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Salerno – Il 2023 potrebbe essere l’anno per la rinascita del Centro Commerciale La Fabbrica, ridotto, da quasi due anni, in uno scheletro fantasma dal fallimento dell’investimento imprenditoriale legato al gruppo Lettieri. Si va sempre più concreta, infatti, l’ipotesi di trasformare l’ex centro commerciale in un polo fieristico, il primo e atteso centro espositivo nel comune capoluogo. Il complesso di 20mila metri quadrati  è stata rilevato, per sette milioni di euro, dall’imprenditore Salvatore Barbato che si appresta nei prossimi giorni e probabilmente con l’avvio del nuovo anno a presentare nei dettagli il progetto definitivo. Ma, intanto, nella serata di giovedì il centro commerciale ha aperto le porte per un ristretto numero di persone, circa 400, che hanno aderito all’iniziativa di beneficenza, promossa dal gruppo Amo Comunicare, che ha consentito di raccogliere 10.000 € da devolvere alla Open onlus, l’associazione che si batte contro i tumori infantili. Il titolo dell’iniziativa “Salerno In Fiera” che richiama alla modalità utilizzata per raccogliere i fondi, ovvero una sorta di mercante in fiera, potrebbe in realtà essere lo stesso che Barbato si appresta ad utilizzare per la sua iniziativa imprenditoriale, ovvero trasformare la struttura nel primo polo fieristico della città di Salerno. Un’ipotesi che richiederebbe davvero poco in termini di investimento sulla riqualificazione della struttura e la trasformazione da centro commerciale in location per ospitare eventi espositivi. Dopo il boom degli anni passati nei quali però Salerno ha dovuto accontentarsi di utilizzare la struttura dell’ex mercato agroalimentare ed il vuoto legato allo stop per il Covid, la nascita del centro fieristico potrebbe rivitalizzare un settore che aveva mostrato un certo interesse a Salerno. Non ultimo, il progetto di Barbato, imprenditore che a Salerno è noto come proprietario di una nota concessionaria  automobilistica, potrebbe rappresentare una rinascita per il centro commerciale dalla storia molto travagliata insediato in un lotto di 100.000 m quadri dove l’unico insediamento ad aver avuto fortuna è la palestra Virgin. Il centro commerciale La fabbrica ha chiuso i battenti già prima della crisi legata al covid. In un primo momento si era parlato delle mire di Amazon che però a seguito di una serie di problematiche di natura burocratica aveva poi rinunciato. Più volte a rimarcare il fallimento dell’impresa, sorta sulle ceneri del progetto di riconversione industriale delle ex Mcm, delocalizzate da Fratte (dove è nato un altro centro Commerciale, ancora aperto) era stato il sindacato della Fiadel perché la chiusura prima della fabbrica MedSolar (per la costruzione di pannelli fotovoltaici) e poi del centro commerciale ha lasciato senza posto i lavoratori che riconvertiti al settore della pulizia e della  sicurezza, dopo la chiusura delle manifatture cotoniere meridionali sempre di proprietà di Lettieri erano rimasti di nuovo senza lavoro.