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Salerno. Ottomila euro a persona, è costata tanto la traversata della speranza di tre giorni in mare ai 38 clandestini, ammassati su un barcone di nove metri, gli uni sugli altri, tra i rifiuti, che ieri mattina sono sbarcati a bordo della nave Ong Sea Eye 4, nel porto di Salerno. 

Restano invece, in carcere a Fuorni i due scafisti, Akkawi Mohammad, 34enne di origine libica, e Mohamed Ahdem Ali Elsayed, 44enne, di origine egiziana, arrestati a seguito dello sbarco della nave Ong “Eye Sea 4” attraccata ieri mattina nel porto di Salerno e che ha visto lo sbarco dei 38 migranti, provenienti in gran parte dal Bangladesh, recuperati da un gommone in avaria in alto mare, dalla nave Ong battente bandiera tedesca. 

A seguito dello sbarco della nave Ong nel porto di Salerno, i migranti hanno indicato agli uomini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Salerno, che a bordo dell’imbarcazione vi erano due persone che per tutto il viaggio di traversata dalla Libia all’Italia, hanno fornito loro due panini, sei datteri e due bottiglie di acqua, facendoli mangiare e restare seduti ammassati, gli uni sugli altri, in 38 persone su un barcone di 9 metri, tra rifiuti ed escrementi. 

Uomini, che secondo le testimonianze rese agli inquirenti dai migranti, sarebbero stati in contatto diretto con i libici e che avrebbero organizzato il viaggio con la traversata in mare a bordo del barcone. Traversata costata ai migranti, secondo le testimonianze, dai 3 agli 8mila euro a persona e durante la quale, uno dei due scafisti avrebbe, su indicazione dei libici, con un apparecchio telefonico, chiesto aiuto di soccorso in mare. Soccorso che è giunto con la nave Ong che ha tratto in salvo i 38 disperati, sbarcati poi nel porto di Salerno e al termine dell’identificazione, smistati nei vari centri di accoglienza della provincia di Salerno. I migranti inoltre, hanno raccontato agli inquirenti che prima di imbarcarsi, sono stati trattenuti in Libia per circa un mese dove sono stati fatti prigionieri. Un lungo calvario che ha visto i 38 clandestini, imbarcarsi dalle coste libiche il 15 agosto per poi, dopo tre giorni di navigazione in alto mare, essere tratti in salvo dalla nave Ong. Al momento dello sbarco, gli investigatori salernitani dopo aver ascoltato le testimonianze dei migranti e averli sottoposti ai controlli del caso, hanno identificato i due presunti scafisti e li hanno tratti in arresto. 

Mohammad e Elsayed, accusati di concorso in sfruttamento dell’immigrazione clandestina, sono stati così richiusi nel carcere di Salerno dove assistiti dagli avvocati Pietro Lamberto e Raffaella Sirone, questa mattina sono stati ascoltati dal Pubblico Ministero titolare delle indagini e dal Giudice per le indagini preliminari, Gerardina Romaniello. 

All’udienza di convalida del fermo, il 34enne libico, ha spiegato la sua innocenza e di essersi recato alla volta dell’Italia per trovare lavoro. Versione questa, che però, non è stata ritenuta insufficiente a smentire i riscontri della Procura della Repubblica di Salerno tanto che nel pomeriggio di oggi, il Gip Romaniello del Tribunale di Salerno, ha convalidato l’arresto dei due scafisti. Decisione che nelle prossime ore, vedrà i legali dei due, fare ricorso al tribunale del Riesame per chiederne la messa in libertà.