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C’erano anche tre donne nella banda di truffatori informatici scoperta a Salerno. La sezione
operativa della Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale e delle Comunicazioni di Salerno, coordinata dal C.O.S.C. Campania Basilicata e Molise ha dato esecuzione a cinque misure cautelari personali dell’obbligo di firma nell’ambito di un procedimento penale nel quale erano già state eseguite ulteriori tre misure cautelari a carico di cittadini salernitani, accusati di essere autori di truffe realizzate mediante sofisticate tecniche di phishing.
Le misure cautelari eseguite, inizialmente rigettate dal giudice per le indagini preliminari al Tribunale di Salerno per mancanza di esigenze cautelari erano state emesse, a seguito di appello, dal Tribunale per il riesame il 15 dicembre scorso, all’esito del quale la Corte di Cassazione, con provvedimento del 16 febbraio ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti
dai cinque indagati.
Le indagini sono state avviate a seguito della denuncia di una giovane vittima che aveva perso tutti i propri risparmi. Da qui si è proseguito con l’immediata esecuzione di perquisizioni e sequestri di materiale informatico di soggetti rinvenuti nei pressi di un ufficio postale. L’analisi degli elementi raccolti consentiva di delineare a carico degli indagati colpiti da provvedimento cautelare quello che è stato ritenuto dal giudice un grave quadro indiziario. Nel corso delle indagini gli iniziali elementi forniti dalla persona offesa sono stati arricchiti mediante indagini tecniche, intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche che hanno consentito di contestare ulteriori reati, consistenti in frodi commesse mediante il telefono, da soggetti che si fingevano funzionari dell’Ufficio Antifrode di Poste Italiane s.p.a., e che utilizzavano utenze telefoniche, poi risultate fittizie, che sembravano apparentemente riferibili proprio all’Ufficio Antifrode.