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Avellino – A Riina rispondo:  “Si può anche uccidere una persona ma oramai non si può uccidere più un movimento fatto di tante persone. Oggi esiste un noi e questo è importante. Un noi che ha significato vero, profondo, che si traduce in gesti e azioni”. Così Don Luigi Ciotti ha dialogato per due ore con gli studenti delle classi terza e quarta del Liceo Scientifico Mancini di Avellino. Un grido di allarme, di dolore ma anche di speranza quello che il Presidente Nazionale di Libera ha consegnato ai ragazzi durante l’incontro organizzato dalla dirigente scolastica Nicolina Silvana Agnes. “La scuola del bene comune. Impegno e legalità” il titolo dell’appuntamento che rientra nel progetto formativo denominato “Tracce di legalità” e che durerà per tutto l’anno scolastico.

Tantissime le domande rivolte al sacerdote che da circa cinquanta anni è impegnato nella lotta per la legalità e cerca di coinvolgere i giovani a difendere il concetto del bene comune e la cultura della giustizia sociale.

Non ho paura –  ha detto Don Ciotti a Federica, tra gli studenti che gli hanno fatto una domanda, così come Alessia, Alessandro e Francesca. – Ho delle preoccupazioni sicuramente per esempio per tanti dell’associazione. Sono vicino a quanti si spendono su tanti fronti. Ma per ridare dignità, libertà e giustizia nessuno deve sottrarsi”.

Parole che hanno restituito la fotografia esatta di quella che è una realtà difficile fatta di disastri socio-ambientali. Ha parlato di difesa della terra, del paese, di dignità della salute dei lavoratori. Ha raccontato la sua amicizia con Papa Francesco a cui regala, ad ogni incontro, due confenzioni di caffè che acquista a Torino.

E ad Alessandro risponde ancora il presidente di Libera: “L’omertà uccide la speranza ma  bisogna stare attenti se si vuole denunciare qualcuno e anche le istituzioni che non operano. Usiamo sempre la testa – ha proseguito – se una persona deve denunciare deve essere serio, attento e documentato. Si può fare del male, e io lo so bene, e distruggere. Ti arriva il fango ma quando arrivano ingiustizie e violenze bisogna essere seri e avere il corraggio di parlare. Io ho imparato a non tacere pagando di persona”.

Riferimenti sono andati, infine, alla validità dell’iniziativa e alla città di Avellino che ha tanti aspetti positivi ma altrettanti che possono essere corretti con le azioni necessarie e costruttive. E in chiusura ancora un passaggio su Papa Francesco nel ricordo del suo primo incontro con il Santo Padre:

Addirittura per incontrarmi, sapendo dei miei molteplici impegni e spostamenti, concordò il nostro appuntamento in base ai miei tempi facendo coincidere le sue disponibilità con le mie. Una persona straordinaria, un esempio di umiltà unica” – ha concluso Don Ciotti.