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Il varo di un Governo è da sempre il momento in cui si apre anche un dibattito sui ministri nominati, su quelli mancati e sulle tipologie di deleghe assegnate dal premier. Del neo Consiglio dei Ministri targato Meloni, al di là dei nomi, più o meno preannunciati, hanno colpito anche alcune nuove denominazioni di ministeri che hanno un chiaro gusto retrò.

Tra questi spicca il ‘Ministero delle imprese e del Made in Italy’ (una concessione alla perfida Albione o forse un consolidamento delle posizioni atlantiste) piuttosto che un più italico ma pure più cacofonico ‘fatto in Italia’. Ma il dicastero che ha acceso maggiormente il dibattitto social-politico è stato quello denominato ‘dell’agricoltura e sovranità alimentare’ che ha indubbiamente messo in risalto proprio il concetto di sovranità tanto caro alle destre del passato ma anche a quelle del presente.

Nelle discussioni internaute ha preso una posizione difensiva della scelta linguistica meloniana uno dei personaggi più importanti in Campania in materia di “impresa applicata al made in Italy, attraverso la valorizzazione agroalimentare e, quindi, della sovranità alimentare”.

Giuseppe Iannotti è il deus ex machina del Kresios di Telese Terme, un angolo di gusto e charme gastronomico a base di prodotti rigorosamente nostrani, appena un anno fa insignito della prestigiosa seconda stella dalla rivista specializzata Michelin. 

Lo chef stellato, nonché imprenditore illuminato, che in passato, a questo punto forse non a caso, è stato definito autore di una ‘cucina futurista’, sulla sua pagina Facebook ha voluto fare una sorta di ‘coming out’ di sostegno alla scelta di Giorgia Meloni. E’ sicuramente un appoggio alla locuzione utilizzata dal premier per indicare un ministero che evidentemente sta a cuore a Iannotti, ma può sembrare anche un sostegno ideologico/politico alla proposta meloniana. Non ci sarebbe nulla di male, nonostante il telesino si dichiari nello stesso post ‘apolitico’.

“Sovranità alimentare è un concetto che tira più a sinistra che a destra. Ma c’è qualcuno che pur di dire parla di chissà che. Chi scrive è uno apolitico. – esordisce IannottiLa FAO la definisce come una condizione che si realizza quando tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico ed economico ad una quantità di cibo sufficiente, sicuro e nutriente. – poi lo chef prosegue – Questo orientamento è stato definito ufficialmente nel 2007 durante il Forum di Nyéléni per la Sovranità Alimentare. “La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad un cibo sano e culturalmente appropriato. E’ il diritto dei popoli ad un cibo sano e culturalmente appropriato, prodotto attraverso metodi ecologici e sostenibili, nonché il diritto a definire i propri sistemi alimentari e modelli di agricoltura. La sovranità alimentare dà priorità all’economia e ai mercati locali e nazionali, privilegia l’agricoltura familiare, la pesca e l’allevamento tradizionali, così come la produzione, la distribuzione e il consumo di alimenti basati sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.

Nella corposa discussione che ne segue con i suoi follower Iannotti precisa pure: “Poi non vi lamentate se il lardo di colonnata è illegale, la pizza sul carbone è cancerogena, la frollatura non è supportata da una legge, i salumi si essiccano solo nelle celle, le fermentazioni sono illegali, il foraging non ne parliamo. Chi si occupa di cibo oggi almeno sul titolo dovrebbe essere felice”.