla fine, chiunque vive di questo tipo di attività, dal più grande al più piccolo, sa di non essere assolutamente abbandonato.

Un cambio di passo deciso, comunque, lo ha dato la gestione, sempre più attenta e lungimirante, della Solofra Service, la società che ha capito come rendere il polo al passo coi tempi e rispondere alle esigenze di ogni singolo produttore. 

E non solo dal punto di vista strettamente commerciale, se si pensa solo alla realizzazione di magazzini generali e quelli frigoriferi per lo stoccaggio e deposito delle pelli grezze. L’allargamento alle attività di elaborazioni dati e laboratori di ricerca e didattica rappresentano, proprio, il salto verso un’idea di prodotto che sia al passo col tempo e con le variazioni ad esso associate. E proprio in questo senso, quando c’è stato da affrontare il Covid, si è trasformato in hub vaccinale, altro segno di vicinanza importante.

Il segreto per migliorarsi e per migliorare il lavoro di chi è chiamato a far crescere una terra intera. In questo senso, il Centro ASI di Solofra ha ben poco da invidiare a strutture ancora più grandi e riconosciute.

 

 

 

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