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Sì dei prefetti per la ripresa delle scuole medie e superiori il 7 gennaio. Il Governo intende riportare due milioni e mezzo di studenti a scuola dopo l’Epifania, almeno al 50% in presenza, come ribadito dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno. Il Viminale, in una nota, ha annunciato che “le prefetture hanno adottato i documenti operativi all’esito dei lavori dei tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le province in vista della ripresa” e “dell’ordinanza del ministro della Salute del 24 dicembre 2020 che limitatamente al periodo 7-15 gennaio riduce la presenza in classe al 50%”.

Soddisfatte le ministre dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e dei Trasporti, Paola De Micheli. Ma ci sono i dubbi di governatori ed esperti che invece, per prudenza, preferirebbero tenere le aule ancora chiuse. La posizione più decisa è proprio quella del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, che recentemente ha dichiarato di voler “verificare la situazione il 3 e il 4 gennaio prima di decidere. Ma sicuramente non riapriremo tutto il 7”.

Sulla stessa scia Walter Ricciardi che chiede un rinvio della didattica in presenza: “Non è il caso”, ha riconosciuto l’esperto, secondo il quale “si possono riportare i ragazzi in classe solo con una circolazione bassa del virus, non con quella attuale. Le scuole sono ambienti sicuri, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura. Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane”. 

“Non abbiamo alternative: finché non siamo tutti o quasi vaccinati, l’unico modo per proteggerci è mantenere le stesse regole. E questo – ha poi spiegato ancora Ricciardi – resterà valido anche per chi sarà immunizzato, come vale ora per chi è stato malato di Covid ed è guarito”. 

Le incognite quindi, a pochi giorni dall’inizio, sono ancora tante. Il consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus e professore di Igiene all’Università Cattolica ha inoltre precisato che per far abbassare la curva dei contagi “l’unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali. Anche la ‘zona rossa’ ora in vigore andrebbe prolungata, almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi”, ha detto. “Se dal 7 gennaio, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica”.