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La depurazione in Irpinia non sembra avere un futuro. Almeno ad oggi non se ne vade uno. Si passa di fallimento in fallimento.

Dopo il fallimento del Consorzio gestione servizi – Cgs – Asidep ha acquistato il ramo di azienda per la depurazione delle aree Asi. Ma oggi pure Asidep è liquidazione a causa dei debiti che ha accumulato. Da mesi i dipendenti non ricevono lo stipendio. 
Ora entro il 30 novembre la curatela fallimentare della Cgs dovrà completare la procedura per retrocedere all’Asi gli impianti e gli asset aziendali e licenziare i 55 lavoratori dell’Asidep.

L’Asi aveva pubblicato un bando di gara (con scadenza il 14 dicembre) per l’affidamento del servizio di depurazione ma la gara è stata revocata dopo l’appuntamento a Palazzo di governo a cui erano presenti i sindacati, il prefetto Paola Spena, l’assessore regionale alle attività produttive Marchiello, il presidente Asi, Pasquale Pisano, il presidente dell’Asidep, Vanni Chieffo.

Con l’affidamento tramite bando, di dipendenti all’ Asidep ne sarebbero rimasti 18 su 55.
Infatti i sindacati si sono opposti. Anche perché non era assicurata la gestione pubblica del servizio e la tutela dell’ambiente.

La depurazione potrebbe passare ora ad Irpiniambiente. Che non può fare miracoli. Per ora sta approntando una proposta di gestione attraverso una procedura negoziata ed elaborando un project financing.

Ma grandi risorse da investire non ne ha. Anzi forse dovrà stringere la cinghia dopo il passaggio del servizio di raccolta in città alla società Grande srl formata da Comune di Avellino e De Vizia Transfert. E ciò potrebbe portare esuberi nel personale. Alla provincializzata dovrebbero passare gli impianti che sono dell’Asi, che versa all’Asidep 350mila euro all’anno per il servizio dei depurazioni. Soldi che ora andrebbero ad Irpiniambiente. Comunque una spesa ingente che resta insostenibile. Si tratta di 4 milioni e 200mila euro all’anno.

La soluzione potrebbe essere, se n’è parlato in prefettura, un investimento di 150mila euro per i depuratori per lo smaltimento del percolato per conto terzi per consentire di riattivare un servizio che fatturerebbe, secondo i calcoli fatti dai dirigenti Asidep, fino a otto milioni di euro all’anno. Investimenti però non se ne vedono. La Regione li ha promessi ma servirebbero subito. Irpiniambiente difficilmente sarà in grado di metterci dei soldi.