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Nei verbali che ieri la Procura di Napoli al Tribunale del Riesame ha depositato, i narcotrafficanti Raffaele Imperiale e Bruno Carbone hanno confermato le contestazioni degli inquirenti, ma soprattutto la veridicità dei contenuti delle chat, decriptate dalle autorità francesi e consegnate agli inquirenti napoletani.
Rappresenta un vero e proprio colpo di scena il “pentimento” di Imperiale, soprannominato il boss dei Van Gogh (ha custodito per lungo tempo due tele del pittore rubate nel museo di Amsterdam). Una decisione che apre importanti scenari investigativi. Ieri i sostituti procuratori De Marco, Caputo e Giugliano hanno depositato sei verbali, quattro contenenti rivelazioni di Imperiale, uno quelle del suo socio Bruno Carbone (che non risulta, al momento, “pentito”) e l’ultimo contenente le dichiarazioni di Raffaele Mauriello, boss del clan Amato-Pagano di Secondigliano.
Il Tribunale del Riesame (decima sezione, collegio B) ha confermato, quasi “in toto”, l’ordinanza di custodia cautelare notificata di recente contro il gruppo di narcotrafficanti internazionali guidato proprio da Imperiale: in un solo caso non ha ritenuto sussistente l’associazione a delinquere contestata a uno dei 28 destinatari delle misure cautelari notificate dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato lo scorso 16 novembre.

Il narcos napoletano Imperiale spendeva 7 milioni a trimestre per esigenze personali