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La tecnologia sta conoscendo un momento di evoluzione che sembra non arrestarsi mai e stare al passo con i tempi non sempre si rivela un’operazione semplice per tutte le regioni italiane. I fattori che impediscono lo sviluppo tecnologico possono essere molteplici: dalla mancanza di mezzi economici alla scarsità di personale che si occupi di ricerca e sviluppo, fino ad arrivare alla gestione scorretta delle risorse.

L’osservatorio statistico della regione Campania, ad esempio, ha stimato che le imprese campane con un minimo di 10 dipendenti nel 2016 avevano un tasso d’innovazione di poco inferiore al 25%, con investimenti inferiori ad altre regioni quali l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Piemonte. Le aziende coinvolte in tale innovazione erano appena 2536, contro le quasi 7.000 dell’Emilia e le 15.000 della Lombardia: si tratta di dati sconfortanti, soprattutto se si pensa che, secondo una ricerca ISTAT del 2018, le merci in Campania viaggiano molto di più rispetto al nord Italia.

Secondo Federico Mosca dell’azienda Runic.Io, specializzata nella realizzazione di localizzatori GPS innovativi, gli oltre 175 chilometri di merci che viaggiano su gomma dovrebbero essere monitorati con attenzione, proprio apportando innovazioni che riguardino il controllo continuo dei percorsi e delle soste per la benzina. In tal modo, è possibile ottimizzare i tempi, verificare il corretto svolgimento delle consegne nel rispetto del cliente finale e diminuire i margini di errore.

Il sistema satellitare di controllo a mezzo GPS è ormai ampiamente diffuso non solo tra le aziende, ma persino tra i privati e la possibilità di poterlo sfruttare per migliorare la produttività di un’azienda di trasporti nelle varie aree commerciali dovrebbe essere ormai all’ordine del giorno.

Se, come rilevato sempre dall’ISTAT nel 2019, la spesa che gravava sulle aziende private rispetto al R&D superava i 15 miliardi, la Campania si continua a rivelare uno dei fanalini di coda, in tal senso. Eppure, trasporti a parte, si tratta di una regione più industrializzata di quanto si pensi: assieme alla Puglia, ha il primato di aziende alimentari che producono pasta, conserve e varie lavorazioni dei prodotti della terra. 

D’altronde, anche agricoltura e allevamento sono punte di diamante in questa zona, famosa per prodotti locali regionali di ottima qualità, che vanno a costituire parte di quelle merci traportate su gomma e diffuse nel resto del territorio italiano assieme ai prodotti dell’artigianato locale – si pensi, ad esempio, alle famose porcellane di Capodimonte. Non mancano nemmeno le industrie pesanti o complesse, come le raffinerie, le aziende farmaceutiche, gli impianti siderurgici, i cantieri navali e persino ditte che producono automobili.

Insomma, attualmente la Campania è una regione ricca di risorse che vengono sfruttate solo in parte o comunque non massimizzate a dovere. Come già accennato, lo sviluppo tecnologico necessita di fondi ma anche di personale adeguatamente formato che porti le idee giuste e le sappia applicare nei vari campi: purtroppo, spesso, queste fasi che potrebbero incrementare la tecnologia vengono minate da una cattiva gestione delle risorse economiche.

Eppure, le iniziative non mancano: nel dicembre del 2019 la Regione ha proposto un bando di concorso per le imprese volto a rafforzare l’ecosistema innovativo campano, valorizzando e favorendo la creazione di startup da parte di giovani imprenditori o da studenti che desiderassero costituire realtà di business valide. Si tratta di una delle tante possibilità che si tenta di dare alle nuove realtà, o a supporto di quelle già presenti, per ammodernare e far progredire un sistema che ormai sembra aver subito una forte battuta d’arresto.

Ciò attualmente però sembra non bastare, secondo i dati riportati. Occorre, quindi l’impegno da parte di tutte le autorità competenti per garantire alla Campania, così ricca di bellezze naturali e di potenziale industriale, lo sfruttamento innovativo di ogni sua area.