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Avellino – «Quello che è accaduto nel PD Irpino negli ultimi due anni mette a dura prova la lealtà e il voler credere in ciò che questo partito rappresenta. E’ doveroso per chi ha assunto posizioni chiare su vicende quali il tesseramento on-line 2016 prima chiuso e poi riaperto, contingentamento delle iscrizioni prima fissato nel 20% e poi superato, decisioni prese e poi cambiate da parte del garante, esprimere delle considerazione alla vigilia di un Congresso ordinario che deflagra ogni richiesta di autodeterminazione che i territori hanno chiesto in questi mesi». Così Emando Zoina, reggente Circolo PD di Montemiletto e vice Sindaco del Comune di Montemiletto.
«Avevamo consegnato alla Commissione Provinciale per il Congresso – spiega – le ultime speranze di un processo democratico che potesse trovare una sintesi e arrivare a conclusione con un Congresso straordinario che sarebbe dovuto essere il momento dove discutere delle questioni che riguardano la città capoluogo al pari delle questioni che riguardano l’intera provincia. Oggi con il Partito Democratico Irpino che ha rappresentanze negli organismi sovra comunali, aziende partecipate, consorzi le cui attività riverberano sui cittadini, si mette in discussione chi deve esercitare l’azione politica. Questo sembra voler significare la scelta di non determinare posizioni coerenti con lo spirito del partito. Il rischio più probabile – avverte Zoina – è che il PD non sia più a decidere lasciando questo ruolo ad altre forze politiche o ad amministratori avventurieri. La certezza di una guida legittimata dagli organismi decidenti di un’organizzazione politica (segreteria, direzione ed assemblea) rimane l’unica soluzione a problemi e questioni che in Irpinia sono prioritarie. Fino a quando ciò non sarà certificato dal congresso non possiamo congelare l’attività politica che deve procedere nell’interesse dei nostri territori facendo leva e caricando il peso sulle spalle dei nostri rappresentanti istituzionali eletti, con i voti irpini, dalle politiche passando per le primarie alle elezioni regionali, oggi riuniti insieme nel direttorio». Zoina che aveva guidato la protesta dei circoli contro le tessere on line teme che «la ricerca ossessiva di una collocazione, gli eccessivi tatticismi e un dibattito privo di contenuti politici, possa mettere a rischio non solo la credibilità del PD ma anche il funzionamento dell’intero impianto su cui lo stesso si regge. La vita politica, inoltre, pare si sia fermata perché soggiogata da una cloaca di ricorsi e minacce costruite ad arte per disegnare una realtà che non esiste. Nel mezzo ci sono i Circoli e gli amministratori che, pur di non cedere il passo alla demagogia populista di una destra oggi incarnata dal movimentismo penta stellato, piuttosto che essere subalterni di un partito personale, rimangono a difesa del Partito Democratico dei suoi valori e delle sue classi dirigenti. Ma quanto dovrà durare tutto questo? La data del 29 dovrebbe essere il termine entro il quale il PD Irpino supererà le contraddizioni, deciderà la linea, stabilirà le priorità ovvero sarà decidente rispetto alla condizione generale della provincia e del capoluogo. Questo auspicano i più ottimisti. Credo invece che l’impresa sarà ardua e che questo congresso assume i connotati di un momento fondativo nel quale nulla è scontato e dove la misura dello scontro rappresenterà la somma degli interessi personali di una candidatura alle prossime politiche, piuttosto che alle amministrative del capoluogo o ancora a raggiungere una posizione nella gestione del potere. Scongiurare questa ipotesi è una priorità e credo che lo si possa fare con un momento di autocritica che serva a migliorare la gestione del Partito e recuperare il senso di comunità. Ritengo che questo Congresso non debba rappresentare una passerella dove l’equilibrio politico sia l’equilibrio delle posizioni che si aspira a raggiungere ancorché uno scontro tra bande. Una possibile soluzione per scongiurare la sconfitta della politica sia togliere dal tavolo della contesa alcune questioni come quello delle alleanze sugli Enti e del congresso cittadino». Centrale è il tema delle alleanze: «O si fa un discorso che riguarda tutti gli enti oppure rimane un patto tra uomini che non potrà dirsi politico; la questione è che pur nella consapevolezza che il PD non può essere autosufficiente e che la gestione è fatta di corresponsabilità istituzionale tra le forze politiche che rappresentano i territori, debba essere il Partito Democratico a scrivere le regole alla base delle alleanze senza affidarci alle geometrie variabili ed agli opportunismi». Altra questione è quella della città capoluogo: «E’ prioritario che i Circoli assumano una posizione chiara sullo svolgimento del Congresso cittadino stabilendo ruoli, funzioni e compiti del coordinatore e degli organismi sussidiari e complementari alla funzione del Segretario provinciale. Quando queste due questioni saranno state metabolizzate sono certo che potremo avere un Congresso che parli di temi che riguardano i territori ed affrontare con la giusta serenità il dibattito politico dando un senso ed un valore effettivo alle proposte programmatiche delle sensibilità “vecchie”, come qualcuno le ha definite disprezzando storia e impegno da militanti, e “riciclate” perché di nuovo all’orizzonte c’è ben poco! La riuscita dell’azione politica del Partito democratico passa attraverso la costruzione di un percorso che non deve essere necessariamente condiviso e unitario. E’ necessario il coraggio di affrontare la sfida della contesa e del confronto per riacquisire credibilità. Il Partito Democratico Irpino ha come priorità di recuperare il rapporto con il territorio e questo Congresso potrebbe rappresentarne l’occasione come potrebbe essere un’occasione mancata se alla complessità di questi momenti a cui si risponde con caparbia e paziente elaborazione di pensiero si preferirà la semplificazione dell’accordo a fondamento del processo: la mediazione è lo strumento attraverso cui si determina il percorso non il fine attraverso cui si soddisfa l’interesse».