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Partita lunedì mattina del 6 febbraio, in poco più che 24 ore, nelle prime ore del pomeriggio di martedì 7 febbraio la raccolta firme a sostegno del chirurgo oncologo Carlo Iannace ha già conquistato  oltre 4000 adesioni.

L’iniziativa è partita da Antonio Damiano, giovane originario di Pratola Serra e da sempre molto impegnato nel sociale e che, domenica sera, alla lettura della notizia della condanna definivita nei confronti del chirurgo suo malgrado coinvolto nel processo Welfare , ha immediatamente deciso di fare qualcosa affinchè, pur rispettando le decisioni della Magistratura, la questione potesse avere comunque un epilogo diverso.

Secondo quella sentenza, il primario della Breast Unit di senologia dell’Ospedale ‘Moscati’ di Avellino non potrà esercitare la sua professione per tre anni, in luogo dell’inibizione dai pubblici uffici, conseguenzale alla condanna per il reato di “falso”.

Per tre anni il dottor Carlo Iannace non potrà più salvare vite, e si sa che in certe malattie il fattore tempo può essere decisivo“, dice in premessa Antonio che, con la sua iniziativa, mira a scuotere l’attenzione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinchè si possano creare le condizioni affinchè venga concessa la grazia a Iannace, secondo l’Articolo 87 comma 10 della Costituzione Italiana.

Una iniziativa partita da un uomo che non conosce personalmente il primario nè, per fortuna, ha mai avuto bisogno di rivolgersi a lui, almeno non per casi familiari. “Ma il dottor Iannace non ha bisogno di presentazioni- continua a raccontare Antonio Damiano- La stima che nutro nei confronti del professionista, è un sentimento che accomuna tanti irpini, e non solo.
Competenza, professionalita, senso del dovere, umanità, empatia, sono caratteristiche riconosciutegli da quell’esercito di persone che grazie all’attività del dottor Iannace hanno superato una malattia che se non curata in tempo, anche in termini di prevenzione, può costare la vita. Questa sentenza non solo calpesta la dignità di Iannace, ma di tutti i suoi pazienti.

Per questo nel mio piccolo ho pensato a cosa poter fare, e vedere quante adesioni stanno arrivando alla petizione, non fa altro che confermare come il settore sanitario non possa fare a meno dell’attività professionale di Iannace. E non è un caso che le firme non stanno arrivando solo dall’Irpinia, ma dall’intera Campania e dal Sud in generale.
Carlo Iannace è un professionista come pochi nel suo settore, intende il suo lavoro come una missione. E‘ una eccellenza, una risorsa di un sistema sanitario pubblico che molte volte, specie qui al Sud, spesso finisce alla ribalta delle cronache per demeriti rispetto ai servizi offerti al cittadino”.

Una raccolta firme che va avanti (CLICCA QUI PER FIRMARE) e che potrà essere utile a Iannace e ai suoi legali a preparare il carteggio completo per l’eventule istanza di richiestia di grazia al Presidente della Repubblica che, se accolta, potrebbe portare alla cancellazione della pena principale e appunto di quella accessoria per l’esercizio della professione.