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Un giorno e poco più per ricaricare cartucce e toner, poi tornerà a farci compagnia l’autocertificazione. Quei pochi spostamenti che saranno consentiti richiederanno infatti una “comprovata motivazione”. Da domenica la Campania sarà zona rossa, il che vuol dire fare un salto nel passato, almeno per 14 giorni, e tornare a marzo. La decisione era attesa, non ha sorpreso neanche più di tanto, anche se si sperava in una forma più mite, più clemente. Cavarsela, magari, con una zona arancione o con una zona gialla a pois rossi, ma quest’ultima ipotesi avrebbe fatto collassare definitivamente il sistema varato dal Governo, già messo a dura prova da critiche e attacchi frontali. Non ultimo quello di Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania ne ha avuto per tutti, ha dispensato cazzotti a destra e a manca, arrivando a chiedere la testa del Premier Conte e dei Ministri. L’idillio si è insomma esaurito, l’ascia di guerra è stata definitivamente dissotterrata e tra Napoli e Roma sono iniziati a volare gli stracci. Il modo peggiore per prepararsi a due (si spera!) lunghe settimane di confinamento casalingo, con poche ma significative concessioni. Qualcosa cambierà rispetto all’ultimo lockdown, perché, ad esempio, barbe e capelli sono salvi. Barbieri e parrucchieri rimarranno aperti, mentre caleranno le saracinesche di molte altre attività. Salvaguardati i beni essenziali (supermercati, farmacie ed edicole), sarà consentito l’asporto, insieme alla consegna a domicilio, per pizze o panini. A scuola fino alla prima media, tutti gli altri, nuove ordinanze di De Luca permettendo, in dad, sperando di non dover assistere più a scene di improponibili bendaggi. Poche deroghe, insomma, al lockdown voluto dal Governo per la Campania. A patto, naturalmente, di avere con sé l’autocertificazione. Un ritorno al passato, con la speranza di un futuro migliore.

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