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Salerno – In Italia esistono 110 province; la consueta indagine del Sole24-Ore ha attribuito, sui dati del 2016 (con analisi del primo trimestre 2017), la migliore qualità della vita a quella di Belluno (583 punti complessivi) e la peggiore alla provincia di Caserta (370 punti): appena 22 in meno di Salerno, scivolata di due posizioni rispetto all’anno precedente, quindi al 105esimo posto. Peggio di Salerno oltre a Caserta stanno solo Brindisi, Napoli, Reggio Calabria e Taranto. Il dato inquieta: si registra un progressivo calo di qualità in molti settori sintomo, evidentemente, di un’azione di governo del territorio, a lungo e medio termine, sbagliata. Il dato disaggregato fa meglio comprendere quali indicatori ancorano nelle ultime posizioni il salernitano: 75esima per ‘demografia e società’; 79esima per ‘lavoro e innovazione’; 85esima per ‘cultura e tempo libero’; 90esima per ‘ambienti e servizi’; 100esima per ‘giustizia e sicurezza’, 109esima (con Caserta 110) per ‘ricchezza e consumi’.  

Gli indicatori positivi – Più nel particolare gli indicatori positivi posizionano la provincia di Salerno al 15° posto nell’indice di vecchiaia (calcolato sul rapporto over64/0-14 anni); al 18° posto per numero di ristoranti e bar ogni 100mila abitanti; al 23esimo posto per la percentuale di popolazione coperta dalla banda larga (30Mb); al 28° posto per il numero di laureati residenti (calcolato su ogni 1.000 residenti tra i 25 e i 30 anni).     

Gi indicatori negativi – In posizione pari o superiore alla novantesima, e quindi tra le ultimissime province, Salerno è collocata nel seguenti settori: media mensile dei canoni di locazione (90°); numero di spettacoli ogni mille abitanti (91°); media mensile degli importi delle pensioni (92°); Pil pro capite (93°); tasso di disoccupazione giovanile, fascia 15-29 anni (93°); sportelli ATM e Pos attivi ogni mille abitanti (95°); acquisizioni di cittadinanza ogni 100 stranieri residenti (95°);  furti in abitazione ogni 100.000 abitanti (97°); furti di autovetture ogni 100.000 abitanti (97°); spesa media delle famiglie per acquisto beni durevoli (98°);  percentuale di cause con tempi superiori ai 3 anni sul totale di quelle pendenti (99°); spesa sociale pro capite degli enti locali per minori, disabili, anziani (104°); media dei protesti pro capite, periodo aprile 2016-marzo 2017 (106°); indice di litigiosità: nuove cause nel 2016 per 100.000 abitanti (109°).