- Pubblicità -
Tempo di lettura: < 1 minuto

Le prerogative di legge che consentono il riconoscimento del titolo di farmacista non prevedono, sensatamente, che il farmacista possa inoculare vaccini“. E’ questo quanto afferma la Federazione dei medici Cimo-Fesmed parlando dell’emergenza Covid-19, che sottolinea come “per superare l’ostacolo oggi si propone un breve corso di formazione (on line) della durata di alcune ore, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità. Ci si domanda dunque se il governo ritenga che la competenza professionale, su un atto medico il cui perimetro è definito dalla legge, possa essere acquisita con una mini-formazione a distanza se la valutazione anamnestica è lasciata alla responsabilità del paziente che sottoscrive il consenso informato“.

Per la Federazione, la sicurezza delle cure “non può essere compromessa da iniziative che fanno tanta immagine ma che, di fatto, non risolvono i veri problemi organizzativi e anzi, rischiano di creare ulteriori dubbi come per la decisione di affidare ai farmacisti la somministrazione dei vaccini“. Per Cimo-Fesmed, “sorgono altri dubbi” sulla “capacità di conoscere le manovre rianimatorie, sulla eventuale tempestività dell’intervento medico ex post attraverso il sistema 118 e, non ultimo, sulla responsabilità di somministrare adrenalina intramuscolo nel dosaggio corretto e non nocivo/letale“.