Complessivamente sono 24 gli indagati destinatari di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, dieci dei quali sono frutto della convalida di un fermo eseguito la scorsa settimana. Le indagini, svolte da ottobre 2023 a settembre 2025 hanno fatto luce su estorsioni consolidate nel tempo nei confronti di imprenditori edili e agricoli, commercianti, proprietari terrieri e venditori ambulanti, nonché intimidazioni consistenti nell’incendio di veicoli. Nel corso delle attività è stato sequestrato oltre un chilogrammo di stupefacente, tra cocaina e marijuana e tre pistole. Tra gli indagati anche alcuni detenuti che comunicavano dal carcere utilizzando telefoni cellulari detenuti illecitamente.
Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati oltre 150 operatori appartenenti alle Questure di Catania, Napoli, Caserta, Nuoro, Sassari, Pavia, Siracusa, Udine, Taranto e Chieti, i Reparti Prevenzione Crimine di Catania, Palermo e Siderno, le unità cinofile della Polizia di Catania, Palermo, Napoli e Ancona ed un elicottero del Reparto Volo di Palermo. Oltre ai provvedimenti restrittivi sono state eseguite in contemporanea anche perquisizioni ad Adrano, Catania, nonché a Chieti e Pescara, con la collaborazione delle locali Squadre Mobili. Le azioni di ricerca hanno portato all’arresto in flagranza, nella notte del 16 settembre scorso, di due dei soggetti già attinti da provvedimento di fermo. In particolare, nelle pertinenze dell’abitazione del reggente del clan Scalisi sono stati trovati circa 550 grammi di cocaina, suddivisi in dosi, insieme a del materiale per la pesatura e per il confezionamento; nell’appartamento di un altro soggetto un revolver privo di matricola e mai denunciato.
Le indagini hanno evidenziato come all’interno delle carceri i detenuti utilizzino abusivamente, ma continuativamente, utenze telefoniche non solo per mantenere rapporti con i sodali ma anche per pianificare e organizzare nuove attività delittuose.