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Furto oggetti sacri in un Santuario a Salerno: preso 24enne

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Salerno – E’ un 24enne già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio l’autore del furto avvenuto nel Santuario di Maria Santissima del Carmine di Salerno dove la sera dello scorso 18 gennaio sono stati rubati oggetti sacri, un calice in argento e un ostensorio risalente al XVIII secolo.

Ad accorgersi del furto, perpetrato intorno alle 21, è stato il rettore del Santuario, dopo avere sentito un forte boato provenire dalla sagrestia: qualcuno aveva infranto la vetrina della teca nell’aula museale con un sasso e messo a segno il colpo. Le indagini della Polizia di Stato, con gli agenti dell’Upgsp, del Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica e della Squadra Mobile, si sono basate sulle descrizioni del malvivente rese dai testimoni. Il bandito, in particolare, indossava un casco integrale che è stato fondamentale per la sua individuazione avvenuta anche grazie all’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.

La perquisizione a casa del sospettato ha consentito il ritrovamento degli indumenti utilizzati quella sera dal ladro e soprattutto il bottino, conservato nello stesso scatolone utilizzato per il furto. Il giovane è stato denunciato per furto aggravato e la sua posizione sarà vagliata per l’emissione di una misura di prevenzione personale. Il calice e l’ostensorio, per il cui ritrovamento era stato fatto dalla Curia anche un appello durante la trasmissione “Chi l’ha visto” sono stati riportati stamattina nella Chiesa del Carmine.

E’ la settimana decisiva per il Salva-Napoli e per molti creditori del Comune: le ultime dall’uomo al Mef (e a Chigi) di Manfredi

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NAPOLI – Oggi è iniziata la settimana decisiva per il Salva-Napoli, l’accordo tra il Comune e il Governo centrale che dovrebbe portare nelle casse napoletane 1,3 miliardi di euro da qui ai prossimi 20 anni salvando l’ente dalla bancarotta. 

Perché decisiva? Perché il 15 febbraio, ma più probabilmente qualche giorno dopo, il sindaco Gaetano Manfredi e il premier Mario Draghi dovranno mettere le loro firme in calce all’accordo e farlo diventare ufficiale. Ma intanto Palazzo San Giacomo sta lavorando affinchè le condizioni imposte da Roma per avere quei soldi siano meno pesanti.
 
L’accordo, infatti, prevede che, per i creditori commerciali del Comune, in ballo circa 300 milioni di euro, si passi ad una traslazione che preveda il 40% del saldo per i crediti di oltre 10 anni, del 50% per quelli oltre i 5 anni, del 60% per quelli oltre i 3 anni e dell’80% per quelli maturati negli ultimi 3 anni.
 
Insomma, a tutti coloro che hanno prestato servizi o beni all’ente di piazza Municipio, si chiede un gran bel sacrificio, come evidenziato sabato anche dal gruppo consiliare di Forza Italia.
 
E proprio per questo, l’assessore Pier Paolo Baretta, il quale significativamente ha avuto modo di spiegare che non era nemmeno da prendere in considerazione una dichiarazione di dissesto del Comune perché con esso sarebbe fallita mezza Napoli, ha chiesto un emendamento all’accordo con Palazzo Chigi.
 
Il suo obiettivo è quello di giungere ad un accordo un po’ più favorevole per chi ha lavorato con il Comune negli ultimi anni.
 
Oggi, quindi, aveva in agenda un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. Ma il vis a vis con l’uomo di Draghi è saltato.
 
“Ci siamo solamente messaggiati – racconta l’uomo di Manfredi che fa la spola col Ministero delle Finanze e Palazzo Chigi – Abbiamo bisogno ancora di qualche giorno per definire meglio l’emendamento che possiamo portare in porto”.
 
Vale a dire, quello con il quale si potrebbero dare più soldi alle imprese strategiche che hanno lavorato e lavorano col Comune, dalle aziende che si occupano delle mense scolastiche a quelle dei servizi cimiteriali fino a quelle che si occupano dei tanto agognati progetti per mettere a terra il Pnrr.
 
Ma non solo: Baretta e Manfredi vorrebbero arrivare a saldare il 100% delle fatture emesse negli ultimi 3 anni e, per non essere considerati cattivi pagatori e magari farsi sfuggire i professionisti e le aziende migliori, anticipare il 70% di quelle in atto.
 
“Con il sottosegretario Garofoli, oggi, non ci siamo visti ma ci siamo in ogni caso scambiati informazioni – fa sapere l’assessore Baretta – Ma l’accordo lo dovremo chiudere per il fine settimana”.
 
Da zero a dieci, quanto è fiducioso che possa ottenere condizioni meno pesanti per il Salva-Napoli? “Diciamo che sono abbastanza fiducioso”. 

Stay With U.S, il club chiamata l’adunata: prezzi speciali per i tre match interni

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Avellino – Stay With U.S, ecco che si rinnova l’iniziativa in vista delle gare interne dei lupi. Tre le gare casalinghe in programma per il mese di febbraio: Avellino – Monterosi Tuscia (Sabato 12/02/2022 alle ore 17,30); Avellino – Fidelis Andria (Sabato 19/02/2022 alle ore 17,30) e Avellino – Catania (Sabato 26/02/2022 alle ore 17,30). La società chiamata l’adunata con l’iniziativa per i sostenitori dell’Avellino.

“Soltanto tutti insieme possiamo far valere la vera forza dell’U.S. Avellino 1912 – ha affermato Giovanni D’Agostino – la compattezza dell’ambiente, il sostegno fisico della nostra gente sul campo, quel famigerato dodicesimo uomo che nella storia ha contraddistinto il nostro glorioso club. Contro la Juve Stabia siamo ritornati finalmente alla vittoria in casa. È stato bellissimo rivedere l’abbraccio della squadra con i tifosi. È anche vero, però, che sugli spalti eravamo ancora pochi coraggiosi. Chi ci ha sempre supportato oltre ogni cosa va ringraziato ed apprezzato per il sostegno che, nonostante tutto, non ci ha mai fatto mancare. D’ora in avanti, però, ogni partita per noi sarà di vitale importanza. Per questo motivo abbiamo provato a fare un ulteriore passo verso i nostri tifosi, con la speranza che il Partenio – Lombardi ritorni a gremirsi con tanti cuori biancoverdi che battono all’unisono. Forza Lupi, forza Avellino. Ci vediamo allo stadio!”.

Giornata mondiale del cyberbullismo: le parole della consigliere Us Acli Immacolata Petrillo

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“Oggi giornata mondiale del cyberbullismo e bullismo, io Immacolata Petrillo, consigliere provinciale delle Us Acli di Benevento, con mandato riguardante ogni tipo di violenza, voglio esprimere il mio pensiero su questo importante argomento.

Sempre più frequenti risultano essere negli ultimi anni gli episodi di sopraffazione ed aggressività a scuola che vedono coinvolti preadolescenti ed adolescenti che lasciano spesso impreparati insegnanti e genitori.

Accanto ai fatti di cronaca più noti, il fenomeno del bullismo si presenta di solito in modo sommerso e meno evidente, caratterizzato da continui piccoli soprusi e prevaricazioni, spesso difficili da individuare e su cui diventa arduo intervenire.

Il bullismo nasce e trova la sua collocazione all’interno dell’ambiente scolastico e costituisce una manifestazione dell’aggressività tra le più deleterie e distruttive. Nello evolutivo dell’adolescente, un molo rilevante riveste sicuramente la scuola. Essa costituisce una tra le esperienze più intense e progettualmente più importanti del ragazzo, poiché influisce sul suo processo di costruzione dell’identità.

Luogo di collegamento cognitivo e relazionale con il passato, la scuola scelta e frequentata individua il futuro progetto di vita che l’adolescente- studente ha deciso ‘intraprendere, avvicinandolo ulteriormente a quella dimensione adulta che, insieme alla famiglia e ai coetanei, pure la scuola contribuisce a formare.

Il pensiero educativo e didattico che in anni relativamente recenti ha iniziato a permeare la scuola, seppure con fatica e fra difficoltà culturali, sociali ed istituzionali sicuramente ancor irrisolte, ha messo femo l’importanza di non considerarla più solo come luogo di trasmissione e costruzione di conoscenza. Ma persino sede in cui sperimentare le nuove
competenze cognitive, affettive e relazionali, le quali emergono in questo periodo e chiedono di essere considerate e ascoltato”.

Immacolata Petrillo
Consigliere provinciale
Us Acli Benevento

L’immagine più brutta di Benevento-Parma

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Benevento – Equilibrata, combattuta, per larghi tratti elettrizzante, in bilico fino alla fine. Eppure Benevento-Parma è stata un’emozione per pochi. Erano 3.135 i presenti sugli spalti del Vigorito, di cui 73 provenienti dall’Emilia. Numeri deprimenti, per nulla in linea con le ambizioni del club, con il valore dell’avversario e con la presenza in campo del campione del Mondo Gianluigi Buffon. L’elenco dei motivi validi per vivere un pomeriggio allo stadio era interminabile. Una serie di emozioni ritenute evidentemente microscopiche da chi ha preferito ancora una volta la comodità del divano.

Sarebbe interessante valutare i dati auditel di Sky e Dazn per capire quanto è alta la percentuale di quelli che hanno gettato definitivamente la spugna. Per comprendere quanto c’è realmente da temere per il futuro di una passione tramandata di generazione in generazione. L’avvisaglia l’aveva data la gara interna col Frosinone dello scorso 6 novembre (2.100 spettatori scarsi): il vero fulcro del problema non è il botteghino, l’incasso, ma qualcosa di più grande. Rischiano di scomparire tradizioni, rituali, sensazioni che non trovano spazio nel nuovo mondo dominato dalla partita visibile con ogni mezzo e in ogni luogo, ma non allo stadio.

Il tragitto che conduce dall’auto appena parcheggiata al proprio posto nel settore, le sciarpe alla vita dei tifosi che non vedono l’ora di entrare, la processione di bandiere, le chiacchiere con l’amico del weekend, con il compagno di posto, il ricordo impresso nella mente di un’azione vissuta da una postazione privilegiata, il boato dopo un gol a cui si è assistito dal vivo, a pochi metri di distanza. Se esistesse una macchina del tempo, consegnando questa foto (in basso) a un tifoso di vent’anni fa – va bene anche la versione più giovane di voi stessi – andreste incontro a reazioni bizzarre. Stupore di sicuro, probabilmente risate. Ai tempi della serie C, obiettivo salvezza, i tifosi arrivavano ad essere anche il triplo.

Spopolamento, apatia, esborsi economici, imborghesimento, distacco, noia, orari scomodi (le prossime tre sfide interne si giocheranno nel turno infrasettimanale alle 18.30  ndr.), le risposte possono essere molteplici. Senza trascurare chiaramente gli strascichi di una pandemia che ha causato danni e sta continuando a causarne. Spetta ai pochi che avvertono ancora il fuoco dentro superare tutti questi ostacoli, coinvolgere e trascinare con la propria voglia gli scettici. Fargli capire che il calcio è al momento l’unico vero fenomeno sociale di una città sempre capace di compiacersi della sua storia, di cullarsi su ciò che è stata in un passato remoto, ma ancor più brava a disinteressarsi di se stessa, del suo presente e del suo futuro.

Mastella attacca Calenda: “Lui serio e coerente? Che bestemmia”

Carlo Calenda
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“Calenda che fa sfoggio di coerenza e serietà è davvero una bestemmia. Detto da lui che è stato nominato ministro da Renzi e poi lo ha rinnegato, detto da lui che è stato eletto europarlamentare Pd e poi si è messo in proprio è onestamente una offesa alle intelligenze. Faccia la morale a se stesso, guardi la sua trave negli occhi. Non è Calenda un maestro di politica che il mondo ci invidia. È rimasto per me quello che era, come mentalità, un collaboratore del  Cis di Nola cui io davo secondo indicazioni le raccomandazioni del caso”. Così Clemente Mastella, segretario  nazionale di Noi Di Centro.
 
 
 

Fondi PNRR per i borghi abbandonati, Roscigno Vecchia esclusa dal bando regionale e il sindaco fa accesso agli atti

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Roscigno (Sa) – Porta la firma del sindaco della cittadina alburnina di Roscigno, Pino Palmieri, la richiesta di accesso agli atti indirizzata alla Regione Campania ed inviata questo pomeriggio dal primo cittadino all’Ente di Palazzo Santa Lucia a Napoli. Al centro della richiesta di accesso agli atti, l’esclusione del borgo antico di Roscigno Vecchia dalla manifestazione di interesse indetta dalla Regione Campania per l’accesso ai fondi PNRR del bando Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, destinata ai borghi abbandonati siti nelle aree interne del territorio campano. 
Un borgo antico e abbandonato quello di Roscigno vecchia ma che per l’Ente di Palazzo Santa Lucia non può accedere al bando. Una vicenda che ha scatenato l’indignazione e la rivolta del sindaco ed ex consigliere della Regione Lazio, Pino Palmieri, che è pronto a dare battaglia alla Regione e a cui hanno fatto eco anche le missive di alcuni parlamentari salernitani, questi ultimi hanno infatti indirizzato richieste di chiarimenti al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, al quale hanno anche chiesto l’inserimento dei borghi abbandonati ma esclusi dal bando con una modifica della delibera del 18 gennaio 2022 relativa all’individuazione dei borghi a rischio abbandono e abbandonati che potranno entrare a far parte dei progetti pilota destinati alla valorizzazione e alla rigenerazione culturale, sociale ed economica grazie alla disponibilità dei fondi PNRR. 

Porta Rufina, Sguera (Azione): “Interlocuzione Comune-Ati conferma inerzia dell’amministrazione”

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“Dalla semplice lettura delle missive relative all’interlocuzione in corso tra il Comune e i legali rappresentanti dell’Ati che hanno realizzato il parcheggio di Porta Rufina, si evince che i sospetti circa l’inerzia amministrativa sulla vicenda sono oltremodo giustificati”.

Così Vincenzo Sguera, segretario provinciale di ‘Azione’, nonché consigliere comunale a Palazzo Mosti, torna sulla questione della mancata riapertura del parcheggio di Porta Rufina.

Si legge infatti in uno dei passaggi della pec di risposta inviata dai legali dell’Ati: “Sorge il sospetto che la lettera sia stata inviata solo per poter affermare di aver fatto qualcosa, a seguito delle recenti polemiche politiche apparse sulla stampa. Rammento che fin dal 30 agosto 2017 ho notificato al Comune un atto di significazione e costituzione in mora, rappresentando che il contratto doveva ritenersi risolto a causa del fallimento della AMTS. Il “risveglio” dell’Amministrazione dopo oltre 4 anni di silenzio non servirà certo ad eludere le sue responsabilità. Preciso che il parcheggio era detenuto dall’AMTS, e che le mie clienti non si sono opposte e non si oppongono alla riconsegna, che evidentemente il Comune non ha mai richiesto, e che può essere effettuata solo dalla Curatela”.

Conclude dunque Sguera: “Senza voler suscitare nuove polemiche – ribadendo l’intento collaborativo dei consiglieri che siedono tra i banchi dell’opposizione per risolvere sotto il profilo giuridico ed amministrativo la problematica di che trattasi e dando atto dell’impegno profuso in modo concreto e fattivo nella vicenda in oggetto dal neo Assessore al patrimonio, Avv. Attilio Cappa, – l’auspicio comune resta solo e soltanto quello di dare una risposta celere ai cittadini che da anni invocano la riapertura del parcheggio Porta Rufina e del Malies”.

Città Aperta, Cicatiello-Miceli: “Benevento esclusa dalla programmazione PNRR per le ZES”

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Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del coordinatore della segreteria politica Lorenzo Cicatiello e del capogruppo Angelo Miceli, in merito al mancato finanziamento per la zona ZES nell’ambito degli interventi del PNRR:

“Dentro il complesso scenario che riguarda il PNRR, la sua attuazione, e le enormi possibilità offerte per i territori , si intersecano altre numerose e complementari strategie di sviluppo che anche il Sannio, e la Città capoluogo, dovrebbero avere l’intuizione di non disperdere, viste le cospicue risorse disponibili.

Tra queste, sicuramente, la strategia di sviluppo e riorganizzazione delle ZES merita un approfondimento specifico e scrupoloso, attesa la significativa accelerazione che l’iter sta avendo anche a seguito della nomina del Commissario di Governo della ZES in Campania, avv.Giosi Romano.

Lo scorso 4 gennaio, sulla Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato il decreto interministeriale dei ministri Giovannini e Carfagna, che ripartisce le risorse a disposizione delle ZES (Zone Economiche Speciali).

Si tratta di ben 630 milioni di euro per investimenti infrastrutturali per lo sviluppo dei collegamenti della rete nazionale dei trasporti con le aree ZES.

Proprio l’approfondimento della documentazione ufficiale  ci consegna , però, una sgradita sorpresa per le aree industriali di Ponte Valentino e di Cda Olivola.

Mentre le province di Avellino, Caserta e Salerno, fanno il pieno in termini di risorse intercettate, con i previsti interventi in Valle Ufita, Maddaloni e Fisciano; mentre Nola entra nei primi interventi appaltabili con un budget previsto in circa 30mln/€, purtroppo ancora una volta il nostro territorio non figura né tra i 6 interventi di ultimo miglio, previsti per connettere le aree portuali e industriali e la rete infrastrutturale ferroviaria e stradale né tra i 4 interventi che finanziano la logistica.

Ci saremmo aspettati una vibrata protesta rispetto a questo esito,ma così non è stato, e non si sono registrate reazioni rispetto a questa ennesima mortificazione delle nostre aspettative.Tuttavia la questione non merita di essere silenziata, occorrendo piuttosto una corale mobilitazione per evitare che la penalizzazione del territorio diventi irreversibile.

Allo scopo un primo utile passo è, secondo noi, la immediata convocazione della commissione consiliare attività produttive per costruire un solido percorso che consenta di raggiungere l’obbiettivo del potenziamento e della competitività delle nostre ZES”.

Corona sulla Telesina: “Mastella chiede di togliere gli autovelox ma non paga le sue multe”

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Di seguito la nota di Gabriele Corona che riceviamo e pubblichiamo integralmente:

“Commentando l’ultimo scontro mortale sulla strada statale da Benevento a Caianello, Mastella ritiene, come tutti, che debbono essere fatti lavori di manutenzione e messa in sicurezza, ma ha aggiunto che chiederà al Prefetto di disabilitare gli autovelox perché gli automobilisti “poveri cristi” sono costretti a pagare troppo multe.

Mastella però, non è un “povero cristo” e infatti le 30 sanzioni per eccesso di velocità dell’auto di rappresentanza del Comune di Benevento non le ha pagate.

Ha sempre fatto ricorso e dichiarato che il poliziotto di scorta che lo accompagnava, verificato che c’erano rallentamenti aveva chiesto all’autista di accelerare e superare i limiti di velocità per la sua incolumità.

Stupisce la dichiarazione attribuita ai poliziotti perché su una strada tanto pericolosa bisognerebbe guidare rispettando i limiti di velocità, anche per non creare pericolo alle altre auto circolanti, piuttosto che sfrecciare per “tutelare la incolumità” del sindaco.

Clamorosi sono i ricorsi che ha presentato al Prefetto di Benevento per fare annullare le due multe ricevute la sera dell’8 giugno 2019 mentre con l’auto di servizio percorreva la Telesina.

Era sabato sera e tra le tante auto di giovani che sfrecciavano per la movida, c’era anche la Citroen del Comune di Benevento con Mastella a bordo il quale nel ricorso scrive che mentre si recava a Roma per impegni istituzionali “il conducente, su indicazione dell’operatore di P.S. a bordo, ha doverosamente superato il limite di velocità vigente, a salvaguarda della sicurezza personale del sottoscritto; difatti, il notevole rallentamento imposta nella circostanza dal traffico, sarebbe stato fonte di potenziale esposizione a pericolo”.

Quale urgentissimo “impegno istituzionale” attendeva il sindaco a Roma nella notte tra l’8 e il 9 giugno tanto da consentirgli di usare l’auto del Comune, con autista e poliziotto di scorta, a folle velocità per beccare due multe sulla stessa strada?

In realtà, quella sera l’auto del Comune di Benevento con Mastella a bordo NON è andata a Roma ma evidentemente il Prefetto non lo sapeva quando ha cancellato le due multe.  

Sempre al Prefetto vorremmo porre un altro interrogativo (in attesa che si decidano farlo i parlamentari e i consiglieri di opposizione): perché Mastella in alcune occasioni non è accompagnato dal poliziotto di scorta?

Dal 2016 gli è stata assegnata una “tutela” per minacce ricevute ma l’agente armato lo dovrebbe accompagnare sempre in luoghi aperti al pubblico, anche quando usa auto private.

Ci risulta, invece, che in alcune occasioni Mastella ha frequentati luoghi aperti al pubblico senza la scorta. Come mai?

Si spaventa se ci sono rallentamenti sulla strada e quindi supera i limiti di velocità, anche per la Movida del sabato sera, ma poi va in giro accompagnato da un fedele consigliere, senza scorta.

Se non si sente più in pericolo può rinunciare alla “tutela” dell’uomo armato pagata con i soldi dei contribuenti”.

Gabriele Corona, movimento politico “Altra Benevento è possibile

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