- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Salerno – Legambiente Campania mastica amaro. Il respingimento in sede Tar del ricorso prodotto contro l’intervento di ripascimento della litoranea, spinge l’associazione ad una articolata ‘controdeduzione’. Tesi che, in ipotesi, potrebbe prendere forma sotto ricorso in Appello.

 Di seguito alcuni passaggi della nota: “Da una preliminare lettura della sentenza del Tar che ha respinto il ricorso di Legambiente rappresentata dall’Avvocato Pasquale D’Angiolillo (nonché quello parallelamente proposto dall’Ente Riserve Naturali Foce Sele – Tanagro, Monti Eremita e Marzano) contro la realizzazione del Grande Progetto ‘Intervento di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno nei Comune di Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio, Agropoli’ appena pubblicata, emergono non poche perplessità nella valutazione delle argomentazioni poste dalla nostra Associazione. Salta all’occhio: da un lato il riconoscimento da parte del Tar, come contestato da Legambiente, della durata della VIA, approvata ad aprile 2014 è scaduta nel 2019 per legge quinquennale; dall’altro la contestazione di improcedibilità riguardo tale confutazione in quanto sarebbe stata formulata prima della scadenza del termine di legge. In ogni caso è chiaro che, in virtù di quanto evidenziato, la Provincia di Salerno non potrà procedere alla sottoscrizione del contratto e all’avvio dei lavori senza aver prima reiterato la procedura di V.I.A. come testualmente stabilito dalla norma espressamente richiamata nella sentenza”.

Legambiente Campania continua:  “A prescindere dal pronunciamento oltre a prendere in considerazione il ricorso in appello, chiederemo da subito chiarimenti nelle sedi nazionali e comunitarie sulla legittimità di un intervento ritenuto contraddittorio rispetto alle disposizioni vigenti in materia di tutela dei corpi idrici superficiali. Infatti, il progetto non poteva essere autorizzato in quanto determinante un deterioramento dello stato del corpo idrico superficiale in difformità rispetto alle disposizioni recate dalla direttiva quadro 2000/60/CE per l’azione comunitaria in materia di acque”.