- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Eboli (Sa) – Farmaci conservati nei frigoriferi casalinghi e camere a pressione per proteggere i pazienti affetti da patologie ad alto rischio di contagio con le porte non funzionanti.
È la grave denuncia che arriva al microfono di Anteprima24 dal sindacalista dirigente FIALS di Presidio e infermiere, Mirko Marzullo, che spiega il disagio che il personale sanitario è costretto ad affrontare quotidianamente nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Eboli.
Personale medico ed infermieristico altamente specializzato e di eccellenza sanitaria quello del reparto di Malattie infettive del nosocomio di Eboli, presidio divenuto il punto di riferimento insieme all’ospedale “Cotugno” di Napoli, per l’assistenza in Campania, di soggetti affetti da patologie infettive diffusibili e ad alta contagiosità di pazienti affetti da TBC bacillifera e altre patologie contagiose gravi.
Polo di eccellenza della sanità del Mezzogiorno, il reparto di malattie infettive del nosocomio di Eboli, è uno dei pochi ospedali campani dotati di due camere a pressione negativa e di relativo personale specializzato. Si tratta nello specifico, di due camere ad alto isolamento dotate di apposite misure per evitare il contagio di paziente con Tbc o altri virus.
Camere che però, come denuncia il sindacalista ebolitano che nei mesi scorsi insieme alle altre sigle sindacali ha portato la vicenda all’attenzione del direttore sanitario e dell’Asl di Salerno, presentano dei problemi che ne impediscono il corretto funzionamento – “Le camere – spiega Marzullo – sono attualmente inagibili per via del mancato funzionamento delle porte e del sistema di aspirazione e climatizzazione. Questo – dice – crea gravi disagi in reparto perché contrariamente alle linee guida del Ministero della Sanità, i ricoveri di questi pazienti altamente contagiosi nel reparto di degenza ordinario, aumenta il rischio epidemiologico e biologico per tutti gli operatori sanitari e non solo”.
Camere isolamenti inagibili dunque, in un momento in cui i presidi ospedalieri italiani sono presi d’assalto e si stanno preparando ad affrontare il grave problema del contagio dei pazienti affetti da Coronavirus.
Nel reparto di Malattie infettive però, i problemi riguardano anche i frigoriferi in cui vengono conservati i farmaci che vengono somministrati ai pazienti – “si tratta di frigoriferi casalinghi – spiega Marzullo tali frigoriferi non essendo ad uso medico, sono assolutamente inadeguati alla conservazione dei farmaci poiché sprovvisti di un dispositivo ottico e acustico di allarme in caso di variazioni di temperatura o di interruzione di alimentazione elettrica”.
Frigoriferi casalinghi e di uso comune che non permettono così, una corretta conservazione dei farmaci che potrebbero alterarsi e divenire inefficaci.
Sono farmaci – dice – che hanno costi elevati che devono essere mantenuti a temperatura costante prestabilita dalla casa farmaceutica di produzione e che in caso contrario – conclude Marzullo potrebbero andare sprecati migliaia di euro provocando un vero danno economico alla sanità”.
Intanto però, la FIALS annuncia che nelle prossime ore illustrerà la problematica in una missiva, portandola all’attenzione anche del primo cittadino di Eboli, Massimo Cariello.