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Cosa deve fare un uomo per dimostrare la propria innocenza?
La risposta inquietante a questa domanda è il famoso caso di Ambrogio Crespi: “Stato di grazia”, la storia, un viaggio attraverso il limbo della giustizia italiana, è un docufilm prodotto da Proger Smart Communication e Alfio Bardolla Training Group con la regia di Luca Telese, presentato in anteprima a Venezia 80 (Fondazione La Biennale di Venezia), alla Festa del Cinema di Roma, alla Camera dei Deputati. Una straordinaria storia di forza, amore, di famiglia e amici, di vita, di resilienza, ma anche di paura, di senso di impotenza.
Il docufilm arriva finalmente a Salerno. Giovedì 22 febbraio, al Teatro delle Arti, alle ore 10, proiezione speciale, alla presenza di oltre 350 studenti delle scuole superiori salernitane. L’evento è spin-off invernale del Picentia Short Film Festival, supportato dal Premio Charlot e dal Teatro delle Arti.
Il docufilm narrato dal regista Luca Telese racconta la difficoltà di Ambrogio Crespi, da regista antimafia ad una condanna ingiusta a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, nel dimostrare la propria innocenza. Una persona condannata a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa che termina con la Grazia concessa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il docufilm, narrato dal regista Luca Telese, giornalista, saggista e autore televisivo di caratura nazionale, racconta la difficoltà incontrata nel dimostrare la propria innocenza e soprattutto mostra le difficoltà umane e le sofferenze vissute da Crespi e dalla sua famiglia, denunciando le complessità e le contraddizioni della giustizia italiana.
Tra i protagonisti del docufilm ci sono figure simbolo della lotta alle mafie, come Sergio De Caprio, il “Capitano Ultimo” che arrestò Totò Riina, e il testimone di giustizia Benedetto Zoccola, ma anche figure istituzionali quali Edi Rama, Primo Ministro dell’Albania, Sergio D’Elia, Segretario di “Nessuno Tocchi Caino”, Alessandro Arrighi, Presidente del Comitato per Ambrogio Crespi e direttore di Produzione, Francesco Storace e Sandro Gozi. Al docufilm hanno preso parte anche giornalisti come Gian Marco Chiocci, direttore del TG1, Clemente Mimun, direttore del TG5 e Peter Gomez, direttore de Il Fatto Quotidiano, così come giudici, avvocati e i direttori delle carceri di San Vittore e Opera.
L’opera vanta anche la partecipazione straordinaria dell’attore Lorenzo Flaherty, chiamato a interpretare il ruolo del Pubblico Ministero.
Al termine della proiezione ci sarà un dibattito in sala al quale parteciperanno Ambrogio Crespi, il regista Luca Telese, il produttore Alfio Bardolla e il giornalista Gigi Casciello.