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Salerno – Caso-Alfieri e quei silenzi che fanno più rumore delle parole. Sulla vicenda giudiziaria nella quale sembra essere piombato il capostaff e consigliere politico di De Luca, candidato (ma senza simbolo del Pd) alla carica di sindaco per il prestigioso Comune di Capaccio-Paestum, le polemiche – feroci – sono provenute dal Movimento 5 Stelle e da Fratelli d’Italia. Ciarambino, Cioffi, Cammarano e giù fino ai rappresentanti territoriali pentastellati continuano a girare e rigirare la vicenda come se fosse un arrosticino lambito dalla fiamma viva, proponendo le proprie interpretazioni politiche. Direttamente dalla Camera, invece, il Questore di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli ha chiamato in causa Franco Roberti, l’ex procuratore nazionale Antimafia ed ex capo della Procura di Salerno che, nominato assessore regionale da De Luca, oggi ricopre anche la carica di capolista per il Pd alle europee nella circoscrizione meridionale. Roberti finora ha preferito tenersi fuori dalla contesa sperando – probabilmente – nel veloce arrivo di domenica il 26.  Infine, seppur con tutti i garantismi congeniti, Forza Italia si è affidata ad una (dura) nota di Roberto Celano preferendo tenere al di sopra della vicenda il livello nazionale e quello regionale. Non ha invece dato segni di vita la Lega. L’ultimo sussulto in ordine di tempo risale al 6 maggio allorquando, dal palco di piazza Portanova, il segretario nazionale aveva tuonato contro De Luca, inducendo all’applauso ortodosso tutto lo stato maggiore assiepato alle sue spalle. Quegli stessi uomini che – attivissimi nelle autocelebrazioni sui social -, andato via Salvini non hanno però scritto una parola sulla vicenda-Alfieri, preferendo non spiegare ai militanti, ai simpatizzanti ed ai tanti potenziali elettori in che modo intendano allora candidarsi sul territorio per dare corpo allo slogan ‘libereremo la Campania’ lanciato da Salvini, quel 6 maggio, nel cuore di Salerno.