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Salerno – Fumata nera dall’incontro in Prefettura sul futuro dei 250 lavoratori del Consorzio di Bacino Salerno 2 con i contatti in scadenza tra meno di due mesi. Nessun accordo raggiunto sulla ricollocazione, che ora vede i sindacati invocare un tavolo regionale. Al vertice sulla crisi occupazionale erano presenti per la prefettura i funzionari Amandea e Amendola, per l’Ente di Ambito il presidente Coscia e il direttore Di Nesta, per il Consorzio di bacino il commissario liquidatore Corona, per la provincia di Salerno l’avvocato Vecchio, oltre agli esponenti di Fiadel, Cgil, Cisl, e sindacato azzurro. Nel corso del summit, alla presenza dei lavoratori, è stata chiesta la sospensione della procedura di messa in mobilità e verificare la possibilità di ricollocazione per i dipendenti attualmente in bilico. L’Ente di Ambito ha dichiarato la sua disponibilità a un programma che nel tempo preveda di arrivare alla ricollocazione ma il Consorzio ha dichiarato di non essere in grado di sospendere la procedura di messa in mobilità. «Non hanno rispettato la legge regionale che prevede un confronto con i sindacati prima della messa in mobilità – accusa Angelo Rispoli della Fiadel – e neppure l’accordo confederale del ’70. Si è proceduto a un singolare sorteggio, una sorta di decimazione come avveniva con i gladiatori». Appurato l’esito negativo del tavolo, la Fiadel si è appellata al vicepresidente della Campania, nonché assessore all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola: «Chiediamo la convocazione di una riunione, per verificare la possibilità di un piano straordinario per la ricollocazione dei lavoratori. Buona parte della Campania rischierà, in piena estate, una nuova emergenza-rifiuti».