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Avellino – «Giovedì 14 parteciperemo ad una riunione ad Avellino con tutti i segretari dei circoli della provincia convocata dal Commissario del partito Provinciale David Ermini. Con questa riunione si apre finalmente la fase congressuale, che porterà all’elezione degli organi provinciali il 29 ottobre». Così Raffaele Grasso, segretario del Circolo PD di Ariano Irpino: «Io porterò in quella sede quella che è la posizione del Partito Democratico di Ariano: bisogna immediatamente cominciare a parlare di contenuti, lasciandoci alle spalle le interminabili discussioni sulle tessere che hanno avvelenato la fase pre-congressuale, terminata poi con il commissariamento della federazione provinciale. L’arianese e il Nord-Est della provincia sono da troppo tempo ai confini del partito, ma oggi possiamo proporci in maniera credibile come modello per superare le divergenze. Parlo dei comuni del Nord-Est perché Ariano ha interessi comuni con molte delle aree più lontane dal capoluogo, e ci stiamo attivando per riuscire ad avere un dialogo costante e trasparente con i rappresentanti dei circoli del circondario. Quello di Ariano – continua Grassoè un circolo nel quale si è ritrovata una invidiabile unità di azione. Come è normale che sia in un grande partito, tra di noi sono presenti anime e sensibilità diverse, ma si tratta di diversità che non bloccano l’azione del partito, ma che anzi la arricchiscono. Il segreto è semplice: dopo una fase pre-congressuale anche nel nostro caso molto difficile, ci siamo riuniti attorno ad un tavolo e abbiamo deciso di cominciare a parlare di politiche di sviluppo e di idee da mettere al servizio della nostra città e del territorio. Abbiamo avuto l’ambizione dietro alla costruzione di una mozione congressuale unitaria, di costruire un laboratorio di politiche che mettesse per sempre da parte personalismi e caminetti. Un partito nel quale i singoli accettavano di fare un passo in avanti per agire tutti insieme nell’interesse del partito e della città. Questa è l’esperienza che vogliamo mettere a disposizione del partito provinciale, questo il modello che ci sentiamo di proporre. Siamo la dimostrazione che un Congresso unitario è possibile, anche in presenza di fattori che hanno reso oggettivamente difficile la discussione, primo fra tutti l’incertezza su date e regole».