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Salerno – 20 dicembre, Angelo Fabiani a Radio Anch’io Sport (dichiarazioni poi riprese dall’Ansa): “Abbiamo chiesto una proroga per terminare il campionato, mi auguro che sia così”.

Il direttore sportivo della Us Salernitana 1919 si limita a fotografare una situazione che tutti, in Italia, ben conoscono. Stavolta però ‘nessuna nuova notizia’ non è una ‘buona notizia’.  

Senza fatti nuovi (passaggio di proprietà) e senza la grazia in extremis degli organi competenti (la pietas degli altri presidenti è già stata espressa) tra 11 giorni la Salernitana sarà esclusa dal campionato di Serie A. Beffardamente, avrebbe allora salutato i tifosi di casa con il mesto 0-5 rifilato dall’Inter a domicilio. Quella di martedì 21 ad Udine rischia seriamente di essere l’ultima partita della gloriosa storia granata durata 102 anni.    

Fabiani afferma: “La situazione è che abbiamo tempo fino al 31 per cedere la società, ma abbiamo chiesto una proroga per terminare il campionato. Ci sono state tante manifestazioni di interesse per la Salernitana, evidentemente qualcosa non ha funzionato. Non si capisce perché nessuno si avvicini ad una società in attivo che non ha fatto spese folli e produce utili e non ha debiti. Qui si parla solo di Lotito ma c’è anche Mezzaroma, entrambi però non possono fare nulla e non possono parlare nemmeno con me. Richiamare Castori? Problema non è Castori né Colantuono il problema è trovare continuità”.

Che qualcosa non abbia funzionato lo si comprende anche da queste battute.

Fabiani nella Salernitana è il direttore sportivo. Limitandoci agli ultimi due anni è, ossia, colui che ha costruito la squadra poi promossa in A e quella oggi ultima in classifica. Il più titolato a parlare di tecnica; a lui vanno gli applausi per la promozione e le critiche di un campionato condotto quasi sempre da ultima in classifica. In queste battute non si scorge alcun riferimento al rendimento della squadra. Quasi come se questa stagione fosse un dettaglio, alquanto trascurabile.  

Parallelamente sembrerebbe il meno indicato a parlare della vicenda societaria. Per la quale gli interlocutori formali sono altri. In questo caso la forma diventa sostanza. Un equivoco che rischia di continuare a gettare benzina su un fuoco che già arde.

La ortodossa difesa di Fabiani nei confronti dei disponenti Lotito e Mezzaroma (… entrambi però non possono fare nulla e non possono parlare nemmeno con me) rischia, allora, di trasformarsi nell’ennesima miccia.