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Avellino – Non c’è pace al Comune di Avellino. Da una parte il Ministero, che ha inviato a Piazza del Popolo due ispettori che stanno mettendo al setaccio i conti dell’Amministrazione.

Dall’altra il caso parcheggi con la Squadra Mobile che ha ascoltato due assessori della giunta Foti e la Procura che indaga sui ritardi nella gestione delle aree.

E proprio nelle prossime ore potrebbero esserci dei risvolti nell’inchiesta sulla gestione dei parcheggi in città. In Questura, nelle scorse ore, sono state ascoltate – come persone informate dei fatti – l’assessore al Patrimonio, Paola Valentino, e Teresa Mele (politiche sociali).

Quello che gli investigatori vogliono capire è se ci siano state delle pressioni relativamente alla gestione delle 11 aree di sosta ad Avellino.

Ma facciamo un passo indietro. Siamo all’inizio del mese di maggio quando il Comandante della Polizia Municipale, Michele Arvoino, componente della commissione esaminatrice del bando per i parcheggi, riceve una telefonata anonima con tanto di minaccia: “Stai attento a quello che fai”.

Il 22 maggio l’apertura delle buste. Sono due le società che avevano partecipato al bando. L’Athena Servizi di Santa Maria Capua Vetere, esclusa a causa di una risoluzione contrattuale posta in essere dal Comune di Nola nei confronti della ditta, che Codice alla mano ne prevede di fatto l’esclusione; la Multiservice Amica di Arcella, che si aggiudica la gara con un ribasso del 10% su una base d’asta di quasi 170mila euro.

A luglio la Multiservice Amica rinuncia all’incarico. In una nota l’Amministratore Unico della Cooperativa scrive: «Rinunciamo allo svolgimento del servizio di sosta a pagamento in varie aree della città per non intraprendere un rapporto conflittuale presente e futuro con il Comune di Avellino e ACS». Fausto Sacco scrive anche che la decisione è nata dopo che “dagli uffici Comunali o dell’ACS sono cominciate fughe di notizie, peraltro infondate, che coinvolgevano la reputazione dell’impresa da me rappresentata. Tanto con continua pressione degli organi di stampa che davano per certa la esclusione dell’azienda dalla procedura di aggiudicazione”, aggiungendo: “Indubbia risultava l’influenza della politica della solita estrazione nelle manovre predette che anticipavano la volontà di porre nel nulla la gara, fatti di cui la magistratura inquirente avellinese è stata messa al corrente”.

Ora sotto la lente di ingrandimento della Procura, verificare se vi siano stati eventuali interessi particolari dietro la procedura. Nel frattempo, lo scorso mese, l’amministrazione ha recepito tutte le nuove indicazioni di legge tra cui la delibera ANAC che esclude a monte la possibilità di affidamento alle cooperative di tipo b.

Ed ora si cerca di far luce per capire se ci siano stati fattori esterni, quindi una possibile turbativa d’asta, che abbiano condizionato quello che per ora è di certo un pasticcio amministrativo.

Mario Pennella