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di Mariateresa Conte
Valva (Sa) – “Al posto delle chiacchiere, signor Muriana dica la verità. È ancora in tempo”. È la risposta all’ex capo della Squadra Mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, di Alessio Feniello, il padre di Stefano, il 28enne di Valva deceduto sotto le macerie dell’hotel Rigopiano di Farindola in Abruzzo, travolto da una slavina la sera del 18 gennaio 2017.
Ieri mattina infatti, Muriana ha inviato una lettera di scuse ai parenti delle 29 vittime dell’hotel Rigopiano indirizzata al comitato “Rigopiano, in attesa di un fiore” e pubblicata poi, da un quotidiano abruzzese.
Lettera però, che è giunta alla famiglia Feniello solo attraverso la stampa e nella quale Muriana chiede scusa per “…le disgustose e assurde vicende che voi familiari delle vittime di Rigopiano siete costretti a vivere. -La missiva continua anche con il chiaro intento da parte dell’ex capo della Mobile, di voler chiarire la propria posizione per arrivare alla verità –Arriverà il giorno in cui i miei atti di indagine saranno offerti al giudizio di tutti, nella più totale trasparenza. E saranno loro, prima ancora della mia voce, a scandire la verità storica dei fatti, quella che non potrà essere alterata da un racconto partigiano e… che darà pace ai vostri cari”.
Poi, un pensiero ad Alessio Feniello: “Che oggi mi addita come persona animata da loschi intenti e in combutta con non meglio precisati personaggi. La sua-sostiene Muriana- è la comprensibile rabbia di un padre che ha perso un figlio in circostanze tragiche, al quale qualcuno sta probabilmente propalando una narrazione distorta dei fatti. Se ciò sta avvenendo per un cinico calcolo, quel qualcuno sarà chiamato a risponderne davanti alla giustizia di Dio e a quella degli uomini”.
Un messaggio chiaro quello di Muriana a cui non è tardata ad arrivare nemmeno la risposta del papà di Stefano, Alessio Feniello:Io non vedo scuse, ma chiacchiere in quella lettera. Mi sembra una persona che dopo quasi tre anni ha capito che forse le cose si mettono male anche per lui e allora cerca di nascondersi mettendosi dalla parte delle vittime-attacca Feniello. – Io non ci casco, Muriana. Io non le credo.
…Avete voluto scherzare con il dolore della povera gente e adesso dovete pagare tutti, dal primo all’ultimo: da chi ha ucciso 29 persone a chi ha cercato di coprire i responsabili di questa tragedia. Sarà la magistratura a stabilire di chi sono le responsabilità penali, ma quella umana la posso giudicare anche da solo e lei, signor Muriana, è colpevole.
-Poi Feniello chiude con una considerazione – La verità lei ancora non l’ha spiegata però fa sempre in tempo. Poi, magari – conclude– parleremo di scuse vere”.