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“Confermo che entro Natale renderò pubblico il soggetto che si incaricherà della gestione del Centro per l’autismo di Valle, così come confermo la piena attività dell’amministrazione comunale per garantire prestazioni socio-sanitarie alle persone in difficoltà, senza però fare confusione tra disagio sociale e povertà”.

Il sindaco Gianluca Festa, esortato dai cronisti a replicare prima alle dichiarazioni del Vescovo Arturo Aiello e del Prefetto Paola Spena sull’opportunità di aprire quanto prima il Centro di Valle, poi da Don Vitaliano per l’allarme povertà, non si trovare impreparato.

Sul Centro per l’autismo: “Siamo pronti a presentare la nostra proposta per avviare le attività al Centro di Valle. Sono contento che ci sia grande interesse, ma il primo ad avere un interesse pubblico sono io, da Sindaco, da avellinese e da padre e l’impegno sarà mantenuto rispetto alla scadenza.

Ad ogni modo non credo che il Vescovo si riferisse a noi quando ha parlato di bandierine- ribatte Festa ad un’altra domanda dei cronisti- E non credo nemmeno esistano bandierine, perchè da parte nostra resta la massima collaborazione con l’Asl che ho esortato ad attivare il Centro per l’autismo dove vuole.
Le scelte amministrazione anche se non soni uguali non è detto che siamo contrapposti, c’è sempre un grande spirito di coesione istituzionale rispetto ai problemi della gente”.

E sul piano di zona confermando che resta il carica il direttore generale De Rosa la cui vicenda giudiziaria sta volgendo al termine, chiarisce: “Sulla funzione del piano di zona occorre che sia a tutti chiaro che non elargisce contributi ma fornisce servizi e prestazioni e da questo punto di vista non riscontro lamentele.
Assistenza ad anziani, disabili, autistici anche in forma domiciliare o nei centri polifunzionali sono garantiti in toto, ma il Piano di zona per normativa non ha a disposizione contributi da destinare alle fascia meno abbienti. 
Perciò è sbagliato associare disagio sociale alla povertà per la quale, comunque il Comune fa la sua parte sostenendo la Caritas con 60mila euro annuali, a prescindere dal fatto se siano sufficienti o meno. Ma dire che il Comune non fa la sua parte non è vero”.