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Napoli – Il Documento di economia e finanza che sta per presentare il Governo  tra gli altri tagli alle politiche dello stato sociale  prevede quello più doloroso attraverso la riduzione della spesa sanitaria, proiettata fino all’anno 2020 e che porterà l’indice di incidenza sul Prodotto Interno Lordo al 6,3% , cioè uno dei livelli più bassi di questi ultimi decenni,  così duri per milioni di cittadini che non possono permettersi più di curarsi .

Agli inizi di quest’anno a rafforzare le preoccupazioni degli italiani erano state sia l’Organizzazione della Sanità che della Corte dei Conti che hanno rappresentato forti perplessità sulla capacità di tenuta da  parte del  Sistema sanitario  nazionale  degli standards universali di cura alla persona .

Lo svuotamento delle casse della sanità pubblica realizzato in questo ultimo decennio, e che ammonta a più di venticinque milioni di euro,  viene da lontano e di certo anche dalle irresponsabili politiche  di risanamento  e di razionalizzazione dei costi,  che pure andavano  praticate, ma per eliminare la diffusa cultura dello sperpero politico – clientelare e non di certo per costituire l’alibi al fine di distruggere la  spesa sociale sanitaria giusta e necessaria, depotenziare la qualificazione professionale degli operatori e ridurre drasticamente quella sanità di base così preziosa per la prevenzione dei cittadini e per le stesse finanze pubbliche del settore . 

Come può un Paese civile consentirsi, dopo un decennio di devastante crisi economica e sociale,  ancora una  spesa pubblica nazionale  gravata su un carico fiscale collettivo che grava scandalosamente per l’ottanta per cento sui redditi di tutti i lavoratori dipendenti , dei pensionati e dei giovani precari senza incidere seriamente sugli arricchimenti derivanti dall’elusione e dall’evasione fiscale nonché dall’economia illegale e criminale?

Possibile che si possa continuare a far pagare il prezzo delle politiche di austerità dei governi europei e italiani ancora solo sui  ceti più esposti e colpiti dalle difficoltà economiche  in un settore così vitale smantellando e dequalificando la sanità pubblica e incentivando quella privata delle lobbies?

Occorre una immediata e visibile inversione di rotta e tocca in particolare alla Sinistra,quella vera e non vendutasi ai poteri forti, di concorrere a creare un vasto e forte schieramento sociale e di opinione  che iniziando dalla frontiera del diritto universale alla salute si estenda alle altre politiche del welfare in questa regione e nel resto del Paese per costruire una credibile alternativa di governo.